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“Su Mps si sta tirando troppo la corda”. L’editorialista economico Enrico Cisnetto, in un tweet, ha riassunto così il suo pensiero sulla vicenda che sta coinvolgendo la banca di Siena. L’intervista a Formiche.net è l’occasione per spiegare meglio il suo parere e chiedere di fermare quanto prima la speculazione elettorale.

“Credo sia scattato il solito meccanismo italico dell’autolesionismo – avverte Cisnetto -. Le indagini vanno fatte ma non a livello mediatico, dove le ipotesi di reato diventano già sentenze passate in giudicato. Questo modo di procedere è inaccettabile perché si potrebbero creare conseguenze molto gravi. Con questo polverone – spiega – si rischia di arrivare a giudizi tranchant e di non distinguere una fase storica da un’altra: i vertici di ieri sono accusati di aver fatto delle cose mentre quelli di oggi non hanno nulla a che vedere con loro. Io ho addirittura consigliato di investire sul Monte Paschi per una serie di ragioni“.

Pericoloso anche l’aver coinvolto l’attuale governatore della Bce, Mario Draghi, che al momento è “l’italiano più importante che ci sia nel mondo e molti che fino a ieri lo lodavano per essere il nemico della Merkel, oggi gridano che quando era alla Banca d’Italia non avrebbe vigilato fino a costringerlo, nella conferenza stampa di ieri a Francoforte, a intervenire sulla vicenda”.

Questo, insomma, vuol dire “tirare la corda. Il che – precisa Cisnetto – non significa coprire o negare che siano esistiti problemi al Monte Paschi. I magistrati devono indagare e fare luce ma bisogna assolutamente fermare questo autolesionismo nazionale, che mette tutti nel tritacarne, che va a vantaggio della speculazione sul titolo e a svantaggio del Paese, della sua immagina e della sua già bassa credibilità internazionale. Tanti sono poi i casi che hanno occupato le pagine dei giornali ma sono poi finiti in un nulla di fatto. Poi, alla fine, si potrà anche procedere con severità, ma l’importante è che sia basata su elementi fondati e non sull’attuale approssimazione”.

A parere di Cisnetto, l’autolesionismo italiano di questi giorni non si ferma solo a Mps, ma da ieri si è esteso anche alla vicenda Eni, il cui amministratore delegato, Paolo Scaroni è indagato per corruzione internazionale. “Non so se sono state pagate tangenti da Saipem, i cui vertici sono stati comunque cambiati da tempo e se quelli di Eni ne fossero al corrente. In ogni caso, lo sanno tutti che in alcuni Paesi si opera così, si pagano delle commissioni. Tutto il mondo agisce in questo modo e non credo che altrove i magistrati contestino questo ai vertici delle società energetiche”.

Cisnetto avverte che questa vicenda “rischia di essere una sponda – forse involontaria, ma non meno pesante – ad alcuni interessi internazionali. Basti pensare a quelli francesi su gas e petrolio in Libia, per esempio. Altra cosa invece se sono finiti dei soldi nelle tasche di manager o politici italiani, ma al momento – conclude l’economista – non ci sono indicazioni in questa direzione ma solo il pagamento di commissioni in nero altrove”.

Mps ed Eni, due casi di autolesionismo italico

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