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I rischi legati all’eventuale ricorso ad armi chimiche da parte del regime di Damasco e il rafforzamento delle capacità difensive della Turchia, con il dispiegamento di missili Patriot al confine con la Siria, saranno i principali temi in discussione alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato, oggi e domani a Bruxelles. Da Ankara, infatti, si attende il via libera dell’Alleanza atlantica dopo la richiesta formulata il 21 novembre scorso: un semaforo verde che, secondo fonti diplomatiche, potrebbe già arrivare durante il primo giorno di lavori, quando gli incontri formali e informali saranno dedicati proprio alla crisi siriana.

L’ultimo vertice Nato del segretario di Stato americano Hillary Clinton si annuncia particolarmente delicato. Lo spostamento di armi chimiche deciso dal regime siriano preoccupa non poco gli Stati Uniti e i suoi alleati. Da Praga, ieri è stata in visita, il capo della diplomazia di Washington ha inviato “un serio avvertimento” a Bashar al Assad: sarà ritenuto diretto “responsabile” dell’eventuale uso dell’arsenale chimico contro il suo stesso popolo. Parole che risuonano insieme come un segnale di allarme e una conferma del crescente isolamento del presidente siriano.

Gli Stati Uniti, i suoi alleati della Nato e l’Unione europea stanno rafforzando sempre più il loro sostegno alle forze di opposizione in Siria. Anche l’Italia è “fortemente impegnata a sostenere questo processo di costruzione di un’alternativa al regime”, ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che parteciperà ai lavori dell’Alleanza a Bruxelles. Di certo, ha sottolineato una fonte diplomatica, “si tratta di un dossier molto complesso: i paesi occidentali si rendono conto che se non sosterranno sin da ora i combattenti (di opposizione, ndr), rischiano di non avere alcuna influenza su di loro nel momento in cui il regime di Assad cadrà”.

E anche di questo, i ministri dei paesi membri discuteranno con il loro omologo russo, Sergey Lavrov. Il capo della diplomazia di Mosca, che formalmente sarà coinvolto solo nel Consiglio Nato-Russia, parteciperà anche al pranzo di lavoro di domani: quella sarà l’occasione per ribadire l’inquietudine del Cremlino in particolare riguardo al dispiegamento dei Patriot. “Più si accumulano armi, più cresce il rischio di utilizzarle”, ha detto di recente Lavrov, mentre proprio ieri il presidente Vladimir Putin ha affrontato la questione a Istanbul con le autorità turche. Sul tema, restano divergenze tra Mosca e Ankara: “non siamo in grado di trovare approcci comuni su come raggiungere gli obiettivi” di pacificazione, ha detto Putin.

D’altra parte la Turchia reclama da tempo il dispiegamento dei missili intercettori Patriot lungo il confine con la Siria, un’esigenza scaturita dall’incidente occorso il 3 ottobre scorso, quando cinque civili turchi furono uccisi da un proiettile di mortaio vicino al confine. La Nato e la Turchia hanno ripetutamente insistito sul carattere difensivo di questo sistema antimissile che, in ogni caso, non sarà immediatamente operativo.

Gli Stati uniti sono “ottimisti su una risposta positiva della Nato per aiutare la Turchia a rafforzare la difesa aerea “ma serviranno probabilmente alcune settimane”, ha detto ieri Hillary Clinton.

Ciò che sembra certo è invece che, dopo il via libera della Nato, tutte le modalità annesse al dispiegamento dei Patriot saranno messe a punto da Stati Uniti, Germania e Paesi Bassi, i tre membri dell’Alleanza ad averli in dotazione. Esperti della Nato si sono già recati sui siti che potrebbero ospitare le batterie antimissile, a Malatya, Diyarbakir e Sanliurfa, dove dovrebbero stazionare anche fra i 300 e i 400 soldati della Nato.

Ma la riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza non sarà dedicata solo alla Siria. Le delegazioni partecipanti avranno modo anche di passare in rassegna i progressi compiuti nell’ambito dell’applicazione delle decisioni di Chicago sul processo di ritiro dall’Afghanistan. Sono previsti colloqui con inviati di paesi che partecipano alla missione Isaf, come il Giappone, in presenza del ministro afgano degli Affari esteri, Zalmai Rassoul, e dell’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera, Catherine Ashton. In agenda, infine, il Consiglio Nato-Russia e la Commissione Nato-Georgia, per il rafforzamento della partnership con questi due paesi.

Ecco l'Agenda del vertice Nato

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