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Come si salva la seconda economia europea? Questa era stata la domanda di Francois Hollande appena eletto. La risposta è arrivata lunedì. Parigi ha bisogno di uno shock di fiducia. Ma al di là di questa formula molto comunicativa, il percorso indicato se non è proprio un cammino di lacrime e sangue poco ci manca. Venti provvedimenti equivalenti a un colpo di frusta sullo stato, sconsolato, del Paese transalpino. Questo è il rapporto Gallois e chissà se il governo si è già pentito di averlo commissionato. L’industria francese ha perso statura, deve recuperare competitività e va sgravata finanziariamente.
 
La diagnosi
 
Ecco la sconsolata ma poco sorprendente diagnosi dello studio redatto dall’ex responsabile di Eads e Sncf, Louis Gallois. Trenta miliardi di euro di spese sociali e altri 20 miliardi di “fuori costo” da cancellare. In due anni. Per recuperare i passi indietro fatti in 30 anni. Dal 1980 infatti la quota industriale del Pil si è dimezzata, scendendo al 12,6%. Un indicatore che in Germania, fonte di amore e odio per Parigi, sta al 26%. La frenata ha lasciato il segno soprattutto sul fronte delle esportazioni interne alla Ue, passate dal 2000 al 2011 dal 12,7 al 9,3 del totale europeo.
 
La prognosi
 
Dove assestare il primo colpo? Secondo il manager occorre sbloccare al più presto il mercato del lavoro con 30 miliardi di euro, 1,5% del Pil, di tagli. Due terzi gli sgravi fiscali a favore dell’impresa; il resto a favore dei lavoratori. I minori incassi per lo Stato si possono recuperare risparmiando qua e là, oppure con l’aumento Iva. Questa la misura più probabile visto che da tempo si parla di un innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto. Occorre rendere più competitivo il fattore lavoro con conseguenze positive sui costi produttivi e creare nuova occupazione. A parte pochi settori di nicchia il mercato del lavoro francese è infatti relativamente caro. E poco flessibile vista la notevole rigidità all’entrata.
 
Le prossime avversità
 
La ricerca, 70 pagine e 22 raccomandazioni, non trascura nemmeno il divario tra istruzione e lavoro. Puntare alla specializzazione e avvicinarsi all’industria. Questo l’invito alle istituzioni scolastiche. Louis Gallois non ha temuto il confronto con i tabù della cultura politica ed economica francese. Perciò il suo sarà un rapporto difficile da digerire dal governo che pure lo ha commissionato. Prima della stampa parti della ricerca sono state annacquate. Altre messe da parte durante lo studio. Ma la principale scomodità della ricerca sta nel mostrare il bivio davanti cui la Francia si trova. Senza riforme il declino industriale è inevitabile. In questo senso si tratta di uno studio che potrebbe portare acqua al mulino dell’opposizione.
 
L’annuncio del governo
 
Martedì sera, 6 ottobre, il governo Ayrault ha accettato lo spirito del rapporto Gallois. Alla fine di un seminario organizzato dopo la pubblicazione del rapporto l’esecutivo, ha ammesso un problema di costo del lavoro in Francia. Il primo ministro fa sua dunque l’analisi dell’ex dirigente Eads sulla competitività. Misure di sgravio fiscale nei confronti degli investimenti saranno spalmate nel corso di cinque anni.

Ecco il rapporto che affloscia la grandeur francese

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