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Gabriele Albertini non poteva scegliere un nome migliore per la sua lista civica. Optando per “Onestà al potere” l’ex sindaco di Milano traccia un solco netto rispetto alla questione morale che ha distinto gli ultimi diciotto anni di governo della Regione Lombardia.
Si, perché nonostante vada riconosciuto all’ex Governatore Roberto Formigoni di aver compiuto una mossa “geniale” per la propria (mi auguro eventuale…) sopravvivenza politica nell’indicarne per primo il nome quale suo successore, Albertini ha immediatamente capito il pericolo insito in quello che possiamo definire un endorsement of candidate.
 
Nello specifico, ponendo l’accento sulla parola onestà, la dichiarazione esplicita è quella che i risultati positivi, in alcuni casi di eccellenza raggiunti dal Celeste durante il suo regno, pesano poco o nulla rispetto alla fame di rigore morale, di trasparenza nelle azioni, comportamenti consoni al ruolo e di tutela degli interessi collettivi espressi dai cittadini lombardi. Sono questi gli aspetti prioritari che vengono oggi richiesti a chi si candida, in particolare per una Regione, la Lombardia, che rappresenta ancora il motore dell’Italia e che ha tutte le caratteristiche per riassumere il ruolo di guida, non solo economica ma anche morale, del Paese.
Per questo motivo, oltre naturalmente alle indubbie capacità amministrative dimostrate nella sua precedente esperienza alla guida del comune di Milano, nasce il mio favore verso l’iniziativa di Albertini. Ai suoi critici, a coloro i quali esprimono alcune riserve, basandole sostanzialmente sull’appartenenza al Pdl, rispondo semplicemente: andate oltre, siate post!
 
Onestà al potere significa onestà è potere: è una dichiarazione di intenti, un preciso segnale di discontinuità rispetto alle degenerazioni degli ultimi anni in Lombardia. Albertini rappresenta senza dubbio l’espressione e l’ambizione di moltissimi cittadini lombardi, di quell’area liberale, moderata e soprattutto responsabile che ha capito il rischio della pericolosa deriva populista inneggiante ai forconi, alla demolizione a prescindere che ha investito il Paese. In sintesi, ben poca sostanza dopo le chiacchiere e i proclami ad effetto.
Al contrario degli “scettici”, sarei ben lieto se la parte migliore e sana del Pdl, quella che si identifica nel progetto di realizzazione di un Ppe italiano, si unisse nell’appoggiare la lista civica di Albertini. Sarebbe un’inaspettata e unica occasione, per un partito minato nelle sua fondamenta, di ricompattarsi a fianco di un candidato che rappresenta il liberalismo riformatore, ovvero quello che era in origine l’obiettivo del progetto che gli diede vita e poi sostegno per circa venti anni. Peraltro, anche un bel segnale per le successive elezioni politiche, allo stato così caratterizzate da una incertezza deleteria per i futuri scenari di governabilità del Paese.
 
In bocca al lupo, caro Gabriele. Soluzioni possibili a problemi veri devono essere il prodotto di una classe dirigente responsabile. Questa classe dirigente responsabile, nel momento in cui si confronta con la difficoltà dei fatti politici, non può prescindere dalla cultura della (buona) amministrazione, dalla cultura delle (buone) idee e della solidarietà. La Lombardia è l’una e le altre, da Cesare Beccaria e Giandomenico Romagnosi ai fratelli Verri, da Contardo Ferrini e Don Gnocchi fino ai giorni nostri: deve pertanto esprimere un ceto politico che sia all’altezza di questa tradizione. Un ceto politico che unisca la capacità di salvaguardare quanto di meglio hanno prodotto esperienze anche di anni recenti, con un rinnovato e doveroso rigore dei comportamenti.

 
La Lombardia è una Regione che ha tutte le risorse per autogovernarsi – e autogovernarsi bene. Proprio in questo momento più che mai, innanzi all’apparente fallimento delle (sempre parziali) riforme federaliste, la Lombardia deve rivendicare quelli che non sono solo valori, ma anche politiche che, alla prova dei fatti, hanno ben funzionato:
autonomia amministrativa e decisionale.
 
Romano Perissinotto
(membro del direttivo di Italia Futura Lombardia)

Tutti uniti per Albertini. Parola di montezemoliano

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