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Si surriscalda il clima per le primarie del centrosinistra in vista del ballottaggio di domenica. A 48 ore dal voto, sale di livello lo scontro tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. Quello che sembrava esser diventato un confronto rispettoso e pacifico, com’è apparso durante il dibattito televisivo, nelle ultime ore si è invece trasformato in uno scontro durissimo, non privo di colpi bassi.

Dopo l’esposto presentato da Bersani e dagli altri candidati alle primarie contro la pubblicità pro-Renzi apparsa su alcuni quotidiani, il sindaco di Firenze non le manda a dire. ”Da ieri ho ricevuto decine di insulti da parte dei fedelissimi del segretario Bersani. La ferita più grossa è quella di non rispettare le regole. Peccato – scrive Renzi nella sua newsletter settimanale – Mi tengo la delusione: pensavo sinceramente che Bersani avesse uno stile umano diverso, ma non si può aver tutto dalla vita. E dire  – sottolinea il sindaco – che ho rifiutato qualsiasi attacco personale, in un momento nel quale pure potevamo sparare a zero”, facendo forse riferimento ai finanziamenti dalla famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva di Taranto, in favore della campagna elettorale di Bersani nel 2006. Per Renzi quella sulla violazione delle regole è una “barzelletta che non fa ridere”.

Bersani invita Renzi a non fare la vittima, richiamandolo al rispetto delle regole concordate. ”A chi vuol votare per me al ballottaggio dico venite pure ma dentro il rispetto delle regole. Mi auguro che Matteo Renzi dica altrettanto”. Il segretario assicura però che nel Pd ”non volano gli stracci, non esageriamo. C’è un tema da mantenere fino alla fine: il rispetto delle regole che ci siamo dati. Chi si candida a governare deve dare l’esempio, le regole sono importanti”.

Nelle ultimissime ore poi un sondaggio dell’istituto Swg, realizzato per la trasmissione televisiva Agorà, conferma il vantaggio del segretario del Pd, che si colloca tra una forbice di voti tra il 53 e 57%, a differenza dei consensi per il sindaco, tra il 43 e 47%.

Gli ultimi fuochi d’artificio tra Bersani e Renzi

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Il marchio conteso di Monti

Di questo nuovo soggetto moderato che dovrebbe salvare l´Italia si sa solo che vuole ancora Monti alla guida del Paese. Francamente, un po´ poco. Non solo come programma, ma anche come collante. Monti, infatti, non può essere usato come una parola magica, che, per il fatto stesso di essere pronunciata, riesce a dissolvere ogni divergenza. E, allora, su quale visione…

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