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Proprio mentre rientravano a casa Oriano Cantani e Domenico Tedeschi, i due tecnici dell´Ansaldo rapiti lo scorso 18 luglio nella zona di Damasco, un nuovo sequestro tiene in ansia l´Italia. Da ieri è nelle mani di un gruppo di uomini armati un giovane carabiniere addetto alla sicurezza dell´ambasciata italiana a Sana´a, la capitale dello Yemen, portato via con la forza mentre faceva acquisti, in borghese, vicino alla sede diplomatica.
 
La Farnesina ha confermato il rapimento e, a quanto riporta l´agenzia di stampa yemenita Saba, il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha espresso in un colloquio telefonico con il suo omonimo Abu Bakr al Qirbi il sostegno di Roma per gli sforzi nel combattere il terrorismo e i criminali. Nella conversazione il capo della diplomazia italiana ha riesaminato con al Qirbi le circostanze del rapimento e le iniziative messe in atto per ottenere il rilascio del connazionale.
Al Qirbi, ha aggiunto la Saba, ha sottolineato che le autorità di sicurezza hanno iniziato a intraprendere tutte le misure di sicurezza richiesta per rintracciare i rapitori e garantire il rilascio del cittadino italiano incolume.
L´agente di sicurezza, Alessandro S., 29 anni, friulano, è stato sequestrato da uomini armati nei pressi della sede dell´ambasciata nel quartiere di Hadda, nel sudovest della capitale yemenita.
 
Il sequestro di un cittadino”, ha affermato Abu Bakr al Qirbi, “è un atto che tutti gli yemeniti condannano e respingono, oltre che proibito dall´islam e dalle leggi”.
“Confermiamo che un cittadino italiano che lavora coma addetto alla sicurezza all´ambasciata è stato rapito”, ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. “L´Unità di crisi è stata attivata e coordina gli sforzi per la sua liberazione”, ha aggiunto il portavoce senza aggiungere dettagli, per non compromettere questi sforzi.
L´ostaggio “è stato portato verso una destinazione sconosciuta”, ha precisato ieri una fonte dei servizi di sicurezza yemeniti, che ha aggiunto che è stata immediatamente aperta un´inchiesta per tentare di identificare i rapitori e di localizzare l´agente di sicurezza italiano.
 
Lo Yemen è spesso teatro di sequestri di cittadini stranieri da parte di tribù armate, che utilizzano questa strategia per esercitare pressioni e veder riconosciute dalle autorità le loro rivendicazioni. Circa duecento persone sono state rapite nel Paese nell´ultimo decennio e la stragrande maggioranza è stata rilasciata incolume. L´ultimo in ordine di tempo un operatore francese del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), liberato a metà luglio dopo essere stato preso in ostaggio ad aprile nell´ovest dello Yemen e portato in seguito nel sud del Paese.
Un´insegnante svizzera e il vice console di Arabia Saudita ad Aden, nel sud dello Yemen, sequestrati entrambi nel marzo 2012, sono ancora nelle mani dei loro rapitori nel Paese.
 
Terzi: “Incolumità priorità assoluta”
“La priorità assoluta deve essere anzitutto quella di tutelare l´incolumità del nostro connazionale”. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, che ha avuto ieri sera un lungo colloquio telefonico con il suo omologo yemenita Abu Bakr al Qirbi.
Durante la conversazione, riferisce la Farnesina in una nota, il capo della diplomazia è stato “aggiornato sulla vicenda del sequestro del carabiniere italiano rapito ieri”. Il ministro al Qirbi “ha confermato la totale disponibilità del governo di San`a a fornire la massima collaborazione e impegno per la soluzione positiva della vicenda, assicurando che le competenti strutture di polizia e di intelligence erano state attivate immediatamente dopo il sequestro e seguono il caso con la massima attenzione”.
Terzi, conclude la nota, ha sottolineato al suo omologo che, come sempre in questi casi, “la priorità assoluta deve essere anzitutto quella di tutelare l´incolumità del nostro connazionale”.

Il mistero del carabiniere rapito nello Yemen

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