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Il sì dell´Italia a favore della risoluzione che ha dato alla Palestina lo status di Stato di osservatore permanente all’Assemblea generale delle Nazioni Unite è un fatto rilevante in materia di politica estera che evidenza l´allineamento della posizione italiana rispetto ai più importanti Paesi europei.   La spinta è venuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell presidente del Consiglio Mario Monti, nonostante il ministro degli Affari esteri, Giulio Terzi, aveva manifestato la sua intenzione di astenersi. Secondo Valeria Talbot, ricercatrice dell´Istituto di studi politici internazionali (Ispi) e responsabile del programma del Mediterraneo e Medio oriente, il voto favorevole dell´Italia rispecchia sul piano formale la volontà di reindirizzare la politica estera italiana verso una tendenza più europeista.

In un´intervista con Formiche.net, Tablet ha spiegato che “è da vedere se questa decisione rappresenterà una svolta per l´Italia. Certo è che con l´appoggio alla Palestina la politica di Monti ha segnato una differenza rispetto all´era del berlusconismo, quando l´Italia manteneva una posizione molto più filo americana e di conseguenza pro-israeliana”.

Mario Monti ha voluto telefonare al premier israeliano Benjamin Netanyahu per anticipargli quello che sarebbe stato il voto dell´Italia: l´appoggio alla Palestina. Per Tablet, oltre alla delusione già espressa da Israele, la vicenda non avrà conseguenze negative nei rapporti tra i due Paesi, tanto meno con gli Stati Uniti, perché si tratta di un diritto politico e di una posizione europeista. L´astensione era meglio evitarla.

Nessuna rivoluzione per l´Occidente Per Riccardo Perissich, membro del comitato esecutivo dell´Aspen Institute Italia, la decisione di sostenere la Palestina è giusta ma si tratta di un passo puramente formale e simbolico. Non comporta, nella pratica, nessuna rivoluzione a livello diplomatico né strategico. In una conversazione con Formiche.net, l´esperto di negoziati internazionali ed ex direttore generale dell´Industria della Commissione europea, ha detto che il voto rappresenta una ripresa della tradizione mediterranea e mediorientale dell´Italia; un ritorno alla ricerca di maggiore equilibrio.

Secondo Perissich, non c´è stata nessun´influenza e non ci sarà nessuna ripercussione nei rapporti con gli Stati Uniti: “In questa vicenda ognuno gioca il proprio ruolo. L´evidenza che gli Stati Uniti non c´entrano niente è che la Gran Bretagna si è astenuta. Gli Usa hanno votato contro perché non potevano fare altrimenti ma non hanno protestato contro la posizione dei Paesi europei”. All´interno degli equilibri occidentali questa scelta dell´alleanza atlantica a favore della Palestina non comporterà nessun cambiamento. Forse fino a quando la Palestina con il suo nuovo status giuridico si rivolgerà presso il Tribunale penale internazionale contro Israele.

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