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Dopo l´analisi di Piercamillo Falasca pubblicata da Formiche.net (link) e il girotondo dei commenti su Twitter da parte di giornalisti, blogger ed opinionisti (link), Leonardo Baggiani, che sui social network si definisce “economista indipendente di orientamento austriaco”, propone una nuova lettura dello sciopero generale che ha coinvolto molti Paesi europei e delle proteste scolastiche.

Menti infarcite

Per Baggiani i ragazzi che hanno preso parte alle manifestazioni sarebbero stati strumentalizzati: “Un adolescente è per natura un contestatore dello status quo – spiega a Formiche.net – Oltre a questo è ancora inesperto del mondo, non conosce tutti i fatti né ha generalmente già tutti gli strumenti per valutarli. È facile infarcire quelle menti di grandi ideali ed impacchettare con gli stessi ideali alcuni interessi particolari ed egoistici”. Le accuse sono rivolte alla classe dei professori: “In un Paese dove l’istruzione serve prima a far lavorare i professori e solo incidentalmente a preparare gli studenti, che proprio i ragazzi vadano in piazza a protestare contro un qualsiasi provvedimento invece che a chiedere una profonda riforma è un po’ strano”, commenta l´economista. Ma già su Twitter il suo messaggio era stato chiaro: “Quando vedo studenti in piazza a fianco di insegnanti – sapendo come è la scuola – mi chiedo sempre chi dei due è idiota?”

La connivenza protestataria dei professori

“Certe cose non nascono da sole”, chiarisce Baggiani. “Un ragazzo passa molto tempo a scuola e a volte può avere con alcuni professori un rapporto più continuativo che con un genitore”. L´economista ritiene perciò inevitabile che alcune istanze, anche involontariamente, passino dai professori agli studenti. Ne è testimonianza il fatto che gli studenti non scendano in piazza a chiedere 36 ore settimanali ai professori, ovvero un maggior servizio a loro favore. Poi puntualizza: “Chi ha interesse a mantenere il sistema attuale sono i professori”.

Il ruolo dei genitori

“Lo studentello che protesta tutto e si fa manovrare è criticabile. Ma il genitore è peggio”, scriveva su Twitter Baggiani con riferimento alle manifestazioni di due giorni fa. A spiegazione dei 140 caratteri l´economista riporta l´importanza del ruolo genitoriale: “Non capisco – dice a Formiche.net – come certi genitori permettano con questa frequenza e regolarità che i propri figli vadano in piazza a protestare su cose di cui in fondo non possono sapere nulla. Io mi rifiuto di pensare che a scuola venga insegnato un parallelo tra antisemitismo e difesa dell’istruzione, però questo pensiero pare essersi palesato in modo piuttosto significativo”. Ma c´è di più: “Come si può tollerare che il proprio figlio commetta atti vandalici o comunque si mischi in un corteo che tollera tali atti? Posso solo pensare che certi genitori abbiano fornito una pessima educazione, o l’abbiano del tutto demandata ad altri delocalizzata, come una qualsiasi fabbrica di suole di Cina”. Ma occorre non generalizzare. Nei giorni passati più volte Formiche.net ha riportato casi di studenti che si sono opposti agli scioperi. “Mi consola aggiunge Baggiani che ci sia sempre qualche studente che si lamenta di scioperi, occupazioni e altre proteste. Sarebbe interessante sapere quanti dei ‘diligenti´, anno dopo anno, hanno ingrossato e ingrosseranno il numero dei famosi cervelli in fuga”.  

Cari studenti, non fatevi abbindolare dai professori

Dopo l´analisi di Piercamillo Falasca pubblicata da Formiche.net (link) e il girotondo dei commenti su Twitter da parte di giornalisti, blogger ed opinionisti (link), Leonardo Baggiani, che sui social network si definisce "economista indipendente di orientamento austriaco", propone una nuova lettura dello sciopero generale che ha coinvolto molti Paesi europei e delle proteste scolastiche. Menti infarcite Per Baggiani i ragazzi…

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