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Speranze e nervosismi si sono alternati sui mercati, nella crescente attesa del cruciale direttorio di oggi della Banca centrale europea. Ieri sera i banchieri centrali dell´area euro si sono ritrovati a Francoforte, per la consueta cena che precede il Consiglio direttivo e oggi comunicheranno le loro decisioni. Eventuali nuove manovre sui tassi di interesse, abbassati il mese scorso allo 0,75 per cento, nuovo minimo storico, sono attese alle 13.45. Ma l´attenzione riguarderà soprattutto la conferenza stampa esplicativa del presidente Mario Draghi alle 14.30, dove potrebbero essere annunciate nuove misure straordinarie anti crisi.
 
La scorsa settimana proprio Draghi aveva innescato attese e euforie dei mercati, lanciando un messaggio chiaro: “La Bce, nell´ambito del suo mandato, è pronta a tutto per preservare l´euro. E, credetemi, sarà abbastanza”. Parole che hanno alimentato innanzitutto ipotesi di una riattivazione dello strumento della Bce di acquisti calmieranti di titoli di Stato (Smp). In pratica la Bce imbraccerebbe nuovamente quella sorta di “bazooka” anti crisi che da mesi molti invocano.
Questo ha innescato rialzi delle Borse e calmieranti delle tensioni sui titoli di Stato, con cali degli spread continuati anche ieri a dispetto di alcune dichiarazioni apparentemente dure giunte dalla Bundesbank, la Banca centrale tedesca. In una lunga intervista ad una rivista interna, il presidente Jens Weidmann afferma che “la Bce non deve andare oltre il suo mandato” e che non deve lasciarsi “strumentalizzare” dagli obiettivi dei governi e delle politiche di bilancio. Infine rivendica che la Bundesbank ha maggiore voce in capitolo, in seno alla Bce, della altre banche centrali.
 
Tuttavia queste affermazioni hanno poi perso parte della loro carica, in quanto risalivano a oltre un mese fa, e sono state diffuse solo ieri perché inserite in una pubblicazione celebrativa dell´anniversario dell´istituzione. Dalla Bundesbank peraltro hanno precisato che la loro pubblicazione era prevista da settimane: in pratica non ci sarebbe nessun secondo fine.
Questa posizione è arrivato però dopo un altro “nein” tedesco di rilievo: sull´ipotesi di concedere la licenza bancaria all’Esm, il futuro fondo salva stati permanente. Probabilmente Draghi dovrà far ricorso a tutte le sue capacità di mediatore e al suo sangue freddo per gestire un direttorio che potrebbe rivelarsi non facile, sebbene i dati sul quadro recessivo delle imprese, confermato oggi dall´indice Pmi, supportino e non poco una linea ancora più morbida della politica monetaria. La Bce potrebbe anche discutere una nuova asta di maxi prestiti a tre anni a favore delle banche (Ltro), liquidità che a inizio 2012 erano riuscite a calmare nettamente i mercati.

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