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Per provare a fronteggiare la crisi nel settore automobilistico, il governo socialista del presidente François Hollande ha annunciato l’avvio di un ambizioso progetto che cercherà di modernizzare l’industria puntando su nuove sfide tecnologiche e ambientali. Con un sostegno di 1,8 miliardi di euro.
 
La notizia è stata pubblicata in prima pagina nell’edizione di questo giovedì del quotidiano Le Monde. Sono state già sbloccati circa 600 milioni di euro per l’aiuto diretto ed è stato annunciato il sussidio di 7000 euro per l´acquisto di ogni veicolo elettrico o ibrido. Sempre come parte di questo piano strategico per rivitalizzare il settore, saranno penalizzati con una tassa da 100 a 400 euro le macchine termiche a seconda del loro livello di emissione di gas. Saranno aperti anche fondi di finanziamento con 350 milioni di euro per stimolare nuovi costruttori, fabbricanti e distributori, oltre a 50 milioni di euro destinati all’aumento delle stazioni di carica di batterie in 12 città francesi.
 
La crisi dell´auto
 
L’industria dell’auto francese è stata duramente colpita dalla crisi. Negli ultimi sette anni, la produzione è caduta del 40%. Invece dei 3,2 milioni di macchine prodotte nel 2004, l’anno scorso ne sono state prodotte due milioni. Con una perdita di 115.000 posti di lavoro. Le fabbriche sono soltanto al 60% della loro capacità.
 
Una delle realtà più rappresentative è quella della Peugeot, il primo produttore della Francia. Solo nel primo semestre del 2012, la Peugeot ha perso 819 milioni di euro, ha licenziato 8000 impiegati e ha lasciato intendere che probabilmente chiuderà un’altra fabbrica. Il bilancio, secondo quando ha annunciato mercoledì il direttivo, rimarrà in rosso almeno fino al 2014.
 
La Peugeot ha detto che nonostante la grave situazione non c’è rischio di fallimento, ma dopo il comunicato è arrivato il declassamento da parte dell’agenzia Moody’s da Ba1 a Ba2. L’azienda ha chiesto il sostegno economico per mantenere attivo lo stabilimento do Sevelnord d’Hordain, dove operano 2800 lavoratori.
 
L’Italia dei tagli
 
La situazione dell’industria automobilistica in Europa non è più allettante. La produzione del gruppo Renault è scesa del 17,1% nei primi sei mesi del 2012, così come il gruppo italiano Fiat. La General Motors Europa invece è caduta del 10,8%, mentre la Ford del 50%.
 
Sostenere una strategia come quella francese in Italia è quasi impossibile: nessuno ci crede. Ad autunno del 2011, Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, si è confessato scettico sulla competitività delle macchine elettriche. In occasione del lancio della Fiat 500 elettrica nel mercato statunitense, il dirigente ha chiesto di non dimenticare che con ognuna di queste macchine vendute “perderemo circa 10.000 dollari”. Le cause? La capacità della batteria ai tempi di ricarica e la rete di rifornimento.
 
Gli incentivi per il settore delle macchine elettriche attraverso un decreto sviluppo sono stati aumentati a 70 milioni di euro all’anno dal 2012 al 2014. Un’iniezione che è stata dimezzata rispetto al tentativo iniziale che era previsto: 140 milioni di euro l´anno. Queste risorse dovranno essere destinate all´acquisto di nuovi veicoli e per i punti di ricarica. Ma senza la copertura di tutta l’infrastruttura necessaria per la crescita e diffusione di un settore innovativo la scommessa resta a metà.

Francia, la scommessa è a favore delle eco-auto

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