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È stato l’argomento più dibattuto nei salotti politici del nostro Paese sin dalla nascita della seconda repubblica, nonché motivo di alleanze e scontri politici: stiamo parlando del federalismo fiscale.
Questo tema attualmente, per via dei problemi che sta attraversando l’economia mondiale e quella italiana per quanto ci riguarda più da vicino, è stato ridimensionato, spingendo il Governo guidato dal prof. Mario Monti a affrontare altre priorità che, se non prese in considerazione in tempo, avrebbero portato dei gravissimi danni irreversibili al sistema Italia.
 
Il federalismo fiscale ha avuto il suo apice nel 2009, con l’approvazione della legge delega n°42/2009, la quale affonda le sue basi nella riforma del Titolo V della Costituzione del 2001.
Con lo strumento della legge delega sono stati conferiti poteri al Governo di emanare i decreti legislativi attuativi per portare a regime la riforma del sistema di finanziamento di Regioni ed Enti locali in genere.
 
I decreti attuativi sono stati emanati fra il 2010 e il 2011 con l’approvazione di otto provvedimenti legislativi: il D.lgs n°85/2010, attributivo di un patrimonio autonomo a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni; il D.lgs n°156/2010, attuativo dell’art. 24 della legge delega e recante disposizioni in materia di ordinamento transitorio di Roma Capitale; il D.lgs n°216/2010 che dispone i criteri in materia di fabbisogno e costi standard per gli Enti locali e le Regioni; il D.lgs n°23/2011 recante le disposizioni in materia di federalismo municipale; il D.lgs n°68/2011 relativo alle disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard del settore sanitario; il D.lgs n°88/2011 per la rimozione di squilibri economici e sociali attraverso la previsione di interventi speciali e risorse aggiuntive che abbiano tale obiettivo; il D.lgs n°118/2011 attuativo dell’armonizzazione dei sistemi contali per una più trasparente e efficace comparazione, con l’introduzione di sistemi contabili omogenei e consolidati; il D.lgs n°149/2011, infine, il quale prevede meccanismi sanzionatori e premiali per le Regioni e gli Enti locali minori.
 
Questo appena descritto è il percorso istituzionale nato con la legge delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell´articolo 119 della Costituzione, ma il punto è capire qual è la priorità che oggi si deve porre l’Italia per uscire da una crisi di tipo politico e che in parte affonda le radici in una visione separatistica.
Il momento storico che sta attraversando il nostro Paese è particolarmente delicato, basta osservare semplicemente l’andamento degli interessi passivi sul debito pubblico per comprendere il pericolo in parte superato e in parte ancora presente. Come in ogni momento eccezionale, anche le misure devono essere all’altezza e quindi “eccezionali”.
 
Il Governo ha dovuto mettere in secondo piano l’attuazione e il proseguimento di altre tappe del federalismo interno per contribuire alla nascita di un vero e forte federalismo di tipo europeo, ormai l’unico futuro su cui si può basare il benessere dei cittadini. Alcuni hanno visto nel lavoro svolto sino ad ora dall’Esecutivo semplicemente una temporanea sospensione del progetto, per altri, invece, si tratterebbe di un suo “tradimento” e abbandono, strumentalizzando i problemi per porre nel nulla il lavoro svolto sino ad ora.
In realtà si tratta semplicemente di dare la priorità alla cura del “malato”, unico vero obiettivo e origine di ogni successiva modifica sistemica. Sarebbe sin troppo sterile avanzare su questo terreno se il presupposto che ha visto la nascita del Governo tecnico non venga superato: ossia la messa in sicurezza del nostro Paese.
 
Antonio Marchetta

Federalismo fiscale, ve lo ricordate?

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