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Alla fine, si è conclusa con un sì all´arresto di Luigi Lusi la lunga istruttoria della Giunta per le immunità del Senato: 13 senatori hanno votato infatti questa mattina contro la relazione del pidiellino Giuseppe Saro, che ravvedeva nell´inchiesta sull´ex tesoriere della Margherita ´fumus persecutionis´ da parte dei magistrati romani. Nel Pdl quattro senatori hanno concordato con la tesi del collega Saro, mentre due, Alberto Balboni e Franco Mugnai, hanno preferito non partecipare al voto, in quanto, hanno detto, “non sono arrivati i verbali dell´interrogatorio della segretaria di Lusi”, molto importante, a loro giudizio, per definire l´operato della Procura capitolina.
 
Tant´è, la richiesta di un ulteriore rinvio non è stata avallata dal presidente della Gunta Marco Follini, il quale, come promesso, ha portato al voto finale. Un voto, per dirla con i senatori, anche del Pdl, “piuttosto scontato”, ma che in realtà non pregiudica nulla, visto che la parola definitiva spetta all´Aula, organismo sovrano e autonomo. Certo, Lusi approderà nell´emiciclo con le carte peggiori: reo-confesso e con il voto della Giunta a favore del suo arresto. Potrà solo contare sul voto segreto, sempre che venga richiesto. Stando a quanto ha detto Balboni al termine della riunione della Giunta, non lo chiederà il Pdl, come invece è successo di recente per il voto sull´arresto di Sergio De Gregorio, di cui l´Aula del Senato ha negato l´autorizzazione all´arresto. Per quanto riguardava il voto su de Gregorio, ha infatti raccontato Saro, “ero capogruppo e quindi spettava a me chiederlo e l´ho fatto. Con Lusi no, ma credo che qualcuno lo farà”.
 
Insomma, quella di Lusi potrebbe risolversi come la vicenda precedente vissuta con De Gregorio, e anche l´esito (il no dell´Aula all´arresto, contrariamente al parere della Giunta) potrebbe avviarsi nella stessa direzione.
Anche perchè, a detta di Saro, “Balboni e Mugnai studieranno i verbali della segretaria e potranno fare interventi molto convincenti”. Anche dalla sua relazione, Saro ha estrapolato i punti salienti: “E´ dimostrabile che non c´è possibilità di reiterazione del reato, visto che Lusi non ha più cariche, e tanto meno di inquinamento delle prove, già depositate in Procura”. Insomma, niente estremi per la custodia cautelare, tanto più che uno dei cardini politici del Pdl è il no alla carcerazione preventiva.
 
“C´è un sentimento popolare che vuole il sangue dal sistema politico – ha detto il senatore del Pd Francesco Sanna commentando la seduta di Giunta – ma noi non siamo un Tribunale.
Noi dobbiamo solo verificare che nel procedimento a carico di un senatore non si ravvedano gli estremi di un complotto o di una persecuzione a fini politici. Non mi sembra questo il caso. Per il resto, un senatore è un cittadino comune”. Un cittadino, però, che per finire in manette deve essere ´autorizzato´ dai colleghi, con dibattito parlamentare. Spetterà infatti alla conferenza dei capigruppo stabilire quando l´Aula si esprimerà sul futuro dell´ex tesoriere, ma dovrebbero essere tempi brevi.
 
Quel giorno, sarà Marco Follini, presidente della Giunta, a tenere la relazione introduttiva, con la quale proporrà ai senatori di votare a favore delle richieste dei magistrati romani. Ma nel segreto dell´urna, se ci sarà, tutto può succedere.

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