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Non esiste una “soluzione miracolo”, una “pallottola d´argento” che la Banca centrale europea possa utilizzare per risolvere la crisi nell´area euro, ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. “La Bce continuerà con la sua politica monetaria orientata alla stabilità prezzi”. Questa crisi “è il prodotto di molti fattori”, ha detto ancora Draghi. E tra questi vi è la stessa architettura dell´Ue e dell´Unione monetaria.
 
Tassi invariati
Nonostante l´apparente deterioramento del quadro economico avesse alimentato alcune ipotesi su un possibile taglio, il costo del denaro dell´area euro resta fermo al minimo storico dell´1 per cento.
A comunicarlo è la Banca centrale europea al termine della riunione del Consiglio direttivo, con una decisione in linea con le attese prevalenti sebbene circolassero alcune ipotesi su un possibile taglio.
La decisione è stata presa “con un consenso molto ampio”, ha riferito il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. Una indiretta ammissione del fatto che la decisione non è stata presa all´unanimità. Ma poi ha precisato: “Alcuni componenti del Consiglio direttivo oggi avrebbero preferito un taglio dei tassi di interesse. Non dirò chi”.
Al momento la Bce mantiene una linea attendista che vede i tassi fermi dall´inizio dell´anno, dopo i due tagli da 0,25 punti percentuali operati a novembre e dicembre. Proprio oggi Eurostat ha confermato che nel primo trimestre si è registrato un lieve miglioramento del quadro di insieme dell´economia dell´area euro, con una stabilizzazione del Pil dopo il meno 0,3 per cento subito a fine 2011.
 
Crescita debole
Nell´area euro “la crescita economica resta debole, con una elevata incertezza e crescenti rischi al ribasso”, ha affermato il presidente della Banca centrale europea. Lo stesso Draghi ha poi riferito delle stime aggiornate dei tecnici della Bce: ora si attendono un andamento del Pil tra il meno 0,5 e il più 0,3 per cento quest´anno, mentre sul 2013 stimavano tra crescita a zero e un più 2 per cento. Il dato 2012 è lo stesso fornito tre mesi fa, mentre precedentemente sul 2013 stimavano tra crescita a zero e un più 2,2 per cento.
Anche se è “probabile” che l´inflazione rimanga al di sopra del 2 per cento per il resto dell´anno, la Banca centrale europea continua ad attendersi che mostri un calmieramento rientrando così all´interno dei suoi valori obiettivo di medio periodo. Peraltro le generali attese di inflazione nell´area valutaria “restano saldamente ancorate” ai valori auspicati dalla stessa Bce, ha rilevato Draghi.
 
Risanamento conti pubblici
E per Draghi il risanamento dei conti pubblici nei paesi dell´area euro “non si può basare sul medio termine solo su aumenti delle tasse, servono anche riduzioni della spesa” : “Paesi come la Spagna, come l´Italia, come il Portogallo e l´Irlanda, e perfino la Grecia, hanno intrapreso sforzi enormi e hanno compiuto progressi considerevoli sul risanamento dei conti ora devono continuare e completare questi sforzi”, ha affermato Draghi.
 
Scadenze incombenti
Non ci sono “scadenze” che incombono sull´unione monetaria, ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi che ha comunque riconosciuto come sia lecito “avere preoccupazioni” sulla situazione. Tuttavia interpellato sull´affermazione del noto finanziere George Soros, secondo cui l´area euro avrebbe tre mesi di “sopravvivenza” ancora prima di rischiare una frantumazione, Draghi ha riposto “non credo che sia giusto ipotizzare scadenze in generale, non vedo un processo complesso come quello dell´Unione valutaria come soggetto a scadenze. Più sensato invece avere preoccupazioni sulla situazione e secondo Draghi i paesi dell´area valutaria dovrebbero fare “chiarezza” su come intendano procedere sul processo di integrazione.
 
Economia globale
Non è “equilibrato” dare all´Europa tutta la responsabilità dei problemi dell´economia globale, ha affermato il presidente della Bce. “Anche paesi al di fuori dell´Europa hanno problemi irrisolti”, ha osservato. Certamente le tensioni dei mercati finanziari sono “correlate” ai problemi sui conti pubblici e sugli squilibri nell´Unione europea, ha riconosciuto.
Tuttavia non è l´unico problema presente e Draghi ha auspicato che al prossimo G20 si convenga che “ogni paese deve affrontare i suoi problemi” e poi pensare alle eventuali ricadute esterne di quelli degli altri.

Bce, tassi invariati e crescita debole

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