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Il presidente Napolitano ha confermato che il ricevimento delle istituzioni al Quirinale e la parata militare previsti per oggi e domani in occasione della Festa della Repubblica si svolgeranno regolarmente, seppure ridimensionati.
Come si legge nella nota diffusa dopo l´incontro con i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e il presidente del Consiglio Mario Monti accompagnato dal sottosegretario Antonio Catricalà, le iniziative “saranno improntate a criteri di particolare funzionalità e sobrietà, sia per i limiti entro cui si svolgerà la rassegna militare, sia per i caratteri che assumerà l´incontro in Quirinale con i rappresentanti del Corpo diplomatico, di tutte le istituzioni e di significative espressioni della società civile”.
 
Ma per Napolitano la parata militare non sarà uno sfoggio di divise accompagnato dallo sfrecciare in cielo delle Frecce tricolori, quanto lo sfilare di forze militari e unità operative che assicurano la solidarietà nazionale nei momenti di emergenza come quello del terremoto di questi giorni.
Una funzionalità e sobrietà in rispetto delle zone terremotate dell´Emilia Romagna, dove il capo dello Stato si recherà in visita ufficiale il prossimo 7 giugno. Napolitano, nonostante i tanti appelli affinché fosse cancellata la parata militare, ha preferito dare un segnale di unità delle forze dello Stato, in particolare delle Forze armate, dei corpi di Polizia e della Protezione civile come ´´solido fondamento per il rafforzarsi dell´indispensabile fermezza e fiducia con cui affrontare i problemi dell´oggi e del domani, a cominciare da quelli delle popolazioni e dei territori colpiti dal recente terremoto´´.
 
Il programma
Le celebrazioni avranno inizio a Piazza Venezia dove il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, accompagnato dalle più alte cariche dello Stato, deporrà una corona d`alloro al Sacello del Milite Ignoto in ricordo delle vittime del sisma e di tutti i militari e i civili che hanno servito e servono lo Stato con impegno ed abnegazione, sino all`estremo sacrificio della vita. Un tributo che, in 151 anni di storia, consente oggi al nostro Paese di contribuire, con un ruolo di primo piano, alla sicurezza ed alla stabilità internazionale.
Per onorare la memoria delle vittime del sisma e manifestare la vicinanza a chi soffre, sarà osservato un minuto di silenzio prima dello sfilamento che avrà inizio, alle ore 10.00 lungo Via dei Fori Imperiali. I Gonfaloni delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e delle Provincie di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Reggio Emilia e Rovigo, in rappresentanza delle comunità colpite dal sisma, si posizioneranno presso la tribuna d`Onore.
La parata, articolata su tre settori e fortemente contenuta rispetto al passato, rappresenta l`omaggio che le Forze Armate e i Corpi armati e non dello Stato rendono alla Repubblica Italiana e al suo Presidente. Non sfileranno sistemi d`arma, cavalli e non ci saranno i tradizionali sorvoli delle Frecce Tricolori. Al passaggio davanti alla tribuna presidenziale, le bande e le fanfare interromperanno l`esecuzione delle musiche e marceranno con il solo rullare dei tamburi.
Il primo settore comprende i Reparti rappresentativi della formazione militare con compagnie interforze delle Scuole Militari, delle Accademie Ufficiali, delle Scuole Sottufficiali e degli Enti addestrativi del personale di Truppa.
Il secondo settore comprende i Reparti e le Unità impegnate nelle missioni internazionali nel quale sono inserite anche le bandiere delle Nazioni Unite, dell`Alleanza Atlantica e dell`Unione Europea, le rappresentanze di alcune Nazioni amiche e alleate, con bandiera, e i vessilli di alcuni Comandi e Forze multinazionali in cui il nostro Paese è attivamente impegnato, in Italia e all`estero.
Il terzo settore comprende Enti e Corpi, militari e non, impegnati nelle emergenze e nella cooperazione. In particolare, chiuderà lo sfilamento una simbolica rappresentanza di tutte quelle componenti, militari e civili, ad oggi impegnate in Emilia nelle operazioni di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite dal sisma.
 
Perché non bisogna rinunciarci
Già prima di lasciare Pordenone, anticipando il rientro a Roma per il confronto istituzionale, il Presidente Napolitano aveva sottolineato perché la Repubblica non debba rinunciare a celebrare l´anniversario della sua nascita: “Credo che anche in questo momento la Repubblica, lo Stato e le Istituzioni debbono dare prova di fermezza e di serenità : non possiamo soltanto piangerci addosso. Una cosa è abbracciare le famiglie che piangono per i loro lutti; altra cosa è piangerci addosso come italiani e come istituzioni. Questo non possiamo farlo: abbiamo il dovere di dare un messaggio di fiducia, e ci sono le ragioni per poter dare questo messaggio di fiducia”.
Così come, del resto, è avvenuto con le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell´Unità d´Italia: “Sono state una grandissima cosa, al di là di ogni aspettativa, soprattutto ben al di là di qualche scetticismo con cui erano state accolte all´inizio : c´è stato un risveglio di coscienze, un risveglio di sentimento nazionale, di amor proprio, e anche di senso civico e del dovere comune, che rappresenta davvero un´iniezione di coraggio, di speranza e di sicurezza per le sfide complesse che abbiamo davanti”.
 
v.c.

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