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Oltre a quella fisica, abbagliante e seducente, la vera grande bellezza di Robert Redford é consistita nel fatto, assolutamente inedito per un pianeta a sé come Hollywood cinico, interessato e corrotto, che è sempre riuscito ad interpretare al cinema tutti i suoi ideali politici, sociali ed umanitari. Da Come Eravamo ad A piedi nudi nel parco, Tutti gli uomini del Presidente, Tre giorni del Condor, La stangata, Il grande Gatsby, L’uomo che sussurrava ai cavalli, Leoni per agnelli, da I diari della motocicletta fino a La regola del silenzio, tutti i film e le interpretazioni di Redford hanno spesso aiutato l’America e il mondo a comprendere dove stessero andando.

Talento da Oscar come dimostra le due statuette vinte e quelle molto più numerose fatte vincere, ma anche molta determinazione e coerenza, é stata una star che ha cambiato il modo di fare e intendere il cinema. Redford è spirato nel sonno, probabilmente sognando una delle sue ormai leggendarie interpretazioni che hanno fatto sognare intere generazioni. Ed é altamente simbolico, per sottolineare l’indole liberal e libertario di Redford, ricordare al cospetto di un’irriconoscibile America trumpiana che angoscia il mondo, le parole dette nel 2006 dall’attore Premio Oscar al Lido di Venezia dove aveva presentato fuori concorso, The company you keep, tradotto in Italia in La regola del silenzio, thriller tra politica e impegno:

“Ogni generazione ha la possibilità di diventare guida del proprio tempo. Mi rattrista vedere che la mia sia così corrotta da non cogliere questa opportunità che poi é anche un dovere che abbiamo rispetto ai giovani di oggi: dovremmo lasciare in eredità qualcosa di buono piuttosto che un mondo che sta marcendo”.

Robert Redford, l’Oscar che interpretava gli ideali della sua vita

Era l’incarnazione di un ideale hollywoodiano mai realmente materializzatosi compiutamente perché schiacciato dal business:  bellezza e talento, carisma e integrità, successo, impegno civile e anima indipendente. Robert Redford, attore, regista e produttore, ha attraversato oltre mezzo secolo di cinema americano portando in scena il lato più riflessivo dell’eroe, l’impegno morale dell’idealista, la fragilità dietro al sorriso. Il ricordo di Gianfranco D’Anna

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