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La manovra italiana avanza, nel segno della stabilità dei conti pubblici. A dispetto di una Francia che vive il suo peggior incubo, con un deficit al 5,8% e fresca di declassamento da parte di Fitch. E l’architetto della legge di Bilancio, Giancarlo Giorgetti, ha già fatto capire che non ci saranno alchimie o esperimenti, ma solo misure dalla copertura certa. Proprio quella prudenza che è stata il sale delle ultime manovre e artefice del tesoretto da 11 miliardi accumulato nei primi due anni di governo grazie alla minor spesa in interessi sul debito sovrano. La linea, insomma, non cambia, come ha messo in chiaro Giorgetti intervenendo alla festa dell’Udc.

“Ci sentiamo di confermare le previsioni macroeconomiche fatte per questi anni. Poi ci sono altri fattori che incideranno”, ha esordito il titolare del Tesoro. “Quello che penso è che come in una macchina c’è chi accelera e accelera sempre e c’è chi frena e usa la frizione che permette alla macchina di guidare sicura nel suo tragitto. Il mio obiettivo è di garantire che la macchina arrivi a destinazione in piena efficienza. Se ogni tanto freno e aziono la frizione lo faccio per il bene di tutti, soprattutto dell’Italia”. Tradotto, alla fine i conti devono tornare, pena la perdita della credibilità acquisita in questi anni.

Giorgetti è poi entrato nel merito, toccando temi molto cari al governo. Il più caro è il taglio delle tasse sul ceto medio, nuovo mantra dentro Palazzo Chigi. “Un eventuale taglio dell’Irpef sarà valutato solo dopo aver messo in fila le priorità in un quadro nuovo che vede il governo dover finanziare le spese per la difesa e il sostegno all’Ucraina che non sono gratis”. Il riferimento è all’aumento di budget per la difesa concordato con Europa e Nato e che, inevitabilmente, impatterà sui conti. “Nella nostra programmazione come fanno tutte le persone serie e responsabili avevamo e abbiamo previsto il proseguimento del sollievo fiscale che abbiamo pensato e concepito per tutti ma partendo per i due anni precedenti per i redditi più bassi. Tutti dicevamo che era impossibile invece abbiamo dimostrato come sia compatibile una disciplina di bilancio con queste riduzioni”.

Ed ecco il realismo. “Naturalmente il nostro obiettivo è fare queste cose con una lista di priorità. Quello che mi sono sentito in dovere di dire è che gli impegni internazionali connessi alle spese per la difesa e il sostegno all’Ucraina non sono gratis e che quindi sono un elemento nuovo che dobbiamo considerare. Tenuto conto il quadro di insieme metteremo in fila le prioritià. So perfettamente quali sono e lo faremo sempre in modo serio ripondeno al nostro programma elettorale”. Quanto alla spinta al ceto medio, “on c’è una manovra correttiva e anzi quello che ci sentiamo di fare è di andare incontro alle famiglie e ai lavoratori, tenendo conto che è nostro dovere la capacità aiutare le famiglie numerose e con figli al mantenimento del nucleo familiare. Nelle Leggi di Bilancio sempre la cosa che si doveva fare era concentrarsi sui tagli e le misure. Noi semplicemente avendo fatto un bilancio pluriennale serio e prudente”.

Non poteva infine mancare un passaggio sulle banche, dal momento che il partito che esprime Giorgetti è tra i primi sponsor di un contributo del sistema bancario alla manovra, sotto forma di prelievo. Misura che come sempre crea polemiche e dibattiti e un po’ schivata dallo stesso ministro. “Un eventuale contributo straordinario delle banche per la prossima manovra dovrà essere una valutazione politica che potrà essere fatta solo tra due settimane quando il quadro di priorità sarà definito. Abbiamo un quadro generale in cui dobbiamo considerare tutti gli aspetti, le spese, le entrate, chi contribuisce, quali tipi di spese, a partire da un concetto fondamentale: penso che chiunque faccia l’amministratore pubblico debba valutare con attenzione ogni euro speso dalla pubblica amministrazione perché implica un sacrificio di tassazione per qualcuno”.

Ceto medio, Difesa e tanta prudenza. La linea Giorgetti verso la manovra

Il ministro dell’Economia, che in questi giorni sta costruendo la quarta legge di Bilancio del governo Meloni, detta la linea. Il taglio dell’Irpef, coperture permettendo, resta al centro dell’agenda, ma non ci sarà spazio per alchimie e giochi di prestigio. Anche perché ci sarà da aumentare la spesa per la Difesa

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