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Aumentare la cadenza dei lanci di Ariane 6 oltre la soglia dei dieci all’anno. È questa la prospettiva delineata dall’amministratore delegato di Arianespace, David Cavaillolès, nel corso della World space business week. L’annuncio arriva in una fase delicata per il mercato globale del trasporto spaziale, dominato dalla concorrenza di SpaceX e in attesa dei grandi progetti istituzionali europei. Cavaillolès ha spiegato che la società sta valutando scenari di crescita in base all’evoluzione della domanda, sia istituzionale che commerciale: “Ora stiamo riaprendo il caso” ha dichiarato, sottolineando come nuove costellazioni satellitari possano spingere verso un aumento della capacità. In particolare, i programmi europei come Iris2 e il Progetto Kuiper di Amazon potrebbero rivelarsi decisivi: “Se Kuiper, e io auguro loro di avere successo, continua ad accelerare e allo stesso tempo ci sono alcuni grandi progetti istituzionali, allora il mercato cambierà davvero, e in questo caso dovremmo prepararci ad aumentare il ritmo”.

Il manager ha però precisato che eventuali investimenti, come la costruzione di una seconda rampa di lancio in Guyana francese, richiederebbero tempi lunghi: “Ci sono alcuni ostacoli che sono più facili da rimuovere”, ha spiegato, facendo riferimento a possibili aggiornamenti infrastrutturali per ridurre la durata delle campagne di lancio. La decisione, secondo Cavaillolès, dovrà essere presa entro uno o due anni se si vuole arrivare pronti al 2029-2030: “Se domani si confermasse che c’è un altro cliente interessato a noi e disposto a impegnarsi con noi per un certo numero di lanciatori all’anno, allora avremmo una solida base per pensare seriamente a tali investimenti”.

Chi sviluppa e come nasce il vettore europeo

Il nuovo lanciatore europeo, sviluppato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) insieme all’industria europea, rappresenta l’evoluzione della storica famiglia Ariane. Disponibile in due versioni, Ariane 62, con due booster laterali, e Ariane 64, con quattro booster per missioni più pesanti, il razzo ha compiuto il suo volo inaugurale nel 2024 dalla base di Kourou, in Guyana francese, ottenendo un pieno successo. L’Italia partecipa al programma attraverso Avio, che ha un ruolo di primo piano nella realizzazione dei booster a propellente solido. Questi componenti sono fondamentali per garantire la spinta iniziale al razzo. Con questo contributo, Avio consolida la posizione del nostro Paese nel settore spaziale europeo, accanto al proprio lanciatore Vega C.

Il futuro di Ariane 6 e di Arianespace dipende ora dalla capacità di rispondere alla crescente domanda globale. Una maggiore frequenza di lanci significherebbe rafforzare l’autonomia dell’Europa nell’accesso allo spazio, in un contesto in cui l’Esa e i partner industriali puntano a non restare indietro rispetto ai colossi americani e alle nuove potenze emergenti. Se il ritmo aumenterà davvero, Ariane 6 potrà affermarsi come pilastro del sistema spaziale europeo, garantendo competitività e indipendenza strategica.

Più di dieci lanci ogni anno. La scommessa di Arianespace

Arianespace valuta di aumentare la frequenza di lanci di Ariane 6 oltre i dieci all’anno. L’ad David Cavaillolès ha spiegato che la decisione dipenderà dall’evoluzione della domanda, spinta da programmi come Iris2 e il Progetto Kuiper di Amazon. Ariane 6, sviluppato dall’Esa con l’industria europea e con il contributo di Avio per i booster, ha esordito con successo nel 2024

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