Skip to main content
Un cammino in un deserto romano, verso una terra promessa, una promessa qualsiasi, una terra qualunque. Una sola famiglia inibita tra due mondi e tre generazioni, che assieme compongono una figura estranea a se stessa e al mondo, l’ebreo errante, appartenente a sé e a nessuno. Un cammino di chi non ha rinunciato all’idea di essere un uomo libero, privo di certezze e orientamenti, immobile di fronte ad infinite scelte, in costante movimento davanti a stati armati da divieti di accesso e porte blindate. Si tratta di un mondo libero, Il mondo libero, il nuovo romanzo di David Bezmozgis, in uscita in Italia a fine gennaio.
 
Elencato dal New Yorker tra i 20 migliori narratori americani under 40, Bezmozgis torna con un libro che sembra abbia tutti i requisiti per divenire un vero caso letterario, realizzando le profezie espresse in parte con la pubblicazione del suo precedente libro Natasha. Insieme a Bezmozgis, sotto lo stesso tetto esclusivo letterario, si trova Gary Shteyngart, un giovane scrittore russo americano di origini ebraiche, già classificato dal New York Times con il suo libro Storia d’amore vera e superstite (Guanda), al terzo posto tra i 10 migliori libri dell’anno 2010. Un caso oppure una nuova tendenza letteraria, dominata dai supereroi non eroi dell’est, in grado di conquistare lettori occidentali in tutto il mondo? Il tempo lo dirà, in ogni caso Il mondo libero, con la sua straordinaria maturità letteraria, riesce con ironia e precisione a far anche altro, trasformando la vera essenza del termine “straniero” in un concetto familiare ad ognuno di noi.
 
Ambientato a Roma nel 1978, che con “la sua soffocante calura estiva, lo sporco e il disordine” può “pretendere di far parte dell’Europa soltanto da un punto di vista geografico”, l’esodo di Bezmozgis, viene descritto in un modo asciutto e pragmatico. Tralasciando ogni traccia di pathos ed eccitazione di chi ha abbandonato la sua terra, la sua patria, la sua casa paterna, diretto verso la casualità ancor prima che “verso la terra che ti mostrerò” (Lech Lecha, Genesi). Di chi come Abramo, ha solo una strada davanti e non può più tornare indietro.
Gli immigrati di Bezmozgis, raccontati con sensibilità, talento e delicatezza non comuni, sono degli esseri umani infelici contenti, predisposti alla sopravvivenza, “dopo una vita passata a scansare la morte”. Persone, prima ancora che immigrati e soprattutto prima di essere ebrei, spinti alla ricerca di un mondo libero, creato per loro, uomini liberi e disillusi, in un cammino verso un futuro perseguitato dalle irrimediabili perdite quotidiane del passato. Tutte le strade potrebbero portare verso Israele, un’opzione aperta, ricambiata a volte per una sconfitta, altre per patologia, quando “farsi uccidere o mutilare in Libano, o in Egitto, o ovunque colassero le pallottole” sembrerebbe “svuotare di ogni significato la decisione di andarsene dall’Unione Sovietica”.
 
In questo cammino kafkiano-ceckoviano e comunque di pura natura ebraica, la fede e la felicità sono delle pecore smarrite, in un percorso immigratorio e per questo trasversale, dove un forte senso di estraneità, non fa altro che esaltare i valori del rispetto e della lealtà intrafamiliare tramandati in un esodo iniziato tempo fa, ancora in essere nei nostri giorni.

Letture kosher di gennaio 2012

Un cammino in un deserto romano, verso una terra promessa, una promessa qualsiasi, una terra qualunque. Una sola famiglia inibita tra due mondi e tre generazioni, che assieme compongono una figura estranea a se stessa e al mondo, l’ebreo errante, appartenente a sé e a nessuno. Un cammino di chi non ha rinunciato all’idea di essere un uomo libero, privo…

Fiori di carta di gennaio 2012

Aver trent’anni e tentare un bilancio della propria esistenza mette a nudo soprattutto lo spaesamento rispetto alla società nella quale si è cresciuti; il vuoto che sta alle spalle specchia la povertà dei progetti che ci appartengono. È difficile, tanto più a trent’anni, che un bilancio esistenziale si chiuda in attivo, e così la ricostruzione di una vita si trasforma…

Inchiostri di gennaio 2012

Giancarlo Elia Valori Il Nuovo Mediterraneo Excelsior 1881, pp. 229, euro 24,50 L’heartland euroasiatico è “il prossimo campo di battaglia”: questa concezione classica della geopolitica inquadra la lettura del Mediterraneo non più come mare chiuso o di frontiera, ma attraversato da linee di forza globali, lago multipolare per eccellenza. Su questo sfondo Valori conduce una dettagliata analisi delle forze politico-sociali…

Fede, riforma e società

Fede. L’uso oggi di questa parola strana sembra richiamare all’istante tanti miraggi, invero un po’ fumosi, e mai niente che abbia a che vedere con la politica. La fede – si dice – è una questione religiosa, magica, di coscienza, interagisce con la credulità che è certamente un fenomeno di psicologia sociale, forse perfino di patologia collettiva, il quale perciò…

Presto, che è tardi

La diciassettesima Conference of parties, che si è conclusa due giorni dopo la scadenza prevista, ha lasciato una grande incertezza sul suo reale esito, alimentando diverse correnti di pensiero. La presidenza della Cop17, alle 5,28 dell’11 dicembre, riportava tramite la pagina ufficiale di facebook: “Breaking news: Durban produces very positive outcomes. Second commitment of Kyoto Protocol: done. Green climate fund:…

Ma tagliare le emissioni non basta

La tappa di Durban nell’infinita serie di summit climatici si è conclusa, come era prevedibile, con la riconferma della salda convinzione delle Nazioni Unite che la più importante risposta al riscaldamento globale può venire solo da un forte accordo per tagliare le emissioni. Quello che si dimentica quasi sempre, tuttavia, è che se vogliamo risolvere i problemi quali sono nella…

Le caste all'ombra dei grattacieli

La crisi economica mondiale porterà, secondo le ultime stime degli istituti internazionali, a un calo di circa il 2% della crescita dell’economia indiana. Dovrebbe trattarsi tuttavia di un semplice rallentamento, che non andrebbe a compromettere il processo costante di espansione economica che dura da oltre un decennio, permettendo ormai a molti settori dell’economia di operare con tecnologie non importate dall’estero.…

Strategie win win tra Roma e New Delhi

Per capire l’economia indiana occorre partire dalle cifre: l’India ha chiuso l’anno fiscale 2010-2011 con una crescita del Pil dell’8,5%, in un contesto di generale aumento dei redditi e dei consumi della popolazione. Cominciano tuttavia a manifestarsi i primi segnali di rallentamento della crescita, che si riflettono soprattutto nell’indice di produzione industriale, attestatosi a metà 2011 sul 5%, dall’8% dell’anno…

Cui prodest, Mr. Cameron?

Ancora una volta l’Inghilterra si è tirata indietro di fronte alla proposta franco-tedesca e italiana di giungere ad un accordo per la revisione dei Trattati europei, convenendo entro il prossimo marzo 2012 di modificare in senso più restrittivo le norme riguardanti la gestione del bilancio degli Stati membri dell’Unione. Se guardando alla storia anche più recente non stupisce la decisione…

Outlook 2012, rischi e speranze

Il tasso di crescita dell’economia mondiale rimane relativamente soddisfacente, grazie alla spinta dei mercati emergenti e alle sorprese positive del ciclo Usa. Ma questo non compensa la situazione di recessione nella quale è già entrata l’area euro, alla quale tutto il mondo sta guardando per comprendere se vi sarà una risoluzione delle grosse tensioni fiscali attraverso una maggiore integrazione fiscale…

×

Iscriviti alla newsletter