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Il 15 marzo entrerà in funzione il Fondo di rotazione per il protocollo di Kyoto, un credito agevolato stanziato con la Finanziaria del 2007. “E´ arrivato il momento di aprire questo salvadanaio, lo faremo il 15 marzo”, ha annunciato il ministro dell´Ambiente Corrado Clini.
 
 
Energia, 600 milioni per gli incentivi verdi
Di Antonio Cianciullo
 
Comincia la fase due, le misure di rilancio dopo i tagli. Nell´Italia soffocata dalla crisi di liquidità arriva una boccata d´ossigeno: 600 milioni di euro per l´efficienza energetica e le fonti rinnovabili su piccola scala, un volano che muoverà, grazie ai meccanismi di cofinanziamento, una capacità di spesa pari a 3 miliardi di euro.
 
E´ il Fondo di rotazione per il protocollo di Kyoto, un credito agevolato stanziato con la Finanziaria del 2007 e mai entrato in funzione. “E´ arrivato il momento di aprire questo salvadanaio, lo faremo il 15 marzo”, annuncia il ministro dell´Ambiente Corrado Clini. “Si tratta di una misura anticiclica importante perché pe rmetterà alle famiglie, ai condomini, alle imprese, agli enti pubblici di attingere a fondi disponibili a un tasso d´interesse dello 0,5%. Con questi fondi si potranno fare investimenti che, grazie alla diminuzione della bolletta energetica, si ripagano da soli nel giro di 3 o 4 anni e poi continuano a funzionare per un lungo periodo fornendo utili”.
 
Non sitratta di investimenti a fondo perduto, ma di un finanziamento a 3-5 anni che sarà garantito dalla Cassa Depositi e Prestiti: sono soldi che vengono restituiti e tornano in circolazione per essere nuovamente reinvestiti, creando una capacità di spesa valutata in 3 miliardi di curo. Che potrebbe aumentare se, come è nelle intenzioni del ministero dell´Ambiente, una buona parte del mezzo miliardo di euro annuo ricavato dal sistema dell´emission trading (l´acquisto delle quote di CO2 da parte delle industrie) verrà destinato ad alimentare questo fondo.
 
Secondo le previsioni, il prossimo anno si arriverebbe così a un miliardo di euro. “E´ una cifra importante con la quale contiamo di far fare un salto al sistema energetico del Paese puntando sulla generazione distribuita, cioè su una serie di mini interventi che, sommandosi, producono un grande beneficio in termini energetici, occupazionali ed ambientali”, aggiunge Clini. “Oggi l´efficienza complessiva del sistema energetico è di circa il 40%, che scende al 35% calcolando la dispersione lungo la rete. Mettendo assieme smart gride interventi di trigenerazione, quelli che permettono di avere elettricità, calore e fresco, si può arrivare al 75-80%. Vuol dire ottenere più del doppio in termini di risultato per ogni unità energetica impiegata”.
 
Il pacchetto delle misure che po-trannoesserefinanziate-echesicu-mula agli sgravi fiscali del 55% per le ristrutturazioni ecologiche degli edifici – è molto ampio. Si parte con la micro cogenerazione, cioè con impianti di piccola taglia per fornire elettricità e calore partendo da gas naturale, biogas, hiomasse vegetali. Si prosegue con le rinnovabili, sempre di taglia ridotta, includendo eolico, idrico, solare termico, fotovoltaico integrato. Si passa per i motori elettrici (l´ex vicepresidente di Confindustria Pasquale Pistorio aveva calcolato che se tutti i motori elettrici installati nelle imprese venissero sostituiti con motori ad alta efficienza, si potrebbe risparmiare il 7% dell´intero consumo elettrico italiano). Si conclude con l´edilizia: interventi sulla struttura degli edifici e clima-tizzazione con teleriscaldamento da piccoli impianti di cogenerazione o con mini impianti geotermici. Un assieme di misure di cui abbiamo decisamente bisogno visto che il Paese perde colpi: nel campo dell´efficienza energetica eravamo ai primi posti ma da molti anni le nostre prestazioni migliorano lentamente, mentre le perfomance dei concorrenti crescono rapidamente. Viaggiamo a un terzo della velocità media europea. La penetrazione capillare degli elettrodomestici ad alta efficienza ci ha dato una boccata d´ossigeno, ma la st rada da percorrere è ancora molto lunga.
 
Basta pensare ad esempio al settore edilizio, in cui abbiamo consumi per metro quadrato doppi rispetto alla media europea. Abbiamo frenato proprio mentre l´Unione Europea chiedeva a tutti, con la direttiva sugli edifici a energia tendente a zero, uno sforzo supplementare a partire dal 2020. La capacità reattiva del Paese di fronte all´opportunità degli sgravi fiscali al 55% per la ristrutturazione ecologica degli appartamenti ha però dimostrato che c´è la possibilità di un recupero veloce: milioni di famiglie si sono attivate dando anche un contributo all´incremento del gettito fiscale grazie alla riduzione della quota di lavoro in nero. Adesso la scommessa può essere rilanciata.
 
Da Repubblica Affari e Finanza oggi in edicola

Energia, la scommessa dell'effic​ienza e il fondo Kyoto

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