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Un ragionamento ad ampio spettro su politica e antipolitica, giovani e riforme, Italia ed Europa. La lectio magistralis del presidente Giorgio Napolitano a Bologna per il conferimento della laurea honoris causa in Scienze politiche tocca tutti i punti a lui più cari.
 
In una città blindata dalle forze dell´ordine per le manifestazioni di studenti universitari e centri sociali, il capo dello Stato esordisce con un no alla violenza:
“Metto in guardia contro la pericolosità di reazioni contro qualsiasi provvedimento legislativo che vadano ben al di là di richieste di ascolto e confronto e anche di proteste nel rispetto della legalità, per sfociare nel ribellismo e in forzature e violenze inamissibili”.

Per questo, secondo Napolitano, è importante “il consolidarsi nei prossimi mesi in Parlamento e nei rapporti politici del clima costruttivo già delineatosi che risponde all´interesse delle stesse forze politiche per il superamento della crisi”.
 
Le riforme necessarie
Al più presto “si dovrà verificare in Parlamento anche la possibilità di definire – o di prospettare credibilmente – revisioni di norme della seconda parte della Costituzione, come si riuscì a fare anni fa solo con la riforma del Titolo V in senso più conseguentemente autonomistico”. Nei prossimi mesi “l´apporto della politica” sarà “decisivo” anche a seguito della nascita del nuovo governo tecnico di Mario Monti. Infatti, secondo il presidente, ai partiti “spetta creare le condizioni per il rilancio di una competizione non lacerante – quando al termine della legislatura gli elettori saranno chiamati alle urne – e per il nuovo avvio di una dialettica di alternanza non più inficiata da una conflittualità paralizzante e non chiusa alle convergenze politiche che le esigenze e l´interesse del paese potranno richiedere”.
 
I giovani e l´antipolitica
Nel suo intervento, Napolitano si è rivolto in particolare ai giovani: “Tra il rifiutare i partiti e il rifiutare la politica, l´estraniarsi con disgusto dalla politica, il passo non è lungo: ed è fatale perché conduce alla fine della democrazia e quindi della libertà”. “Dei partiti come della politica – ha aggiunto – bisogna avere una visione non demoniaca, ma razionale e realistica”.
E sui miracoli di “internet”, avverte: “Non si prenda l´abbaglio di ritenere che la soluzione” alla crisi della politica “sia offerta dal miracolo delle nuove tecnologie informatiche, dall´avvento della Rete: questa – ha detto Napolitano – fornisce soltanto in un modo fino a ieri imprevedibile accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all´aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi”.
Ma il ruolo della politica, afferma, è “insostituibile” perché è “decisivo per la soluzione dei problemi di cambiamento e sviluppo della società”.
 
La sfida dell´Europa
In tutta Europa “le risposte delle leadership politiche e di governo nazionali” in questi ultimi mesi “si sono fatte più incerte e problematiche”. Questo è evidente, secondo Napolitano, dal fatto che “si è esteso in varie parti d´Europa il fenomeno di reazioni populiste, di aperto rigetto dei vincoli di corresponsabilità e solidarietà europea, di anacronistica difesa di posizioni acquisite e di privilegi corporativi”. Questo scenario, secondo Napolitano, ha “trovato sbocco nell´affermarsi di nuove formazioni di stampo, appunto, populistico e ha più in generale eroso antiche basi di fiducia nella politica, nei partiti tradizionali, nelle istituzioni”.
Sono queste secondo il presidente “le spinte e le sfide fino a ieri imprevedibili cui deve far fronte la politica democratica in Europa. Questo è lo sfondo dentro al quale va collocata anche la visione delle cose italiane”.
 
Il sito del Quirinale con tutte le foto

Laurea honoris causa per Napolitano: no alla violenza

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