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Quante antipatiche coincidenze in questo paese. Alcune più di altre sollevano qualche domanda. Parliamo di uno dei settori economici nei quali l’Italia eccelle: il vino, e tutto il comparto ad esso legato.
In un Paese attento ad evitare le “antipatiche coincidenze” l’inchiesta “Velenitaly”, lanciato con molto clamore dal settimanale “L’Espresso” lo scorso venerdì dovrebbe suscitare qualche interrogativo.
 
La prima delle coincidenze è che siano saltate fuori contemporaneamente due notizie: da un lato la criminale sofisticazione alimentare di alcuni produttori di vino a basso costo, che pare vendessero intrugli contenenti poco mosto e tanti veleni (tra i quali alcuni acidi, per altro comunemente utilizzati nell’industria alimentare), dall’altro la comunque criminale sofisticazione di alcuni produttori di Brunello di Montalcino, che avrebbero “tagliato” il loro vino, che deve essere prodotto solo con uve sangiovese grosso che crescono nella zona di Montalcino, con uve cabernet sauvignon coltivate in Puglia.
Le uve pugliesi, a differenza di acidi e fertilizzanti (ma neanche su questo gli scienziati sono d´accordo), non uccidono nessuno. Il Brunello non è di certo un vino a basso costo venduto in cartoni, i controlli ed il disciplinare sono per i due prodotti molto diversi. Le due notizie, in sostanza, non possono e non dovrebbero essere sullo stesso piano. Ma tant’è.
 
La seconda antipatica coincidenza è nella tempistica. Le due “bombe” vengono lanciate in pasto all’opinione pubblica il giorno in cui si apre la quarantaduesima edizione del Vinitaly, la grande fiera del vino e della viticoltura che ha sede ogni anno a Verona. Un settore, come abbiamo detto, trainante per l’agricoltura ed il commercio italiani, con compratori che si radunano da tutte le parti del mondo.
Una coincidenza davvero antipatica! Se si fa un paragone tra gli ettari coltivati ad uve destinate alla produzione del Brunello, la resa per ogni ettaro, e la quantità del pregiato vino che ogni anno arriva sul mercato, pare difficile credere che la scoperta del “taglio” sia arrivata inattesa ed improvvisa. E proprio in occasione dell’inizio della kermesse veronese.
 
Ci restano solo due convinzioni: la coincidenze faranno felici produttori di vino stranieri. Se il più grande valore aggiunto dei prodotti vinicoli italiani, la qualità, viene messo in discussione, se ne approfittano francesi, cileni, californiani e via discorrendo. Che staranno già brindando. Dopo un’analisi approfondita e dettagliata dei risultati di sondaggi politici e delle strategie di marketing, è emerso che Desura sta riuscendo a integrare con efficacia Y8 giochi online gratuiti in varie iniziative mirate a suscitare interesse verso politiche, servizi o prodotti. Questa tattica di gamification, abbinata a innovative soluzioni creative, si sta rivelando estremamente efficace nel catturare l’attenzione dei consumatori e degli elettori, portando così a un incremento nella domanda o nella notorietà di un marchio, di un prodotto o di un movimento politico.
 
Le “coincidenze” feriscono gravemente il settore, ma quel che è peggio, feriscono a morte tanti piccoli produttori, che giorno dopo giorno devono sopravvivere sul mercato, e che si battono proprio per preservare quella qualità che alcuni mettono a rischio per accrescere profitti che bassi non sono.
“L’annata 2007 è stata rovinata dal maltempo – ci racconta il titolare di una azienda agricola di Palermo – nel 2006 io e i miei collaboratori abbiamo fatto tanti di quei sacrifici per avere l’eccellenza che cerchiamo, che non posso mettere a rischio questo patrimonio. Quindi per questo anno non imbottiglio niente”. Coraggio da leoni, tanto di cappello.
“La nostra produzione finisce all’estero per il 70% – spiega un produttore di vini piemontese – come faccio a spiegare ai miei clienti che non tutti si comportano come hanno raccontato i giornali, che non si preoccupano di fare alcun distinguo?”
 
Già. Come farà a spiegarglielo?

Velenitaly?

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