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La desertificazione commerciale dei centri urbani, e in particolar modo dei centri storici, ed il conseguente degrado delle aree urbane è un problema di grande attualità ancora in cerca di adeguate soluzioni. Un problema che va di pari passo con una diffusa e crescente diminuzione della qualità della vita delle città, una percezione di scarsa sicurezza e di ordine pubblico e, in genere, un impoverimento del ruolo e del valore sociale del centro cittadino.
Un centro depauperato delle attività commerciali degrada in un “quartiere ghetto” o in un “quartiere dormitorio”.

Il contrario della desertificazione è, invece, un centro urbano che vive, “salotto buono” della città che diviene un grande contenitore non solo commerciale ma anche di cultura, di arte, di enogastronomia, di artigianato, di divertimento. Evidentemente gli strumenti classici della pianificazione urbanistica adottati finora non bastano. Occorre, quindi, introdurre, accanto a questi strumenti, ulteriori misure che coinvolgano tutti gli attori in campo: amministrazioni locali, imprenditori, commercianti, proprietari di immobili, cittadini residenti.

Il “mix” di misure, che naturalmente spetta solo al legislatore valutare ed adottare, potrebbe, ad esempio, andare dall’introduzione della “cedolare secca” in favore dei proprietari che affittano locali ad uso commerciale, con beneficio condiviso tra locatore e conduttore attraverso il contenimento e la riduzione dei canoni, garantendo, al contempo, la presenza e la varietà di attività di particolare interesse merceologico, al riconoscimento di un regime fiscale di vantaggio temporaneo (imposta sostitutiva in luogo delle imposte sui redditi) per gli imprenditori che intraprendono un’attività commerciale in aree urbane degradate e, in particolar modo, nei centri storici.

Le amministrazioni locali potrebbero, inoltre, riconoscere ad entrambi gli “attori in campo” coinvolti nel processo di rivitalizzazione e di riqualificazione dei centri urbani (proprietari di immobili commerciali e commercianti/imprenditori) agevolazioni sui tributi e sulle tariffe di propria competenza (IMU, Tari, canone unico, eccetera).

Si tratta, naturalmente, solo di esempi perché la sfida è grande e necessita di risorse finanziarie ma l’obiettivo da raggiungere è altrettanto importante: trasformare i nostri centri urbani, e in particolar modo i centri storici delle nostre città, non solo in luoghi di consumo, ma in luoghi di aggregazione, di appartenenza, di dialogo. Per fare ciò è indispensabile, però, il coinvolgimento di tutti: istituzioni locali, cittadini, commercianti, proprietari di immobili; ossia di tutti coloro che sono accomunati dal desiderio di riappropriarsi della propria città e dei suoi valori culturali e storici.

Ecco come salvare le città dalla desertificazione commerciale

Di Vincenzo De Luca

Misure fiscali precise possono aiutare i centri urbani in piena agonia. Ma per fare ciò è indispensabile, però, il coinvolgimento di tutti: istituzioni locali, cittadini, commercianti, proprietari di immobili; ossia di tutti coloro che sono accomunati dal desiderio di riappropriarsi della propria città e dei suoi valori culturali e storici. Il commento di Vincenzo De Luca, responsabile fisco di Confcommercio

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