Skip to main content

“È di vitale importanza” combattere la disinformazione. “Ovunque ci siano voci non credibili che condividono falsità dobbiamo avere voci credibili che condividano la verità”. A parlare è Lindsay Holst, Deputy Assistant Secretary of State for Digital Strategy presso Bureau of Global Public Affairs degli Stati Uniti, già impegnata come advisor nella squadra digitale della campagna Biden-Harris e alla Casa Bianca al fianco sia del presidente Barack Obama sia dell’allora vicepresidente Joe Biden. Formiche.net l’ha raggiunta per parlare dei temi al centro della discussione “GenZ, the News, and the World” ospitata presso l’ambasciata italiana a Washington dall’ambasciatrice Mariangela Zappia.

“È fondamentale scegliere chi comunica il messaggio”, continua Holst sottolineando l’importanza di essere “estremamente creativi” in questa fase. “Per esempio, se il governo degli Stati Uniti non è ritenuto affidabile dalle persone che si lasciano ingannare dalla disinformazione, dobbiamo collaborare con voci credibili”.

Per questo motivo, servono “partnership” con il settore privato. “Non si tratta solo di disinformazione”, sottolinea Holst. “Ma anche di come comunicare in modo moderno con persone che potrebbero non essere già inclini a seguirci. Sono molto specifiche le persone che potrebbero voler seguire il dipartimento di Stato degli Stati Uniti sui social media. Quindi, non dobbiamo limitarci ai contenuti che produciamo per i nostri canali, ma assicurarci di far emergere il nostro messaggio e i nostri funzionari sulle piattaforme e sui canali in cui la generazione Z, per esempio, trascorre il proprio tempo”, spiega.

Recentemente il segretario Antony Blinken è stato a Bangkok, in Thailandia, per la ministeriale dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation). In quell’occasione, racconta Holst, ha incontrato due creators di YouTube thailandesi e uno americano, che assieme raggiungono più di 7 milioni di persone solo sulla piattaforma. “Hanno parlato di come il linguaggio possa metterci in contatto, dell’importanza di studiare all’estero, della tecnologia e delle donne nel settore tecnologico. Hanno postato sui loro canali, hanno prodotto i loro contenuti e il loro pubblico ha ascoltato il Dipartimento di Stato americano”, racconta Holst citando questo come un esempio di collaborazione virtuosa.

Ma il Dipartimento di Stato “è una grande agenzia governativa che svolge un lavoro molto serio con implicazioni sulla vita di milioni di persone ogni giorno”, evidenzia Holst. “Per questo, bisogna costantemente calibrare e bilanciare la serietà di ciò che stiamo facendo con le tattiche che impieghiamo. È molto importante rendere il nostro lavoro accessibile. Lo facciamo con i contenuti che produciamo dai nostri canali per renderli più fruibili, informali, meno costruiti e con un po’ più di umorismo quando è appropriato. Il tutto raccontato dalle persone più giovani del nostro staff, che possono rimuovere gli strati di burocrazia e rendere la nostra presenza più accessibile”, aggiunge.

“In passato potevamo dire: ‘Oggi abbiamo avuto un bilaterale con il nostro amico, ecco il resoconto, ecco di cosa abbiamo parlato, ecco una foto’”, spiega ancora. “Ora potremmo dire cos’è un bilaterale, perché lo facciamo, perché dovrebbe interessarti. Si tratta di un esercizio importante per rendere la politica, la nostra visione e i nostri valori nel mondo meno opachi e più accessibili. La diplomazia non dovrebbe essere solo qualcuno con una spilla sul bavero davanti a una bandiera. Siamo così saturi di queste immagini. E dobbiamo rendere umani i nostri leader, in modi che potremmo anche non prevedere”, conclude.

Questa nuova impostazione si ritrova, per esempio, in un tweet di alcuni giorni fa condiviso dall’Ambasciata statunitense a Roma che ha condiviso questo video di David Helvey, funzionario del Pentagono alla rappresentanza permanente presso la Nato, che spiega le sfide poste dalla Cina dimostrando come questo tipo di comunicazione sia fondamentale in una fase di crescente divario tra tecno-democrazie e tecno-autocrazie, come definito dal segretario Blinken.

La diplomazia può parlare alla GenZ. Lindsay Holst spiega come

La responsabile delle strategie digitali del dipartimento di Stato spiega in esclusiva a Formiche.net come le partnership con i privati possono innovare la comunicazione delle feluche. “Dobbiamo rendere umani i nostri leader”, dice. Ecco cos’ha fatto Blinken a Bangkok e perché la svolta riguarda anche le sfide poste dalle autocrazie

Gift City, il centro finanziario indiano che vuole insidiare Dubai e Singapore

In una zona dedicata al pascolo fino a pochi anni fa, la Gift City di Gujarat è diventata un’oasi in cui le aziende possono sfuggire alle regole e alla burocrazia indiana, con zero tasse, climatizzazione ad alta efficienza energetica e la possibilità di sperimentare nuovi prodotti tecnologici. Per ora senza autorizzazione a vendere alcolici…

Armi all’Ucraina e aumento delle spese militari. La mozione del centrodestra

La maggioranza impegna il governo a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti a Kiev e a promuovere l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio

Deindustrializzazione

Lo spettro della deindustrializzazione. Perché l’Ue perde terreno rispetto a Usa e Cina

Da una parte i sussidi per l’industria verde nordamericana. Dall’altra il rivale cinese, che da 20 anni sostiene l’economia con finanziamenti pubblici (e furto di proprietà intellettuale), mentre tiene il mercato chiuso agli occidentali. Nel mezzo l’Europa flagellata dal caro-energia, che costringe le aziende a chiudere (o delocalizzare) e minaccia lo sviluppo green e tech. Ritratto di un’emergenza sistemica

Chi era Jiang Zemin, il presidente che aprì l'economia cinese al mondo

Jiang Zemin muore a 96 anni. È stato il politico cinese che ha traghettato il Paese dalle riforme di Deng Xiaoping al boom economico degli anni duemila, sulla strada per diventare una superpotenza

Waste-to-energy

I rifiuti e la politica, basta slogan. Ecco cosa serve

Di Idiano D’Adamo

Uno studio dimostra che l’accettazione pubblica degli impianti “waste-to-energy” è ampiamente diffusa. La scelta di installarne uno nella capitale può aiutare la transizione verso l’economia circolare, ma si parli chiaro. Il commento di Idiano D’Adamo, docente di Ingegneria gestionale alla Sapienza

Materie prime e politica industriale, tra Usa e Ue si apre un solco?

La leadership europea cerca il dialogo con Washington per evitare che l’Inflation Reduction Act (IRA) si trasformi da strategia industriale anticinese a disputa commerciale con l’Unione europea. Nel frattempo, la Commissione accoglie numerosi feedback per la presentazione del prossimo regolamento sulle materie prime critiche. L’obiettivo: garantire al continente una maggiore autonomia strategica a supporto del Green Deal…

La rabbia contro i simboli accomuna le proteste di Iran e Cina

Cina e Iran stanno attraversando una fase interna molto complicata. Un punto in comune, secondo Scita (Bourse&Bazar Found.) è come Tehran e Pechino si chiudono davanti alle istanze delle collettività che toccano i simboli delle leadership

Condanna di Mosca e strategicità del Mar Nero. La Nato a Bucarest

“Continueremo a rafforzare il nostro partenariato con l’Ucraina mentre questa avanza nelle sue aspirazioni euro-atlantiche”. Questo uno dei punti centrali emersi dal Consiglio nord atlantico a livello dei ministri degli Esteri, che si tiene questi giorni a Bucarest, per discutere della sicurezza della Nato, della strategicità del Mar Nero e della nuova deterrenza

Ecco i numeri dell’industria della Difesa europea

Il Pil prodotto dal comparto europeo della Difesa e dell’aerospazio supera quello di quattordici Paesi del Vecchio continente, generando per ogni euro investito un euro di ritorni. Oltre 240 miliardi di euro sul Pil, un fatturato totale di 578 miliardi di euro e più tre milioni di posti di lavoro l’associazione delle industrie di settore (Asd) presenta i dati del comparto

×

Iscriviti alla newsletter