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Il segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, ha annunciato ieri la creazione del Bureau of Cyberspace Security and Emerging Technologies (Cset) all’interno del dipartimento di Stato. Un passo “fondamentale, poiché le sfide alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti presentate da Cina, Russia, Iran, Corea del Nord e altri concorrenti e avversari nelle tecnologie emergenti non sono che aumentate da quando il dipartimento ha notificato al Congresso nel giugno 2019 la sua intenzione di creare il Cset”, si legge in una nota. L’ufficio si occuperà di temi come la protezione del cyberspazio e delle tecnologie critiche, la riduzione del rischio di cyber-conflitti e la sfida strategica posta nei rivali degli Stati Uniti in questo particolare ambito.

L’ATTACCO A SOLARWINDS

L’annuncio giunge mentre il governo federale si trova a confrontarsi con l’attacco informatico (probabilmente di matrice russa) contro la società SolarWinds, attraverso cui gli hacker si sono intrufolati nei sistemi delle agenzie governative statunitensi (compresi Fbi e Pentagono) e di diversi colossi americani (tra cui Microsoft, Cisco, Intel, per fare solo tre nomi). Un’offensiva di rara sofisticazione a magnitudo, come ha spiegato a Formiche.net Stefano Mele, partner dello studio legale Carnelutti e presidente della Commissione cibernetica del Comitato atlantico italiano, commentando la decisione italiana di attivare il Nucleo per la sicurezza cibernetica.

LE CRITICHE

Tuttavia, la mossa del segretario Pompeo non convince il Partito Democratico. Già all’indomani dell’annuncio dell’ano scorso, l’ex presidente della commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti, Eliot Engel, aveva tentato di frenare chiedendo di seguire una strada congressuale e bipartisan, com’è da prassi per questioni così cruciali e ampie. Engel si riferiva al Cyber Diplomacy Act, un disegno di legge bipartisan approvato dalla Camera nel 2018, il cui obiettivo è l’istituzione di un Office of International Cyberspace Policy presso il dipartimento di Stato. Ma anche Christopher Painter, coordinatore della sicurezza informatica al dipartimento di Stato sotto le amministrazioni Trump e Obama, ha criticato la scelta di Pompeo. L’esperto, oggi a capo del Global Forum on Cyber Expertise, l’ha definita via Twitter una “ridicola” decisione “dell’ultimo momento” dopo che per 4 anni non sono state fornite le risorse adeguate. Painter spera nella prossima amministrazione, sottolineando l’importanza sia del Cyber Diplomacy Act sia della Cyberspace Solarium Commission, un gruppo del Congresso che si occupa della difesa del cyberspazio. E probabilmente confidando in un maggior impegno da parte del presidente Joe Biden (rispetto al predecessore Donald Trump che, per esempio, ha evitato di puntare il dito contro Mosca per il caso SolarWinds a differenza di quanto fatto, invece, dal suo capo della diplomazia) dinanzi alle sfide poste da attori come la Russia.

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