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Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di prorogare fino al 23 giugno 2019 le misure restrittive in risposta all’annessione russa della Crimea e di Sebastopoli. Nel comunicato diffuso dal consiglio dei ministri europei, si specifica che per un altro anno si applicheranno sanzioni (che sarebbero scadute sabato) a persone dell’Unione europea e a imprese con sede nell’Ue, misure che sono limitate al territorio della Crimea e di Sebastopoli.

Si tratta di  un divieto alle importazioni di prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli nell’Ue, agli investimenti in Crimea o a Sebastopoli (nessun cittadino europeo e nessuna impresa con sede nell’Ue può, per esempio, acquistare beni immobili o entità in Crimea, oppure finanziare imprese della Crimea o fornire servizi correlati), ai servizi turistici in Crimea e a Sebastopoli (le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza).

Colpite anche le esportazioni di alcuni beni e tecnologie dirette a imprese della Crimea o comunque se destinati ad essere usati nel Paese nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia (riguardanti l’esplorazione e la produzione di petrolio, gas e risorse minerali).

Si tratta, dice Bruxelles, della riaffermazione di un principio centrale con cui l’Ue ha gestito il fascicolo che dal 2014 – anno dell’innesco della crisi ucraina, dell’invasione e annessione della Crimea e dell’apertura della guerra del Donbas – ed espressi apertamente con il documento del 16 marzo della Alto rappresentate per la sicurezza e la politica internazionale, Federica Mogherini: la sovranità territoriale dell’Ucraina è indiscutibile. L’Europa non riconosce la Crimea russa, o le due repubbliche indipendenti (Lugansk e Donetsk) autoproclamatesi nella regione orientale al confine con la Russia.

L’Ue “rimane fermamente impegnata nel garantire sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina” c’è scritto nel comunicato, e continuerà a “condannare questa violazione del diritto internazionale”. Una posizione diplomatica chiara, che ultimamente rischia di scontrarsi (nuovamente) col modo di vedere le cose del presidente americano Donald Trump, che secondo due differenti fonti raccolte da BuzzFeed nei giorni del G7 canadese avrebbe affermato, durante una cena informale, che la Crimea appartiene alla Russia perché in Crimea tutti parlano russo – uscita ripresa con lodi dalla propaganda del Cremlino (“Trump è con noi” è il tipo di titoli che pubblicano certi media).

A fine giugno, quando i leader dei paesi membri dell’Ue saranno riuniti per il Consiglio europeo, verranno invece discusse le sanzioni contro la Russia in scadenza il 31 luglio, quelle che colpiscono alcuni oligarchi che rappresentano la cerchia del potere politico-economico del presidente Vladimir Putin (queste scadranno il 15 settembre), alcuni istituti bancari del Cremlino, le esportazioni di materiale e tecnologia militare e del settore energetico, l’acquisto di titoli di stato, e le aziende statali della difesa di Mosca.

Secondo funzionari dell’Ue, che parlano ai media in forma anonima perché non autorizzati a comunicazioni ufficiali, è “molto probabile” che anche quelle sanzioni saranno confermate con una nuova tranche semestrale. La riconferma di quelle contro la Crimea è un’indicazione, anche se in Francia e in Italia ci sono segnali di scontento da parte di chi le considera ininfluenti o vorrebbe abolire le sanzioni per riaprire un dialogo più aperto con Mosca.

brexit, minuto Europa Fondi europei, Da Empoli

L'Europa conferma le sanzioni contro la Crimea russa e riafferma la sovranità ucraina

Il Consiglio dell'Unione europea ha deciso di prorogare fino al 23 giugno 2019 le misure restrittive in risposta all'annessione russa della Crimea e di Sebastopoli. Nel comunicato diffuso dal consiglio dei ministri europei, si specifica che per un altro anno si applicheranno sanzioni (che sarebbero scadute sabato) a persone dell'Unione europea e a imprese con sede nell'Ue, misure che sono limitate al territorio della Crimea e di…

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