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Va avanti il processo di acquisizione di Popolare Vicenza e Veneto Banca da parte di Intesa Sanpaolo che dovrebbe terminare nel 2018, come si legge nella semestrale dell’istituto guidato da Carlo Messina (nella foto). Dopo la pausa agostana ha preso il via la due diligence dei conti delle due ex popolari – insieme a Via XX Settembre – per esaminarne attività e passività e dunque, come ha scritto Formiche.net qualche giorno fa, “per definire il perimetro del salvataggio con una particolare attenzione per il portafoglio crediti delle due banche liquidate”. Si tratta di un’operazione che dovrebbe terminare entro il mese di novembre e che si annuncia non semplice visto che – secondo gli accordi presi all’atto dell’acquisizione – gli asset che non dovessero risultare in bonis tornerebbero da Intesa alle due precedenti detentrici fino a un massimo di 6,3 miliardi. Cifra cui si può arrivare ad aggiungere, entro tre anni, altri 4 miliardi di crediti ritenuti ad alto rischio e su cui porrà garanzia lo Stato. Le sofferenze confluiranno poi nella “bad bank” ovvero una Sga – che al momento non ha le risorse per gestire una tale massa di denaro – mentre la seconda tranche di crediti – cosiddetti unlikely to pay – resterebbero in Popolare Vicenza e Veneto Banca che però si trovano in esercizio provvisorio, “situazione che sta producendo problemi a numerose aziende in fase di ristrutturazione del debito”.

GLI INCONTRI SUL TERRITORIO E IL RUOLO DI BARETTA

Non è un caso che Ca de’ Sass sta tenendo incontri in Veneto con i rappresentanti di diverse categorie economiche. Ad uno di questi, il 4 settembre scorso, hanno partecipato anche il sottosegretario al Mef Pierpaolo Baretta – che oltre ad essere stato eletto nella regione ha la delega alle banche – e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori. Proprio Baretta, secondo quanto riportato da La Tribuna di Treviso, sta cercando di tranquillizzare gli animi: “Tutti conosciamo bene quali sono i problemi ma sappiamo anche che l’economia veneta è in ripresa: le aziende vogliono investire e hanno bisogno di flussi di credito. Bisogna agire con grande prudenza e con tranquillità: capisco la preoccupazione e i timori di restringimento delle linee di credito, ma non vedo rischi”. Da quanto risulta a Formiche.net nei prossimi mesi Baretta continuerà a seguire l’evoluzione della Sga e a curare i rapporti con il territorio vista l’importanza del Veneto per l’economia dell’intero Paese.

GLI ESUBERI E L’ALLARME LICENZIAMENTI

Altra questione che sarà affrontata nei prossimi mesi è quella delle uscite dei dipendenti delle venete. Secondo uno studio della First Cisl “l’accordo raggiunto da Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’operazione di integrazione delle due ex popolari ha l’esteso l’uso del Fondo di solidarietà di settore fino a 84 mesi per la prima tranche da 1.000 esuberi e a 60 mesi per le successive 3.000 uscite” tutte rigorosamente “volontarie” come ha sottolineato l’ad Carlo Messina presentando i conti del primo semestre. Nell’occasione ha ricordato anche l’accordo del 14 luglio scorso con tutte le rappresentanze sindacali per la gestione degli esuberi. Nel frattempo, però, si levano voci preoccupanti riguardo i 200 tempi determinati “che Intesa non pare intenzionata a confermare” e i quasi 700 dipendenti delle 14 società di Veneto Banca e Popolare Vicenza ora in liquidazione. L’allarme arriva sempre dalla First Cisl che sottolinea in particolare il caso della Bim e che fornisce un elenco dettagliato. “Le società non rilevate da Intesa dalle banche venete – segnalano dal sindacato – comprendono 684 lavoratori (dati di bilancio 2016), oltre ai 319 delle controllate estere. La componente maggiore è costituita dai 481 dipendenti di Bim Banca Immobiliare (Veneto Banca) e delle sue controllate italiane Symphonia Sgr, Bim Fiduciaria e Bim Insurance Brokers. Non sono transitate da Veneto Banca a Intesa neppure Apulia Prontoprestito (41), Claris Leasing (29), Claris Factor (26), Apulia Previdenza (25) e Immobiliare Italo Romena (7). Dalla Popolare Vicenza non hanno trovato approdo in Intesa le società Immobiliare Stampa (32 dipendenti), Farbanca (28), PrestiNuova, Nem Sgr e BpVi Multicredito (15 complessivi)”.

Veneto Banca, intesa,

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