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“Cosa fa il piccolo Trump?” Il commento fulminante di una signora senza Phd ad Harvard centra a mio avviso in modo geniale la questione. La tragedia del tempo che stiamo vivendo è che anche i leader politici da cui ci aspetteremmo massima saggezza entrano nel vortice delle regole della comunità globale digitale ma lo fanno in questo caso con comportamenti spesso infantili. Il loro obiettivo diventa massimizzare l’attenzione e i followers. Solo questo spiega atteggiamenti e strategie umbratili ed umorali che con fatiche disumane proviamo a ricondurre a ragionamenti particolarmente raffinati.

Usando categorie tradizionali, diverse e lontane da quelle della comunicazione e dell’attenzione, i comportamenti della leadership americana non hanno alcun senso. Un giorno sì e un giorno no viene lanciata la guerra dei dazi che, se di successo, finirebbe per danneggiare soprattutto gli Stati Uniti in termini di rischio inflazione. Per fortuna la politica ha molto poco successo e sinora rispetto alle minacce iperboliche i risultati sono minimi. Nel frattempo però i comportamenti in questione aumentano l’incertezza che è letale per le decisioni d’investimento e, con un debito pubblico in enorme crescita, la credibilità degli Stati Uniti sui mercati finanziari comincia a non essere più scontata.

Un giorno sì e un giorno no il copione, sempre per tornare al centro dell’attenzione, diventa (per nostra parziale fortuna) quello del nobel della pace che vuole far terminare le guerre in Ucraina e a Gaza. Sempre con minacce iperboliche usate come scorciatoie per arrivare immediatamente a dama. Anche qui risultati scarsi per ora. Nell’unico momento in cui né la minaccia della guerra dei dazi né i propositi di portare la pace funzionano perché al centro dell’attenzione c’è la morte di Francesco la strategia migliore e coerente con l’obiettivo è una foto vestito da papa sui social media, come per dire fate attenzione a me.

Questo modo brutale ed immediato di presentarsi, che promette risultati immediati mirabolanti e scorciatoie piace moltissimo a tanti cittadini (negli Usa e non solo) abituati nel mondo digitale ad avere tutto e subito dimenticando che il mondo reale è molto più complesso e presenta problemi risolvibili con molta più fatica e su tempi più lunghi. Scriveva qualche giorno fa Antonio Spadaro su Repubblica che la politica non è più riflessione ma rappresentazione, teatro. Non dobbiamo sorprenderci troppo perché due Nobel dell’economia come Kanheman e Tversky ricordano che abbiamo due sistemi (emotivo e razionale) e che la grande maggioranza delle nostre decisioni sono prese dal primo.

Quale è la strategia di navigazione migliore in queste acque tempestose? Contrapporre alla visione della scarsità e della lotta per risorse scarse, del conflitto con chi ce le contende, quella della cooperazione multilaterale che invece di distruggere crea torte di valore più grandi. Un esempio? La dichiarazione finale del nostro lavoro alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali dove, in un gruppo con rappresentanti di quasi tutte le principali culture, parliamo e ci impegniamo ad una forma di etica del multilateralismo per mettere le basi di un futuro di cooperazione in un mondo multipolare dove nessuno può più pensare di dominare ed abbiamo invece bisogno gli uni degli altri.

Il piccolo Trump, la politica e come navigare in acque tempestose. La riflessione di Becchetti

I comportamenti della leadership americana non hanno alcun senso. Un giorno sì e un giorno no viene lanciata la guerra dei dazi che, se di successo, finirebbe per danneggiare soprattutto gli Stati Uniti in termini di rischio inflazione. Per fortuna la politica ha molto poco successo e sinora rispetto alle minacce iperboliche i risultati sono minimi. La riflessione di Leonardo Becchetti

Prove tecniche di dopoguerra. Le tre strade obbligate per l'Europa secondo l'amb Starace

Di Giorgio Starace

Dopo anni di analisi sul conflitto in Ucraina, il focus si sposta sul “dopo”: un’Europa chiamata a ridefinire sicurezza, istituzioni e ruolo internazionale, senza più contare ciecamente sull’ombrello americano. L’azione di Trump apre scenari ambigui di dialogo con Mosca, ma né lui né Putin hanno raggiunto i propri obiettivi strategici. Il conflitto si trascina, logorando entrambi i fronti, mentre la Cina resta il vero attore forte sullo sfondo. L’Europa deve prepararsi a tre sfide imprescindibili: riforme istituzionali, difesa comune e nuovo dialogo con la Russia. L’Italia può giocare un ruolo chiave, ma serve una visione autonoma e coraggiosa nel contesto globale. L’analisi dell’ambasciatore Giorgio Starace

Epidemie e vulnerabilità climatica. Come mutano i rischi in contesti fragili

Di Elisa Bernelli

Il cambiamento climatico alimenta la diffusione di Hiv, tubercolosi e malaria, colpendo le fasce più fragili e mettendo sotto pressione i sistemi sanitari. Il Fondo globale è in prima linea con interventi mirati e partenariati strategici. L’analisi a firma di Elisa Bernelli, advocacy officer del Network italiano di salute globale, dal report “Salute globale e one health”

Quando la difesa diventa minaccia. Il paradosso del Golden Dome spiegato da Fargnoli

Il “Golden Dome” statunitense mira a creare uno scudo globale contro minacce missilistiche, ma la sua dichiarata natura difensiva può avere effetti destabilizzanti, spingendo le potenze rivali a potenziare le capacità offensive e ad accelerare la weaponization dello spazio. Il commento di Chiara Fargnoli, esperta del Basic e Research Associate della Harvard University

Difesa e sicurezza, quanto costerà davvero l’obiettivo del 5%? Il punto di Braghini

Di Fabrizio Braghini

Il nuovo obiettivo di spesa Nato per il 2035 impone una riflessione strategica e finanziaria all’Europa, con implicazioni rilevanti per l’Italia. Berlino, Parigi e altri partner hanno già intrapreso percorsi di rafforzamento, mentre a Bruxelles si susseguono iniziative e proposte, dai fondi Safe al bilancio Ue 2028–2035. Ma resta da sciogliere il nodo cruciale: come finanziare la sicurezza senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici? L’analisi di Fabrizio Braghini

Xi Jinping tenta la carta della spartizione del mondo con Trump e Putin

Si vis pacem…yǔ Pǔjīng hé XíJìnpíng huìmiàn, incontra Putin e Xi Jinping. Così a Pechino traducono il motto latino per spiegare il senso dell’iniziativa del leader cinese di promuovere un’incontro fra i Presidenti di Stati Uniti, Russia e Cina. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Phisikk du role - Ogni giorno facciamo un atto di fede. Ma non per tutti

I politici sono da anni all’ultimo posto della considerazione popolare in tutti i sondaggi sul gradimento di figure che animano la nostra dimensione pubblica. Invece il caso dei magistrati e della difficoltà della gente di accordare loro fiducia un po’ è raccontato in un potente aforisma di Borges: “Non è necessario essere colpevoli per avere timore dei magistrati”

Golden Power, quell'equilibrio tra crescita economica e sicurezza. Il commento di Ruperto e Chimenti

Di Stanislao Chimenti e Saverio Ruperto

Le recenti indicazioni della Commissione europea in materia di Golden Power e il ruolo dell’Autorità interna a garanzia del sistema finanziario nazionale spiegati dal prof. avv. Saverio Ruperto, Ordinario di Diritto Civile, “La Sapienza” Università di Roma, Of Counsel Studio Legale Delfino e Associati Wilkie Farr & Gallagher e da Stanislao Chimenti, Equity Partner Studio Legale Delfino e Associati Wilkie Farr & Gallagher

Il cattolicesimo organizzato tra memoria, irrilevanza e necessità di ricominciare. Scrive Chiapello

Di Giancarlo Chiapello

Nel cuore del simposio milanese promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori, la voce della tradizione popolare cattolica si riaccende grazie ai giovani, come il liceale Matteo Cerrato, che riscoprono la radice viva del popolarismo. L’arcivescovo Delpini lancia un monito contro l’adeguamento e l’insignificanza, chiedendo un nuovo protagonismo sociale e politico del cattolicesimo associato. Tra storia, Dottrina Sociale della Chiesa e l’eco dei grandi come Sturzo, Monticone e Martinazzoli, si fa strada l’urgenza di superare la frammentazione per tornare a essere presenza, non reliquia. L’analisi di Chiapello

Così l’IA ridisegna missioni, dati e potere nel settore spaziale. Scrive Lisi

Di Marco Lisi

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo le dinamiche del settore spaziale, dalla gestione autonoma dei satelliti alla protezione delle infrastrutture critiche. L’Italia, grazie a un tessuto dinamico di Pmi, startup e grandi imprese, si inserisce con forza in questa trasformazione. Ma l’evoluzione tecnologica porta con sé nuove sfide strategiche, etiche e geopolitiche da affrontare. L’analisi di Marco Lisi, inviato speciale per lo spazio del Maeci

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