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L’offerta iniziale di moneta è il nuovo metodo di raccolta di capitale esploso quest’anno. È un processo in cui le start-up tecnologiche, soprattutto nel settore delle monete digitali, creano una nuova valuta virtuale e ne dispongono la vendita pubblica. Si tratta di una via di mezzo fra un’offerta pubblica iniziale tradizionale e un crowdfunding. In questo modo, sono stati raccolti 1,32 miliardi di dollari solo nel terzo trimestre. Ecco alcuni degli interrogativi più comuni.

1. Che cos’è un’Ico?
Un’offerta iniziale di moneta, chiamata anche Ico o token offering, è un sistema per raccogliere fondi sfruttato da startup generalmente giovani che aggirano i mercati tradizionali dei capitali. In alcune offerte di moneta sono venduti gettoni da utilizzare in servizi online; in altre l’equivalente di azioni in un fondo di investimento. Il gettone può essere utilizzato per incoraggiare determinati comportamenti e obiettivi, ed è per questo che alcuni utenti li definiscono “denaro programmabile”.

2. Come funziona?
In un’Ico, un’azienda crea semplicemente una nuova valuta digitale e la vende al pubblico. La valuta digitale originale, il bitcoin, è un progetto di software open-source, il che significa che chiunque è libero di copiare il codice sorgente e creare la propria versione. Un’altra piattaforma digitale, Ethereum, ha standardizzato la codifica per la creazione di un token. Ciò ha agevolato la creazione di nuove monete.

3. Che cifre sono in ballo?
Secondo la società di ricerca Token Report, nel terzo trimestre sono state commercializzate 105 monete per un valore di 1,32 miliardi di dollari. Più dei 956 milioni raccolti in 67 offerte nella prima metà dell’anno. E il totale relativo alla parte di esercizio già trascorsa di 2,27 miliardi di dollari è oltre 20 volte i circa 100 milioni di dollari raccolti nel 2016. Anche se i totali sono comunemente quotati in dollari, gli investitori in genere non inviano valuta americana, bensì bitcoin e la valuta natia di Ethereum, l’ether. Le offerte di moneta sono cresciute rapidamente, tanto da essere paragonabili alla raccolta di fondi del venture capital. Secondo la società di ricerca CB Insights, gli 1,32 miliardi di dollari raccolti nel terzo trimestre dalle Ico si avvicinano molto agli 1,41 miliardi raccolti dalle aziende tecnologiche appena avviate.

4. Che dimensioni hanno le singole raccolte fondi?
La più grande ha raccolto 262 milioni di dollari a beneficio della startup Protocol Labs per un marketplace di memorie per computer ribattezzato Filecoin. Dynamic Ledger Solutions di San Francisco ha messo insieme 232 milioni di dollari da destinare a Tezos, una nuova blockchain decentralizzata. Prima del 2017 il record apparteneva al progetto The DAO, che ha raccolto 152 milioni di dollari, di cui circa un terzo sono stati però sottratti dagli hacker.

5. Che tipi di aziende stanno lanciando Ico?
Principalmente aziende tecnologiche, in particolare nel settore delle criptovalute. Il più delle volte per un non addetto ai lavori può essere difficile anche solo comprendere i progetti. D’altra parte, un’azienda chiamata Paquarium ha raccolto 620 mila dollari grazie a un’Ico per costruire un acquario gigante.

6. Che cosa compro esattamente aderendo a un’Ico?
L’acronimo Ico ha una forte assonanza con Ipo, l’offerta pubblica iniziale, che spesso riguarda una vendita altamente regolamentata di titoli. Tuttavia, ciò che si acquista esattamente in un’Ico è molto variabile. La maggior parte di questi nuovi asset è progettata per fornire accesso a servizi o applicazioni. In tal modo assomigliano ai gettoni che si usavano nelle sale giochi o alle prevendite degli spettacoli di Broadway. Altri sono costruiti come azioni all’interno di un fondo di investimento.

7. Come faccio a comprarne una?
C’è bisogno di una delle valute digitali menzionate in precedenza (ethereum o bitcoin) e di un portafoglio digitale. In generale, le società gestiscono le offerte attraverso i propri siti web, per cui bisogna inviare la valuta digitale direttamente al portafoglio della ditta. Ma ogni azienda lo fa in modo diverso, cercando di individuare il miglior mix. Se si perde l’offerta, molte monete saranno successivamente scambiate sulle piattaforme digitali nel mercato secondario, in maniera analoga a un titolo dopo il suo collocamento in borsa. Ma attenzione all’elevata volatilità.

8. Cosa deve fare una società per lanciare un’Ico?
Da un lato serve il codice giusto, una storia da vendere e un po’ di fortuna. La realtà, però, è che di aiuto avere un prodotto. Magari un sito di e-commerce o di gaming. Con le Ico sono stati raccolti milioni in pochi minuti, il che per una nuova impresa può essere sia una benedizione che una maledizione.

9. Come posso sapere se un’Ico è legittima?
Il modo più semplice per distinguere una truffa da un’offerta legittima è semplice: informarsi. Meno sono le informazioni, maggiore è la probabilità di una truffa. La proprietà della startup è identificabile? Non tutte lo sono. Ha in catalogo un prodotto funzionante? Esiste almeno il codice del prodotto? Ci sono consulenti esterni? Un legale? Se l’azienda fa dichiarazioni vaghe sul genere di «siamo sostenuti da uno Stato sovrano» ma senza fornire dettagli, potrebbe essere un campanello d’allarme.

10. Dove sono le autorità di regolamentazione?
Si stanno buttando a capofitto nel settore. Di recente, la Sec si sta interessando alle offerte di moneta, mentre Cina e Corea del Sud le hanno da poco messe al bando. Venerdì scorso la Sec ha accusato un imprenditore e due società di truffa ai danni degli investitori in un paio di piccole offerte di moneta. Col tempo, la regolamentazione delle Ico dovrebbe portare alla diffusione di informazioni più standardizzate, che aiuteranno gli investitori a prendere decisioni migliori.

11. Allora, se non è una truffa, dovrei comprare?
Non così in fretta. Il semplice fatto che non si tratti di una truffa non significa che sarà un successo. Il tasso di riuscita per le nuove aziende è notoriamente basso. Si potrebbe trovare un’idea di investimento con un prodotto promettente, un team legittimo e mosso dalle migliore intenzioni e anche, forse, il fascino della celebrità. Ma l’azienda potrebbe comunque non riuscire a intercettare un mercato. Molte offerte di moneta fanno capo a persone che hanno iniziato a lavorare all’idea solo qualche settimana prima. Bisogna essere pronti a coprire le perdite.

Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

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