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Appuntamento a Londra a fine gennaio 2018: Alessandro Profumo (in foto) presenterà il piano industriale di Leonardo, il primo della sua gestione. Ma già adesso la strategia è chiara, e dopo il consiglio d’amministrazione di domani lo sarà ancora di più.

LE NOMINE

Come anticipato da MF-Milano Finanza del 7 settembre scorso, l’ad presenterà al board la nuova struttura commerciale, che sarà affidata a Lorenzo Mariani, al momento a capo della divisione Elettronica per la Difesa terrestre e navale. La funzione diventerà operativa entro poche settimane, ed è considerata strategica per allargare la raccolta ordini, che per fine anno ha un obiettivo conservativo di 12-12,5 miliardi di euro. Il primo compito di Mariani, che dovrà anche farsi la squadra, sarà di stendere una mappa dei Paesi di interesse strategico per Leonardo, quelli con le maggiori occasioni per aggiudicarsi commesse. Oltre ai mercati già presidiati come Gran Bretagna, Polonia e Stati Uniti, vi entreranno di diritto Paesi del sud-est asiatico come la Malesia, del Golfo (il Qatar è interessato ai caccia Eurofighter), ma anche dell’Africa.

LE AREE

Queste aree geografiche prioritarie orienteranno le azioni del gruppo, che punta sempre più a presentarsi ai potenziali committenti con un presidio unico. L’offensiva commerciale sui mercati esteri sarà supportata, nel disegno di Profumo, dall’azione di Carlo Formosa, il ministro plenipotenziario nominato a giugno scorso a capo delle Relazioni internazionali del gruppo, dopo la delibera del consiglio dei ministri che a giugno scorso ha autorizzato il suo «collocamento fuori ruolo presso Leonardo per tutta la durata dell’incarico». L’idea è che le ambasciate italiane possano facilitare i contatti del gruppo con i governi dei vari Paesi. Intanto, sta per essere ufficializzata la nomina a capo del personale di Simonetta Iarlori, ex Unicredit e ora direttore operativo di Cdp (con gestione delle risorse umane, Information technology, organizzazione, acquisti, logistica e operazioni) e consigliere di Cdp Immobiliare, Cdp Equity e Fsi Investimenti, che già in questi giorni si fa vedere sempre più spesso negli uffici di piazza Monte Grappa.

LE STRATEGIE

Tornando alle strategie industriali, è ormai certa la permanenza di Leonardo in Mbda, dove detiene il 25% accanto al 37,5% di Airbus e Bae Systems. Ieri anche il presidente e direttore generale della joint venture missilistica, Antoine Bouvier, lo ha confermato. «Niente è mai sicuro, niente è mai acquisito, ma i fondamentali per quanto riguarda l’Italia, Leonardo e il contributo di Mbda all’armamento delle piattaforme italiane vanno in questo senso». Meno scontato, invece, l’esito del dossier Atr, la joint venture che produce gli aeri regionali, detenuta pariteticamente con Airbus . Quel che è certo è che ora a piazza Monte Grappa i capitoli Mbda e Atr vengono considerati distinti, e non più legati l’uno all’altra come quando si pensava a uno switch delle partecipazioni tra Leonardo ed Airbus (agli italiani il controllo di Atr in cambio del 25% di Mbda). L’eventuale interesse a un’ascesa nella jv dipenderà anche dalla progettazione di nuovi modelli.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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