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Gentile direttore,

la ringrazio per aver dato spazio sul giornale che dirige al mio intervento sulle presunte trame di Francia e Regno Unito nel provocare azioni di disturbo al piano italiano per il contrasto al traffico illegale di esseri umani.

“Che cosa stanno tramando Francia e Regno Unito in Libia?”, ha titolato il suo giornale. In realtà la mia domanda non deriva dalla conoscenza di informazioni riservate, ma solo da una notizia pubblicata dall’Ansa lo scorso sabato (che le allego in conclusione della presente). Queste indiscrezioni pubblicate dai media libici sono state altresì confermate anche da Radio France International. “Ad oggi oltre a ricevere fondi – ha detto alla radio Khaled al-Gharabli, capo del consiglio militare di Sabratha – i leader delle milizie si sono trasformati in agenti della Guardia Costiera”. Aggiungendo poi le dichiarazioni di un attivista che giudica la mossa italiana come una “violazione dei diritti umani”.

Si confermerebbe quindi che l’Italia stia cercando di istituzionalizzare le milizie (che, non è un mistero, già sostengono il governo di Tripoli e sono decisive per tenerlo in piedi) chiedendo maggiori controlli sul traffico di esseri umani. Un piano che salvaguarderebbe l’Europa tutta, non solo l’Italia, dal pericolo del terrorismo e dall’esodo di migranti (500mila sbarchi in soli tre anni rappresentano un flusso mai avvenuto nella storia repubblicana). Quegli stessi migranti che fino ad oggi l’Europa rifiuta di accogliere in spregio agli accordi sulla relocation. In pratica, in nome dei diritti umani, Francia e Regno Unito, vorrebbero che i flussi migratori pesassero solo sul nostro Paese, con i relativi disagi sociali e la relativa pressione sulla percezione della sicurezza interna da parte dei nostri cittadini.

Diritti umani, di cui, la Francia stessa poco si cura in altri Paesi in cui esercita ancora una forte influenza in nome del proprio passato coloniale. Ad esempio in Ciad dove il governo transalpino ha sostenuto per anni il “Pinochet d’Africa”, Habrè. Identica questione in Mali, Burkina Faso, Mauritania o Niger e in tanti altri Paesi che sono origine e transito del traffico di migranti, lì dove la Francia è impegnata militarmente con oltre 3mila militari. Diritti umani che nel 2011 furono invocati per rovesciare il regime Gheddafi con raid aerei che, in realtà, come rivelato dai Servizi americani, avevano tutt’altre finalità rispetto alla salvaguardia della democrazia e della libertà.

Di qui, anche in seguito a questo ipotetico ulteriore intervento di disturbo dei diplomatici e delle intelligence di Francia e Regno Unito, ho voluto riproporre questa questione che, tra l’altro, nonostante la sua importanza per il futuro strategico del nostro Paese, ha avuto ben poco seguito sui media italiani.

Per questo chiederò chiarimenti al premier Gentiloni e al ministro degli Esteri Alfano. In realtà, già domani il presidente del Consiglio è atteso da un’audizione al Copasir di cui sono membro e vicepresidente. Volendo, già questa potrà essere un’occasione utile per riferirne alla nostra autorità di controllo. Il dubbio che emerge, leggendo alcune notizie, è che l’Italia non solo debba guardarsi dai Paesi nemici, ma pure da quelli che dovrebbero essere nostri amici ed alleati. E questa sarebbe una pessima notizia per chi, compreso il sottoscritto, ha sempre creduto in un’Europa unita e coesa nell’affrontare le sfide del futuro.

Giuseppe Esposito, senatore Udc e vicepresidente Copasir

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Di seguito il testo del take di agenzia pubblicato dall’Ansa:

LIBIA: media, delegazioni Francia e Gb incontrano milizie Al Araby 21,’insoddisfazione Londra azione Italia su migranti’
(ANSA) – TUNISI, 9 SET – “Incontri” fra “delegazioni inglesi e francesi” con “alcuni capi dei gruppi armati nella città di Sabratha, a ovest della capitale Tripoli”, e in cui si e’ discusso di flussi migratori illegali vengono segnalati dal sito Al Araby 21 citando proprie “fonti”, le quali parlano di una certa ‘insoddisfazione’ britannica. “Un diplomatico britannico e un certo numero di membri dell’ambasciata britannica a Tripoli hanno tenuto una riunione con un dirigente militare a Sabratha, che è stato uno dei compagni dell’ex capo del consiglio militare di Sabratha Omar Mukhtar Al Madhuni“, ucciso in scontri nel 2014, precisa il sito panarabo. Nell’incontro “il diplomatico britannico ha presentato” le “ultime statistiche sui flussi migratori, che indicavano la diminuzione del numero di immigrati e ha discusso nel dettaglio le ragioni della riduzione”, facendo anche “riferimento al livello degli aiuti forniti dall’Italia all’ospedale di Sabratha, aggiunge Al Araby 21 scrivendo ancora: “Il diplomatico britannico ha espresso insoddisfazione per il modo in cui l’Italia tratta il dossier immigrazione in Libia”.

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