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La quotazione degli NPL per Popolare di Vicenza e Veneto Banca? In linea con il mercato. Così almeno la pensa, contrariamente alla stampa nelle settimane passate, Stefano Nora, senior investment manager, Responsabile settore finanziario di Pictet Asset Management, raggiunto al telefono da Formiche.net.

Secondo Massimo Mucchetti, intervistato dall’Huffington Post, “Mps, sotto l’egida del Tesoro, e con il placet della banca centrale, sta cedendo i suoi crediti in sofferenza al 20,5% del loro valore lordo al Fondo Atlante, mentre qui si ritiene che la liquidazione recupererà il 46,9% delle sofferenze, più del doppio, affidando il lavoro alla Sga, la società pubblica che lavorò sui crediti deteriorati del vecchio Banco di Napoli. Delle due l’una: o si sovrastima l’esito della liquidazione delle venete oppure si sta facendo un regalo ad Atlante, che magari merita pure un risarcimento”.

Anche La Stampa negli scorsi giorni ha fatto riferimento a due pesi e due misure, in particolare nelle valutazioni utilizzate per le banche del centro Italia risolte a fine 2015 e per le venete. Non solo, la valutazione al 55%, riportata nel decreto sul salvataggio delle banche venete e grazie a cui l’operazione di salvataggio funziona, è stata ipotizzata da Bankitalia per le venete. Ma tutto rischia di essere un gran pasticcio e sono i numeri stessi a spiegarne la ragione.

“Al momento non c’è stata piena comunicazione del valore a cui i crediti deteriorati sono stati passati dalle due banche alla SGA – diceStefano Nora a Formiche.net – Io ho fatto l’ipotesi che una parte del patrimonio e dei debiti subordinati delle due banche venete sia stata azzerata a causa dell’aumento delle coperture sui crediti deteriorati. In base a questa mia ipotesi, i calcoli sono i seguenti. I 9,7 miliardi di NPLs erano, a fine 2016, rettificati per il 59%: è plausibile che questi siano stati rettificati a valori superiori al 75%. Per i rimanenti crediti deteriorati, è plausibile ipotizzare un aumento delle coperture intorno al 40% del valore facciale. Facendo le mie ipotesi, le rettifiche necessarie per i livelli di copertura sono in linea con il valore dell’equity e subordinati che le due banche avevano a fine 2016”.

Secondo Nora, la confusione sorgerebbe perché nelle stime riportate sulla stampa si mettono in un unico calderone sofferenze e crediti unlikely to pay: in totale ammontano per Veneto banca e per Popolare di Vicenza a 17 miliardi, mentre solo le prime, che sono gli NPL, quelle che qui ci interessano sono circa la metà. Se invece le ipotesi di Mucchetti e della Stampa fossero corrette, si andrebbe incontro a una significativa anomalia: “Se prendiamo per buono che siano stati rettificati al 75%, un valore di cessione a 25 cent non solo è corretto, ma in linea con quello fissato per Mps. Se però nel computo inseriamo anche i crediti non pagati ma ancora non finiti in sofferenza, che sono rettificati al 40%, ecco che il valore di cessione si alza sensibilmente. Ma in una situazione come quella veneta è normale che i prezzi si tengano estremamente bassi, come avvenuto in passato per situazioni simili. Una supervalutazione sarebbe un’aberrazione difficile da spiegare”.

A fine 2016, la copertura del totale degli NPLs per le due venete era al 59%: “Un prezzo intorno a 40 cent si giustificherebbe così, prima di ogni ulteriore rettifica. Con il writedown fatto attraverso l’equity, stimiamo che le 2 banche abbiano aumentato le coperture dal 45 a oltre il 60% sul totale dei crediti deteriorati e al 75% per i soliti crediti non performing. Questo sarebbe un livello di copertura superiore alla media del sistema bancario italiano. Dunque una copertura di almeno il 75% degli NPLS giustifica un prezzo di cessione di 25 cent, in linea con le transazioni attuali di altri portafoglio”.

Quaestio , Alessandro Penati, Veneto Banca, Atlante

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