Skip to main content

Con il via libera definitivo al pacchetto d’aiuti arrivato con l’approvazione da parte del Senato degli Stati Uniti, il flusso di aiuti militari statunitensi verso l’Ucraina riprende a scorrere dopo diversi mesi di pausa. Ma durante questi mesi, la situazione sul campo di battaglia ucraino si è deteriorata. Le scorte di munizioni per l’artiglieria e per i sistemi di difesa aerea a disposizione di Kyiv sono andate costantemente a calare, fin quasi a raggiungere l’esaurimento. Viceversa, le capacità di Mosca di garantire ampi rifornimenti alle proprie forze armate gli ha permesso di riprendere l’iniziativa, realizzando operazioni offensive molto costose in termini di vite umane e di equipaggiamento, perdite ricompensate però con (piccoli) avanzamenti territoriali. Nei cieli, sempre più missili e droni russi penetrano nelle difese aeree ucraine prive di proiettili per funzionare, colpendo la popolazione civile e danneggiando pesantemente il settore energetico ucraino; mentre lungo la linea di combattimento il ricorso sempre più massiccio alle glide bombs garantisce ai soldati di Mosca una potenza di fuoco che gli ucraini difficilmente possono eguagliare.

Per ora, l’Ucraina resiste. Nonostante i bombardamenti, la capitale ha ripreso vita e il porto di Odesa è aperto, l’economia rimane solida e malgrado le forti carenze la linea del fronte regge. Ma la situazione potrebbe esaurirsi presto. Soprattutto in previsione della massiccia offensiva estiva che Mosca sembra stia preparando, con l’intento di esercitare pressione lungo l’intera linea del fronte. Tuttavia, l’afflusso di aiuti militari occidentali potrebbe incidere in modo significativo sui futuri sviluppi.

La panoramica fornita al riguardo da Max Bergmann, direttore del programma Europa, Russia ed Eurasia e dello Stuart Center in Euro-Atlantic and Northern European Studies del Center for Strategic and International Studies (Csis), è alquanto interessante e precisa. Se gli aiuti arriveranno nelle brevi tempistiche previste (si parla di giorni, al massimo settimane), nell’immediato essi consentiranno all’Ucraina di frenare l’avanzata russa, di proteggere le città e le infrastrutture, di risollevare il morale della popolazione e dei soldati, e di imporre alla Russia costi enormi per tentare di ottenere ulteriori guadagni. L’approvazione di questo sostanzioso pacchetto di aiuti apre infatti la strada non solo al rifornimento di munizioni e di equipaggiamento di base, ma anche di sistemi più avanzati. “Esso darà all’Ucraina le risorse per infliggere danni considerevoli alle forze russe nel 2024, e potrebbe preparare l’Ucraina a disporre di una forza molto più capace nel 2025” suggerisce lo studioso del Csis, secondo cui il finanziamento supplementare potrebbe dare allo sforzo ucraino un enorme impulso. Bergmann individua anche una serie di passi che l’Ucraina e i suoi partner dovranno compiere per ribaltare l’andamento del conflitto.

L’Ucraina deve utilizzare il 2024 per mantenere la linea, esaurendo al contempo lo slancio russo, così come per ricostruire le proprie forze per la lunga guerra. E il finanziamento supplementare è fondamentale per quest’ultimo sforzo, in quanto fornirà l’equipaggiamento e le risorse per fornire un solido addestramento alle nuove forze. Anche attraverso una nuova ondata di arruolamenti, che permetta un sostenibile con i soldati impegnati al fronte.

I Paesi europei devono poi necessariamente incrementare la produzione di equipaggiamento militare. Gli europei non hanno le scorte e la loro produzione industriale nel settore della difesa, pur essendo in aumento, non è neanche lontanamente vicina a quella che dovrebbe essere per sostenere efficacemente l’Ucraina. “L’obiettivo dell’Europa dovrebbe essere quello di mettersi in condizione di colmare potenzialmente un futuro vuoto lasciato dagli Stati Uniti nel caso in cui questi non dovessero approvare un altro supplemento. L’Europa ha quindi meno di un anno per aumentare la produzione, in particolare di munizioni per l’artiglieria e la difesa aerea, per garantire la sopravvivenza dell’Ucraina. Se gli aiuti statunitensi dovessero continuare oltre il 2025, l’Ucraina si ritroverebbe relativamente a corto di munizioni e capacità, poiché sia gli Stati Uniti che l’Europa avranno aumentato la produzione e potrebbero fornire un sostegno significativo” afferma Bergmann.

Che poi sottolinea come i partner euroatlantici debbano impegnarsi nella lotta contro il petrolio russo, trovandosi ora in una posizione migliore per farlo rispetto all’inizio del conflitto. Il tetto al prezzo del petrolio imposto alla Russia può aver parzialmente danneggiato Mosca, ma alla fine la Russia è stata comunque in grado di superare gli ostacoli, anche grazie all’impiego della sua flotta ombra. Gli Stati Uniti e l’Europa dovrebbero pianificare una massiccia offensiva economica contro il settore petrolifero russo nel 2025 per ridurre queste attività, in concomitanza con una ripresa dell’iniziativa militare da parte di Kyiv.

Il prossimo anno si potrebbe infatti presentare un’opportunità per l’Ucraina di tornare all’offensiva con nuovi equipaggiamenti ed una maggiore esperienza nella combined arms warfare, potrebbe quindi affrontare una forza russa indebolita e potenzialmente demoralizzata. “Se l’Ucraina dovesse sfondare le linee russe, cosa che non è riuscita a fare nella controffensiva dell’estate 2023, potrebbe essere in grado di spezzare la schiena dell’esercito russo […] La chiave è usare le offensive del 2025 per convincere la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati. In questo momento gran parte dei leader russi non vogliono negoziare, poichè pensano di vincere. Inoltre, affinché l’Ucraina accetti una perdita di territorio profondamente dolorosa al tavolo dei negoziati, gli ucraini stessi devono credere che ci siano poche o nessuna possibilità di respingere completamente la Russia. Questo probabilmente richiede che l’Ucraina tenti un’altra controffensiva. La chiave per l’Ucraina sarà quella di farlo in modo da non logorare le sue forze o esaurirle a tal punto da permettere alla Russia di ottenere un vantaggio.”

Il prerequisito per il realizzarsi dello scenario delineato da Bergmann rimane però che l’Ucraina riesca a resistere all’impulso offensivo di Mosca, ricostituendo al contempo le proprie capacità belliche anche grazie al contributo occidentale. Di cui l’ultimo pacchetto d’aiuti approvato dagli Usa rimane soltanto il primo passo.

In arrivo gli aiuti Usa, e ora? Le chance di Kyiv spiegate da Bergmann (Csis)

L’esperto del Csis delinea una strategia che l’Ucraina e i suoi partner occidentali devono adottare per poter ribaltare le sorti del conflitto. Mirando a un cambio di passo nel 2025

Tutte le ragioni per cui la flotta ombra di Mosca è un problema

L’operato della flotta ombra di Mosca ha attirato le attenzioni e le preoccupazioni di vari attori trasversali a differenti domini. Ognuno dei quali ha i propri interessi nel contrastarla

Dopo Washington, anche Londra accelera sugli aiuti a Kyiv

Cinquecento milioni di sterline per aiutare l’Ucraina. Si tratta del più grande intervento della storia recente britannica in materia di difesa. “Il Regno Unito farà sempre la sua parte in prima linea nella sicurezza europea”, ha affermato il premier Sunak

TikTok, resa dei conti in Usa e Ue. Ecco le ultime mosse

Firmata da Biden la legge che impone la vendita entro un anno delle attività in America per evitare il divieto. Intanto, la Commissione europea non chiude l’indagine su Lite nonostante lo stop da parte dell’app

I protagonisti molteplici di resistenza e liberazione. Il commento di Girelli

L’onore reso alla Liberazione non può che trovare partecipi e solidali nel ricordo del sacrificio dei tanti caduti delle Brigate Partigiane nella Resistenza combattuta da esponenti di varia tendenza: cattolici, comunisti,  liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici, forze economiche e sociali. Il commento di Giorgio Girelli, coordinatore Centro Studi Sociali “A. De Gasperi”

25 aprile, la festa della patria repubblicana e democratica. Scrive Pasquino

Il riconoscimento che il 25 aprile continua a meritarsi è duplice: avere fatto rinascere la patria (quella alla quale aveva dato vita il Risorgimento, ampliandola) e avere introdotto la libertà per tutti, anche per gli oppositori. Prendiamo atto che i nemici del 25 aprile combattono più o meno consapevolmente contro la patria repubblicana, libera e democratica. Il commento di Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei

Primo, sopravvivere. Un ragionamento sulle scelte di Israele

Di Giorgio Cuzzelli

Israele non può da solo affrontare la sfida della teocrazia sciita. Non ne ha la forza. Nel contempo, deve trovare una soluzione alla questione palestinese, perché essa è suscettibile di compromettere la tenuta del Paese nel lungo termine. Da ultimo, deve continuare ad agire per permettere ai suoi abitanti ai confini con il Libano di vivere tranquilli. Questi sono i veri problemi esistenziali del Paese. Non è il momento di fare salti nel buio. L’Iran può aspettare. Scrive il generale Giorgio Cuzzelli, docente di Sicurezza e studi strategici alla Lumsa di Roma

Cooperazione, prontezza e budget. Crosetto incontra i vertici delle Forze armate

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha incontrato i vertici delle Forze armate, ringraziando i militari italiani per il loro impegno e ha lodato le loro qualità. Nell’occasione, però, ha anche sottolineato che il bisogno di integrazione con gli alleati europei e di investimenti nella difesa saranno indispensabili per affrontare le future sfide securitarie

Senza sicurezza non c’è sviluppo. Nones legge la lezione di Panetta

Lo sviluppo richiede pace, la pace richiede sicurezza, e la sicurezza richiede capacità di difesa. Michele Nones, vicepresidente dello Iai, legge le parole del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che ha riconosciuto come le esigenze di sicurezza dell’Unione europea siano fondamentali relativamente agli obiettivi di sviluppo del Vecchio continente

In Europa è ora di fare sul serio sugli eurobond. Parola di Fabio Panetta

Di Fabio Panetta

Senza debito comune non c’è vera Europa. Pubblichiamo un estratto della lectio magistralis tenuta dal governatore di Bankitalia, all’Università degli studi di Roma Tre, in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Scienze giuridiche banca e finanza

×

Iscriviti alla newsletter