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Potrebbero lasciare l’amaro in bocca alle banche italiane le novità su cui sta lavorando il Comitato di Basilea. Nel 2015 è arrivato l’invito del G20 ad affinare le regole di Basilea III evitando aumenti di capitale significativi per gli istituti. Per l’Abi, però, le proposte avanzate finora dal Comitato introducono regole “molto severe” che potrebbero causare una minore concessione di credito a imprese e famiglie e una penalizzazione nel finanziamento di attività importanti per la ripresa del ciclo economico. Della questione si è occupato Federico Cornelli, per Palazzo Altieri responsabile dei rapporti con l’Unione europea con l’incarico di Head Eu regulatory affairs, in uno studio dal titolo “Lo scenario regolamentare europeo e la prospettiva di Basilea” presentato durante un seminario che si è svolto negli scorsi giorni a Ravenna.

COS’È IL COMITATO DI BASILEA

Il principale organismo che definisce gli standard internazionali per la regolamentazione del settore bancario è composto da esponenti delle banche centrali di molti Paesi fra cui Italia, Unione europea, Stati Uniti, Cina e Russia. Da considerare però che non tutte le nazioni applicano i suoi standard e comunque non sempre in modo omogeneo. Ad esempio, gli Usa lo fanno solo con le grandi banche, in Europa anche con quelle piccolissime. Ne deriva un chiaro dislivello competitivo.

LE PROPOSTE DI RIFORMA

Sono tre le proposte avanzate finora dal Comitato di Basilea. La prima riguarda il project finance e in particolare si chiede di applicare un fattore di ponderazione del rischio più elevato per operazioni di questo genere. Novità anche per il credito a vista la cui erogazione con i nuovi standard rischia di diventare più difficile. Si corre il pericolo di un inasprimento delle regole pure per le esposizioni in immobili commerciali con possibili danni per operazioni utili all’economia.

LE INNOVAZIONI

Nel 2018 entrerà in vigore un nuovo principio contabile per la valutazione dei crediti e dunque per la rilevazione in bilancio delle “rettifiche di valore” sui crediti, l’IFRS9. In sostanza, alle banche si chiederà di anticipare in bilancio le “rettifiche di valore” sui crediti passando dal concetto di perdita da “eventi verificati” a quello di perdita da “eventi attesi”. In tal modo aumenteranno gli accantonamenti e l’assorbimento di capitale da parte degli istituti di credito. Con il TLAC e il MREL il Comitato di Basilea punta invece a costituire un ammontare minimo di fondi propri e di strumenti liquidabili con facilità per ricapitalizzare le banche. Per coordinare questi due principi regolamentari si attende una proposta legislativa europea.

LA BANCA D’ITALIA E L’ABI

Le novità in arrivo da Basilea non spaventano Palazzo Koch che anzi getta acqua sul fuoco. Solo pochi giorni fa il vicedirettore generale di Bankitalia, Federico Signorini, ha spiegato che “l’obiettivo principale di questa tornata di riforme è quello di assicurare una migliore comparabilità tra i requisiti prudenziali, evitando che l’uso dei modelli interni possa determinare un’eccessiva variabilità tra banche nei livelli minimi di capitale richiesti”. Inoltre, per il dg di via Nazionale non si devono aumentare in modo significativo i requisiti patrimoniali e la riforma verrà attuata con tutta la gradualità necessaria. Gli fa eco il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini: “E’ significativo sottolineare che Basilea 3 non richiederà aumenti di capitale per le banche, in particolare in questo momento in cui gli istituti possono giocare un ruolo importante nella ripresa dell’economia”.

PACCHETTO DI RIFORME DA BRUXELLES

Intanto proprio in questi giorni la Commissione europea ha proposto un nuovo pacchetto di regole per completare e ottimizzare le misure adottate nel pieno della crisi finanziaria e previste da Basilea III. “L’Europa – ha commentato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis – ha bisogno di un settore bancario e finanziario forte per finanziare l’economia. Il credito bancario serve perché le aziende investano, restino competitive e vendano in mercati più grandi e serve alle famiglie per poter pianificare il futuro”. In particolare, alcuni requisiti – come il Leverage ratio e il Net stable funding ratio – vengono calibrati agli standard di Basilea e viene introdotto proprio il TLAC. Inoltre sono previste misure per alleggerire gli  accantonamenti a fronte di prestiti alle piccole imprese e per le infrastrutture.

Tutte le critiche dell'Abi di Patuelli contro le regole di Basilea

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