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Oltre 1 milione di piccole imprese con meno di 20 addetti, per più di 3 milioni di lavoratori coinvolti nella rivoluzione IoT. Questi i numeri che riguardano il cuore pulsante dell’economia italiana. Si sa, qualche grande realtà imprenditoriale esiste – ed anche di successo – ma la vera eccellenza nostrana si compone di quella miriade di piccole o piccolissime realtà, spesso artigiane, che richiedono la maggiore attenzione quando si parla della rivoluzione tecnologica in atto e delle opportunità che da essa possono derivare per la nostra economia.

Secondo uno studio di Confartigianato, i settori che rappresentano gli assi portanti dello sviluppo dell’Internet delle Cose sono il manifatturiero, il trasporto e la logistica, l‘autoriparazione, l’impiantistica e l’ICT.

Di questo milione di micro e piccole imprese italiane interessate dall’Internet of Things, quasi il 70% – corrispondente a quasi un terzo delle imprese complessivamente presenti in Italia – è rappresentato da imprese artigiane, per un totale di circa 800mila imprese ed oltre 2 milioni di addetti, il 73,6% dei lavoratori artigiani italiani. Particolarmente importante risulta l’attenzione alle realtà artigiane e alla loro capacità di adottare le nuove tecnologie (e, più in generale, il nuovo sistema produttivo avviato dal paradigma dell’IoT) nei settori dell’impiantistica e dell’autoriparazione che, in termini di numero di addetti, presentano la maggiore incidenza dell’artigianato sul totale di settore: ben la metà dei lavoratori di ciascuno dei due settori è impiegato in imprese artigiane.

Resta, d’altronde, fondamentale saper cogliere la sfida posta dalla nuova rivoluzione: se è vero che l’artigianato è fondamentale per l’economia italiana  – in termini di addetti impiegati, rappresenta quasi un quinto del totale – è vero, dall’altro lato, che quasi tre quarti dei suoi occupati lavora in settori IoT-oriented, e dunque la capacità di saper interpretare e far propria la rivoluzione in atto appare dirimente per la salvaguardia (se non la sopravvivenza) dell’artigianato nostrano.

Tale incidenza è molto elevata (> 60%) in tutte le regioni italiane, ma particolarmente accentuata in alcune regioni del Nord e Centro Italia, prima tra tutte la Toscana, seguita da Veneto e Lombardia, dove quasi 4 lavoratori su 5 sono pesantemente interessati dal successo del processo di adozione dell’IoT.

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Appare indispensabile una spinta decisa verso queste realtà nel tentativo di far sì che artigianalità e tecnologie digitali vadano d’accordo: qualcosa si è mosso, ma forse è necessario qualche sforzo in più, con azioni che accompagnino i piccoli imprenditori sul sentiero del cambiamento.

L’Internet of Things e l’artigianato italiano

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