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Un piede negli Stati Uniti, pour parler ma senza progetti concreti in Europa con Airbus, un occhio a collaborazioni con Israele in ambito cyber. Sono i tasselli aggiornati della geopolitica aziendale del gruppo Finmeccanica presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Mauro Moretti. Ecco tutti gli ultimi dettagli.

LE RELAZIONI IN EUROPA

Le ipotesi di una sorta di fusione tra la società italiana e quella francese, ipotizzate negli ultimi tempi, sarebbero infondate: “Ci sono dialoghi in corso” con il gruppo Airbus, ma “non ci sono ipotesi di integrazione”, ha dichiarato negli scorsi giorni Moretti. L’ad ha comunque confermato la collaborazione tra le due aziende: “Stiamo lavorando su alcune operazioni di comune interesse ma non ci sono ipotesi di integrazione”. Le voci si erano diffuse dopo un articolo su Le Monde del 24 agosto dei ministri degli Esteri e della Difesa, Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti, che si dicevano favorevoli a una più stretta collaborazione europea nella politica di difesa e a una maggiore integrazione industriale.

Tra l’altro – ha sottolineato Gianni Dragoni del Sole 24 Ore – sarebbe così conveniente per Leonardo? “Una fusione potrebbe trasformare Finmeccanica in un’appendice di Parigi e Berlino, perché il gruppo franco-tedesco è circa cinque volte quello italiano: nel 2015 Airbus Group ha fatturato 64,5 miliardi di euro contro i 13 miliardi di Finmeccanica, i dipendenti nel consolidato sono 136.574 contro 47.156”.

Diversi sono poi i rapporti industriali: “Il gruppo Airbus è conosciuto soprattutto per la costruzione di grandi jet commerciali, vale 45,8 miliardi dei ricavi 2015, mentre Finmeccanica ha rapporti industriali più intensi (anche se il momento non è dei più felici) con il suo concorrente, l’americana Boeing, soprattutto per le parti di fusoliera del B787. Negli elicotteri i due gruppi sono fieri concorrenti, Airbus ha 6,79 miliardi di ricavi contro i 4,48 miliardi di Finmeccanica”, ha sottolineato il Sole.

I RAPPORTI CON ISRAELE

“Leonardo intende rafforzare la propria collaborazione con l’industria della sicurezza israeliana”, ha detto Moretti intervenendo a Cybertech Europe, forum internazionale organizzato il 29 settembre da Cybertech Global Events in collaborazione con Leonardo-Finmeccanica a Palazzo dei Congressi a Roma; evento che ha avuto come anchorman Marco Carrai, manager e imprenditore vicino a Matteo Renzi. “Questa conferenza – ha spiegato Moretti – vuole essere un collegamento con l’industria della sicurezza israeliana, allo scopo di promuovere un confronto aperto ed uno scambio concreto di esperienze, ed avviare una collaborazione con il settore cyber israeliano. Bisogna allargare i confini, dal momento che il cyberspace non ne ha”. Tra Italia e Israele ci sono alcune piccole cooperazioni, prevalentemente in ambito ricerca e sviluppo e in campo accademico, ma sono in crescita”, ha detto a Cyber Affairs Ofer Sachs, ambasciatore d’Israele in Italia, a margine di Cybertech Europe (qui l’articolo di Formiche.net su chi spinge per rapporti più intensi tra Italia e Israele in materia cyber).

LE SFIDE DELLA CYBER SECURITY

“Per garantire la prosperità dell’industria della sicurezza bisogna affermarsi a livello globale, superando la dimensione europea”, ha detto Moretti in occasione dell’evento. Per cui “non basta consolidare il mercato europeo superando la frammentarietà del settore industriale della sicurezza e soddisfare la domanda interna; bisogna conquistare nuovi mercati internazionali (extra UE) e, contemporaneamente, proseguire gli investimenti nella ricerca perché bisogna progredire sempre”. Non solo: “È necessario che a livello internazionale, nei vari settori, riguardo alla cyber security aumentino gli sforzi per condividere obiettivi, prospettive, standard e risorse”, ha detto Moretti nel suo intervento a Cybertech 2016.

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