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Ma davvero “l’uomo che non perde la calma nemmeno nei giorni dell’Apocalisse”, ovvero Giorgio Napolitano (al quale Curzio Malaparte fece questa dedica, riferendosi ai bombardamenti di Napoli) cercando di mettere uno stop alla corsa renziana verso le elezioni anticipate, ha voluto fare al tempo stesso anche uno sgarbo al Capo dello Stato, suo successore, Sergio Mattarella?

Chi conosce bene il presidente emerito, sorride di fronte a certe ricostruzioni maliziose che impazzano nel Palazzo secondo le quali Napolitano mettendo un freno alla corsa verso il voto ad aprile o a giugno, abbia di fatto richiamato il capo dello Stato a una maggiore energia per arginare i desiderata renziani. In realtà, spiegano a Formiche.net fonti di rango esperte dei rapporti che intercorrono tra “i due presidenti”, quello attuale e il suo predecessore, Napolitano la penserebbe esattamente come Mattarella. E se è intervenuto contro il voto anticipato sarebbe stato semmai solo per dare una mano a una comune causa, sapendo di fare cosa gradita a Mattarella, tanto più di fronte al rischio di un accordo sulla legge elettorale tra il Pd renziano e le cosiddette forze anti-sistema Cinque Stelle, Lega e Fratelli d’Italia pur di andare a breve alle urne. Mattarella ha sempre detto e probabilmente lo ridirà in occasione dell’uscita delle motivazioni della sentenza della Consulta che non si può andare alle urne se prima non vengono armonizzate le regole elettorali per Camera e Senato. E soprattutto in occasione del messaggio del 31 dicembre 2016 ha richiamato le forze politiche a mettersi d’accordo per arrivare a “regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere con efficacia la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel parlamento che si elegge”.

Insomma, il pericolo numero uno da evitare è “l’ingovernabilità”. Un caos spagnolo, che porterebbe inevitabilmente a un ricorso continuo alle urne. Cosa che rischierebbe di essere davvero concreta se si andasse a votare con i due sistemi diversi per Camera e Senato, se non si arriverà in parlamento ad alcun accordo, o peggio se Renzi, pur di andare al voto (come ha anticipato L’Huffingtonpost e ha confermato ieri sera il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini), cedesse ai desiderata grillini di estendere anche al Senato l’Italicum ritoccato dalla Consulta. Non è dato sapere se Mattarella sia stato informato da Napolitano del suo intervento dove afferma che “nei Paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale” ed evidentemente rivolto a Renzi ammonisce: “Per togliere la fiducia ad un governo deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno…”. Si sa però che i rapporti tra i “due presidenti” sono da sempre “ottimi e amichevoli, improntati a grande rispetto reciproco”. Uno “presidenzialista” , l’altro “arbitro”, insomma, ribadiscono a Formiche.net fonti che conoscono bene entrambi, “sul no alle elezioni anticipate la pensano esattamente allo stesso modo. Anche se questo, di questi tempi, magari non fa molto notizia”. I due si sentirebbero spesso. Ma questo fa parte dei gossip da Palazzo.

Una cosa è certa, dopo che Matteo Salvini ha dato del “traditore della Patria” a Napolitano, Mattarella ha immediatamente espresso, con una telefonata, la sua “vicinanza e solidarietà” al presidente emerito, vittima di “un violento attacco”. E questo proprio per aver detto che occorre arrivare alla scadenza naturale della legislatura.

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Vi racconto le convergenze parallele di Mattarella e Napolitano su Renzi e leggi elettorali

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