Skip to main content

Un ampio documento di 57 pagine traccia la mappa dell’istituto che nascerà dalla fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare. Dopo l’approvazione dei consigli di amministrazione, è stato pubblicato il futuro statuto, un testo fondamentale per comprendere come funzionerà il nuovo gruppo lombardo-veneto.

LE TAPPE DELLA FUSIONE

L’operazione su cui i soci dovranno votare nell’assemblea di sabato 15 ottobre sarà infatti una fusione propria, con la costituzione di una nuova società bancaria nella forma di spa. Nello statuto di questa società l’impronta politica è evidente visto che la nuova governance dovrà far convivere l’anima milanese con quella veronese, come del resto accaduto in passato con le fusioni tra Banca Intesa e Sanpaolo o tra Bpu e Banca Lombarda (poi Ubi Banca).

IL NUOVO STATUTO

Ad esempio sono previste assemblee itineranti tra le province di Milano (dove potranno tenersi due sedute non consecutive per ogni ciclo di cinque), Verona, Lodi e Novara. Un meccanismo non inedito per i soci del Banco Popolare, che sono abituati ad assisi itineranti, ma del tutto nuovo per gli azionisti di Piazza Meda. Anche i consiglieri comunque dovranno fare i globetrotter attraverso il Nord e Centro Italia.

LE SEDI TRA MILANO E VERONA

A parte le sedi deputate di Milano e Verona, è infatti previsto che almeno una seduta all’anno del board si tenga a Lodi o a Novara e, se possibile, anche a Bergamo, Lucca e Modena. Come noto invece la sede legale del gruppo sarà a Milano dove si troveranno le funzioni di natura più strettamente finanziaria come le direzioni comunicazione, corporate, finanza, private & investment banking, investor relation, legale, M&A e corporate development, operations e risorse umane. A Verona invece ci sarà la sede amministrativa con le direzioni amministrazione e bilancio, audit, compliance, crediti, divisioni & banche del territorio, istituzionali, pianificazione e controllo, retail e rischi.

COME SARA’ COMPOSTO IL CDA

Il cda sarà composto da 15 consiglieri, sette dei quali dovranno avere i requisiti di indipendenza, mentre la durata del mandato è fissata in tre anni con possibilità di rielezione. Per quanto riguarda il funzionamento dell’assemblea, il cda uscente potrà presentare una lista con 15 candidati (quindi di fatto una lista di maggioranza), mentre le altre formazioni potranno essere promosse da uno o più soci titolari di una partecipazione pari ad almeno l’1% del capitale.

IL RUOLO DEI DIPENDENTI-SOCI

È inoltre previsto che i dipendenti-soci (componente fondamentale della vecchia governance di Bpm) possano promuovere una lista che rappresenti almeno lo 0,12 per cento del capitale del nuovo gruppo. Va peraltro ricordato che, anche se lo statuto del Banco non ha mai posto alcun vincolo a riguardo, la partecipazione dei dipendenti alla vita sociale è sempre stata molto limitata nel gruppo presieduto da Carlo Fratta Pasini, soprattutto in area veronese. In ogni caso nel nuovo gruppo la lista dei dipendenti-soci potrà puntare ad avere un rappresentante in consiglio.

COSA FARANNO I COMITATI

L’attività del board sarà affiancata da quella dei comitati che, secondo quanto previsto dallo statuto, saranno almeno quattro: nomine, remunerazioni, controllo interno e parti correlate, più altri che potranno essere istituiti per funzioni specifiche. Come previsto lo statuto prevede un tetto provvisorio al diritto di voto, fissato al 5 per cento del capitale del nuovo gruppo. Si tratterà però di una norma di breve vita visto che avrà valore fino al 26 marzo 2017, come del resto previsto dalla riforma delle banche popolari. Trascorso tale termine il tetto verrà automaticamente meno e il gruppo sarà contendibile. È stato inoltre fissato il prezzo di recesso per i soci che non voteranno a favore della fusione: 3,156 euro per gli azionisti del Banco Popolare e 0,4918 euro per quelli di Bpm.

(Pubblicato su Mf, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

GIUSEPPE CASTAGNA BPM PIER FRANCESCO SAVIOTTI BANCO POPOLARE

Bpm e Banco Popolare, tutti i dettagli sullo statuto post fusione

Un ampio documento di 57 pagine traccia la mappa dell’istituto che nascerà dalla fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare. Dopo l’approvazione dei consigli di amministrazione, è stato pubblicato il futuro statuto, un testo fondamentale per comprendere come funzionerà il nuovo gruppo lombardo-veneto. LE TAPPE DELLA FUSIONE L’operazione su cui i soci dovranno votare nell’assemblea di sabato…

Eni, ecco cosa succede in Versalis

Dopo 18 mesi di tensione nei rapporti dovuti al tentativo di Eni di cedere Versalis al fondo statunitense SK Capital, sono riprese le relazioni tra sindacati e azienda. Lo scenario presenta alcuni elementi di novità, non solo per la rinuncia alla vendita stessa, ma proprio per le condizioni illustrate in sede di incontro. Innanzitutto per i risultati economici di Versalis…

Chi vince e chi perde in Borsa

  La settimana appena conclusa è stata piuttosto difficile per i mercati finanziari mondiali, specie per quelli europei: l’indice azionario italiano ha segnato una perdita del -4,13% mentre il Selfie Global Index, che tiene conto di tutti i mercati mondiali, ha perso nella stessa settimana il -1,31%. I migliori Robo-Portafogli, generati automaticamente da SelfieWealth, sono comunque riusciti a guadagnare in…

Ecco come si muove Bruxelles in materia di copyright

Di Sam Schechner e Stu Woo

L’organo esecutivo dell'Unione europea ha proposto nei giorni scorsi la revisione delle direttive europee sul copyright e la comunicazione, che regolano ambiti quali la concessione di licenze per la musica e la concessione gratuita delle telefonate di emergenza, nel tentativo di ridistribuire parte del potere dai giganti della Silicon Valley ai media tradizionali e alle tlc. Le proposte giungono dall’esecutivo…

Cosa succede tra Saipem e Gazprom

Nel braccio di ferro legale tra Saipem e Gazprom, iniziato nel 2015 con la cancellazione definitiva del gasdotto South Stream, la notizia di una possibile ripresa del progetto alternativo, il TurkStream, riaccende subito le speranze di un lieto fine. Nei giorni scorsi, infatti, Gazprom ha pubblicato sul suo sito poche righe per comunicare che "attraverso canali diplomatici, ha ricevuto il…

mosca trump

Perché è sacrosanto l'appoggio dell'Italia all'azione Usa in Libia

Molti hanno espresso dubbi sull'ingaggio italiano diretto in Libia, lato Tripolitania, perché comporta rischi senza benefici. In realtà dei benefici potenziali ci sono e il calcolo rischio-rendimento di tale investimento militare, coperto come intervento medico, dovrebbe includerli. I rischi sono: bare, diventare un bersaglio immobile; escalation, dover aumentare la violenza per autodifesa e rendere l'Italia bersaglio simbolico per tutto lo…

The week after: una settimana dopo l'11 settembre

Una settimana dopo l’11 settembre. Una settimana che, per chi è consapevole, non ha cambiato il mondo ma ha cambiato il nostro modo di guardare il mondo. Sono passati 15 anni e, dopo tanti anni, ecco che ci troviamo finalmente nel guado strategico di un’era nuova. Un era diversa, un mondo che non conoscevamo. Ora per allora. Intanto, in questi…

La SPD vince a Berlino

Ed eccoci qua. I risultati sono ormai quasi completi e, a parte qualche lieve oscillazione nell'ordine dello 0,...% si può affermare con certezza che la SPD resta il partito di maggioranza relativa, quindi, avrà il compito di costituire un nuovo governo per la città. Il Sindaco Michael Müller, accompagnato da una parte consistente del gruppo dirigente della SPD, ad indicare l'importanza…

Petrolio, come e perché la Cina tiene in ansia Arabia Saudita e Iran

L'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) ha lanciato in questi giorni l'ennesimo allarme ribassista per il mercato del petrolio causato da un rallentamento della crescita della domanda di greggio per il 2016 e il 2017, a fronte di un'offerta che, invece, resta sempre troppo alta. Nel 2016, la domanda dovrebbe aumentare di 1,3 milioni di barili giornalieri, un dato di 100…

Contro il pessimismo culturale dell'Occidente

Non è certo un caso se al "pessimismo culturale" dell'Occidente, che in estrema sintesi si traduce nella condanna del progresso e della modernità rei non solo di non aver migliorato la società ma addirittura di averla peggiorata, sia speculare un revival di teorie economiche (e non solo) di stampo neo marxista il cui nemico numero uno è, oggi come ieri,…

×

Iscriviti alla newsletter