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Si rafforza la pax nell’Egeo tra Grecia e Turchia stimolata da Washington, a maggior ragione dopo la crisi a Gaza e la strategicità del corridoio umanitario di Cipro. A seguito di un lungo periodo di tensioni fortissime segnate da controversie sull’immigrazione irregolare, sulla disputa per le acque e la terra cipriota, sulle indagini per l’esplorazione energetica e la sovranità territoriale nell’Egeo, Turchia e in Grecia hanno adottato misure di rafforzamento della fiducia per una normalizzazione delle loro relazioni. La dichiarazione di amicizia, la facilitazione del visto per i cittadini turchi per 10 isole greche nell’Egeo settentrionale per un massimo di sette giorni e gli sforzi comuni vero la diminuzione del flusso di migranti irregolari verso la Grecia rappresentano il terreno comune da arare. Ma non mancano le difficoltà.

Atlantismo nell’Egeo

Tra un mese e mezzo ci sarà l’atteso incontro tra il premier greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, non solo un meeting che serve a scongelare ulteriormente le parti, ma una tappa geopolitica di avvicinamento a quel disegno per il mare nostrum che si sta tentando di costruire alla luce di due fronti bellici complicatissimi: ovvero un fronte comune targato Nato che disinneschi tensioni e crisi, proprio al fine di concentrare sforzi ed energie su priorità come Kiev e Gaza.

Per questa ragione l’incontro di ieri ad Ankara tra i due viceministri degli Esteri, Papadopoulou e Aksapar, è servito a ribadire il basso profilo delle dichiarazioni da fare, il solido dialogo politico greco-turco da implementare anche a luci spente, l’assenza dal tavolo degli incontri dei dossier maggiormente divisivi, preferendo invece le relazioni bilaterali e le questioni regionali. La rotta da seguire è quella di lavorare sulle ulteriori aree di cooperazione bilaterale e internazionale, anche perché una terza via che ricondurrebbe le parti a singole rivendicazioni avrebbe come unica conseguenza quella di un nuovo fronte di crisi in un fazzoletto di Mediterraneo a cavallo tra Europa e Medio Oriente. I prossimi incontri si terranno in aprile, l’11 e il 22, prima del meeting tra i due leader nel mese di maggio, in Turchia.

Controversie e partnership

Non mancano le difficoltà e i potenziali inciampi. La parte turca certamente non ha mostrato alcun segno di voler cambiare posizione sulle questioni marittime, come emerso dalle parole del ministro Fidan all’Assemblea nazionale turca e da quelle di Erdogan in un discorso elettorale a Smirne, che lui stesso ha definito città che “gettò il nemico in mare”, ricordando i tragici fatti di sangue della Mikrì Asia. Ma a migliorare il clima ci sono tre elementi: la revoca del veto turco sull’adesione della Svezia alla Nato, l’approvazione della vendita di F-16 alla Turchia e un progetto legato alla difesa europea.

Nello specifico Ankara e Atene aderiranno all’iniziativa europea Sky Shield, portando a 21 il numero totale dei Paesi partecipanti al progetto a guida tedesca lanciato nell’agosto 2022 dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Si tratta di una strategia per razionalizzare l’acquisizione congiunta di capacità di difesa aerea in tutta Europa e migliorare l’interoperabilità dei sistemi. Già il Parlamento tedesco ha autorizzato l’acquisto per quasi 4 miliardi di euro del sistema missilistico antibalistico israeliano Arrow-3. Per cui la recente lettera di intenti greco-turca si inserisce in questo nuovo filone legato alla difesa Ue proprio al fine di tradurre in fatti gli impegni alleati sulla spesa per la difesa.

Nell'Egeo si compatta la Nato. Il nuovo futuro di Grecia e Turchia

Tra un mese e mezzo ci sarà l’atteso incontro tra il premier greco e il presidente turco, non solo un meeting che serve a scongelare ulteriormente le parti, ma una tappa geopolitica di avvicinamento a quel disegno per il mare nostrum che si sta tentando di costruire alla luce di due fronti bellici complicatissimi: ovvero un fronte comune targato Nato che disinneschi tensioni e crisi, proprio al fine di concentrare sforzi ed energie su priorità come Kyiv e Gaza

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