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Ha fatto discutere parecchio nei giorni scorsi il matrimonio tra Repubblica e la Stampa annunciato in pompa magna da entrambe le società e destinato a cambiare in futuro il panorama editoriale italiano. In attesa di capire come sarà fatta questa unione tra gruppi, i due giornaloni di riferimento hanno duellato a colpi di fioretto attorno al progetto Human Technopole del dopo Expo, l’innovativo centro di ricerca fiore all’occhiello della narrazione renziana che richiederà l’iniezione di 1,5 miliardi di euro pubblici in 10 anni (qui le puntate di Formiche.net sulla vicenda). Centro che ha fatto dibattere anche il Cnr: dopo alcuni primi rilievi di settori del Consiglio nazionale delle ricerche, oggi il nuovo presidente del Cnr, Massimo Inguscio, in una intervista al Corriere della Sera elogia l’idea del governo e dice di essere pronto come Cnr a collaborare con l’Iit di Genova che sarà il perno di Human Technopole.

L’AFFONDO DELLA SENATRICE CATTANEO

Il dibattito sui giornali è scaturito dall’affondo della senatrice a vita Elena Cattaneo, tra le più note ricercatrici a livello mondiale, che in un intervento pubblicato giovedì 25 febbraio su Repubblica (con un evidente richiamo in prima pagina) ha attaccato il premier Matteo Renzi liquidando il progetto Human Technopole affidato all’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova come uno “spot fondato sull’improvvisazione”. “Mentre i ricercatori pubblici nemmeno sanno se esisterà un bando Prin 2016, un ente di diritto privato avrà garantiti 150 milioni di euro all’anno per dieci anni (ma allora le risorse ci sono!). Lo stesso a cui sono erogati da anni (sono già oltre 10) 100 milioni all’anno”, ha tuonato la senatrice. Che poi ha rincarato: “Il progetto sul post-Expo è l’esempio più emblematico, tra i tanti possibili, delle distorsioni per fini politici, dell’improvvisazione e di come non si dovrebbero gestire i fondi pubblici per la ricerca. Un finanziamento top-down che crea una nuova corte dei miracoli (a prescindere che si chiami Iit) presso la quale c’è già chi si è messo a tavola”.

LA CAMPAGNA DI REPUBBLICA

Di campagne mediatiche forti, Repubblica ne sa qualcosa. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ci ha abituati a vere e proprie mobilitazioni finalizzate a un preciso obiettivo. Ma, va detto, quelli erano i tempi della direzione di Ezio Mauro. Adesso che al timone c’è Mario Calabresi (guarda un po’, già direttore de La Stampa) il profilo appare meno barricadero. Ciò non toglie che non si riservino aspre critiche al progetto Human Technopole. Dopo l’ampio spazio concesso alla senatrice Cattaneo, il quotidiano ha innescato un dibattito a più voci: Giorgio Parisi, tra i più autorevoli fisici al mondo, ha detto che si tratta di “una fantastica ciliegina sulla torta per la ricerca del nostro Paese. Peccato che manchi la torta”. Il suo pensiero è stato controbilanciato da quello del rettore del Politecnico di Milano (ente coinvolto nel progetto), Giovanni Azzone, convinto invece che “questa è la prima volta in cui un governo identifica una chiara visione di sviluppo per l’Italia, e che lo fa dando un ruolo importante al sistema della ricerca”; a suo parere, “il metodo scelto è quello corretto”.
Sabato 27 febbraio Repubblica ha però rincarato la dose con l’intervento di Giovanni Bignami, fino al 2015 presidente dell’Istituto nazionale di Astrofisica. Già il titolo la diceva lunga: “Perché il piano del dopo-Expo è la strada sbagliata della scienza”. Bignami ha parlato di “imposizione”, di un progetto dove “tutto era già deciso” (con riferimento all’assegnazione dell’incarico all’Iit di Genova, un ente di diritto privato). “Ci troviamo davanti a un clamoroso atto di sfiducia nei confronti della ricerca pubblica da parte del governo che ne è responsabile” ha sottolineato.
Inoltre anche Corrado Zunino nella sua rubrica “La scuola siamo noi” ha preso di mira l’Iit con un articolo incentrato sulle fragilità dell’Istituto.

L’INTERVENTO DI STAMPA E SECOLO SULL’IIT DI GENOVA

Finito nel mirino di Repubblica, l’Iit riscuote consensi e apprezzamenti de La Stampa e del quotidiano della sua città, quel Secolo XIX da tempo nell’orbita societaria della famiglia Agnelli lungo l’asse Genova-Torino. Venerdì 26 febbraio, il giorno dopo il j’accuse della senatrice Cattaneo, la risposta sul giornale diretto da Maurizio Molinari ha portato la firma proprio di Roberto Cingolani, da più di 10 anni direttore scientifico dell’Istituto. Con un intervento dall’eloquente titolo “Le contestazioni sono figlie dell’ignoranza”, richiamato in prima pagina, Cingolani ha definito lo Human Technopole “una grande opportunità per la scienza in Italia”, sostenendo che le contestazioni “nascono dalla non conoscenza di quanto si sta mettendo in opera”.
Quello stesso giorno anche il Secolo XIX ha difeso in maniera esplicita l’Istituto cittadino, mettendo in fila alcune accuse della senatrice Cattaneo prontamente affiancate dalle risposte filtrate da casa Iit. Quindi il quotidiano genovese ha aggiunto: “L’ultima cosa che vuole l’istituto oggi è apparire come il ‘Re Mida’ e dispensatore di fondi che descrive la senatrice”, “secondo gli scienziati di Genova se Renzi ha scelto Iit è per i risultati e perché prefigura quello che vorrebbe fossero i centri di ricerca italiani: di natura pubblica ma liberi dai lacci di concorsi pubblici inutili, lenti e spesso franchi”. Infine il sassolino tolto dalla scarpa: “La senatrice Cattaneo tocca un punto sensibile quando sostiene che sia discutibile finanziare lo Human Technopole inserendolo nella legge di stabilità. Ma allora anche l’introduzione della stessa legge del Fondo nazionale Genomi Italia grazie a un emendamento votato (prima firma) dalla senatrice Cattaneo, cinque milioni l’anno per tre anni per un progetto nazionale di genomica applicata alla sanità pubblica, può apparire discutibile”.

LA POSIZIONE DEL CORRIERONE

Meno definita anche se tendenzialmente incline al progetto del dopo Expo (tanto che oggi ha dato voce al nuovo presidente del Cnr che ha elogiato il progetto del governo) è parsa invece la posizione del Corriere della Sera. Giovedì 25 febbraio, all’indomani della presentazione di Renzi a Milano, il quotidiano di via Solferino ha ospitato un intervento del presidente di Assolombarda e Confindustria Milano, Monza e Brianza, Gianfelice Rocca, che lodava il governo per questa iniziativa. Il giorno dopo, venerdì 26, ha ospitato un’intervista a tutta pagina al direttore dell’Iit Cingolani che ha così avuto un’ottima vetrina per difendere il suo istituto. Lunedì 29 è intervenuto sulle pagine del Corriere di Milano il direttore di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, Sergio Harari, che ha parlato in termini positivi di Human Technopole. Infine, martedì 1 marzo sul Corrierone spazio a una voce critica: quella di Silvio Garattini, ricercatore di fama mondiale e fondatore dell’Istituto Mario Negri. “Questa iniziativa è partita male, in modo inusuale, ma si può correggere diventando un’occasione per la ricerca e per il Paese” ha detto. “In Italia – ha aggiunto – la situazione della ricerca è alla fame. Siamo l’ultima ruota del carro, come dimostrano le statistiche e, se escludiamo qualche volta Grecia e Portogallo, siamo maglia nera”. Quindi ha rilanciato la necessità di una “Agenzia che risponda al presidente del Consiglio”, ricordando che sullo Human Technopole “si è deciso dall’alto senza ascoltare le rappresentanze della comunità scientifica”.

LA CHIOSA DI VERONESI

A chiudere questa polemica durata qualche giorno ci ha infine pensato martedì 1 marzo l’ex ministro Umberto Veronesi che proprio su Repubblica ha sposato in toto l’iniziativa governativa. “Lo Human Technopole che nascerà a Milano nell’area Expo rappresenta la maggiore opportunità di progresso medico, scientifico e civile per l’Italia, dal dopoguerra ad oggi” ha sentenziato.

Dopo Expo, tutte le baruffe mediatiche sul progetto Human Technopole

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