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Recep Tayyip Erdogan ha visto sfumare il sogno di dare alla Turchia una svolta presidenziale. Il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp) di cui è leader ha ottenuto, infatti, il peggior risultato in 13 anni di storia, senza raggiungere la maggioranza assoluta. Ora la forza politica del presidente turco sarà costretta a ripiegare su un governo di minoranza o di coalizione.

LA MINORANZA CURDA

Ma chi ha impedito il trionfo di Erdogan? Un piccolo partito filo curdo: il Partito Democratico del Popolo (Hdp). La minoranza curda non era mai riuscita, prima d’ora, ad avere rappresentanza nel governo di Ankara, ma ieri ce l’ha fatta. L’Hdp ha raggiunto la soglia di sbarramento del 10%, grazie ad una campagna elettorale per attrarre voti non solo dai curdi, ma da tutti gli oppositori del presidente turco.

UN NUOVO PROTAGONISTA

Il leader dell’Hdp è Shattin Demirtas, un politico curdo di 42 anni che è riuscito a guadagnare consensi in diversi strati della società turca. Nato a Elazig, è sposato e ha due figli. È diventato il volto più conosciuto del partito, fondato nel 2012.

RISERVATO, MA CON GRINTA 

Come racconta Anna Mazzone in un ritratto pubblicato su Panorama.it, Selahattin Demirtas parla poco della sua storia personale. Schivo e riservato, la grinta la tira tutta fuori durante i suoi comizi elettorali. Il suo obiettivo era di raccogliere non solo i voti curdi, ma anche i voti di tutti gli oppositori laici di Erdogan che non se la sentivano di votare per il vecchio partito repubblicano, il CHP. Ci è riuscito”.

PROVE DI DELEGITTIMAZIONE

Inoltre, prosegue la Mazzone, “il fronte islamico ha fatto di tutto per descriverlo come un pericoloso ‘senza Dio’, arrivando a dire che qualche anno fa, durante un incontro in Germania, Demirtas è stato visto mettere in un piatto diverse fette di bacon. Un oltraggio secondo i dettami dell’alimentazione coranica. Una sciocchezza per il mondo al di fuori della sharia, che dà il peso dello sbandamento a cui sono arrivati gli uomini di Erdogan”.

LA RIVOLTA DI PKK

Secondo il britannico Times, Demirtas ha vissuto sulla propria pelle le discriminazioni e le violenze contro la minoranza curda in Turchia. Ha sette fratelli e da piccolo sognava di essere un soldato. Ma durante la sua infanzia sono arrivati il colpo di Stato e l’insurrezione del gruppo armato Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Dopo la condanna a 24 anni di carcere comminata a suo fratello e non potendosi permettere di pagare un avvocato, Demirtas decise di studiare Legge e difenderlo.

IMPARARE A DIMETTERSI 

Dopo la laurea, si è specializzato in Diritti umani e nel 2007 è stato eletto deputato. Dal 2014 è leader del partito della minoranza curda assieme a Figen Yüksekdag, con la quale condivide la guida del partito. In Turchia, dice Demirtas, “i politici devono imparare a dimettersi”. Un messaggio, nemmeno troppo velato, al ferito sultano Erdogan.

Chi è Selahattin Demirtas, la nemesi curda dello sconfitto Erdogan

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