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L’atteso Libro Bianco, il documento di politica militare che definisce per i prossimi 15 anni ruolo e caratteristiche della Difesa italiana, è stato approvato ieri dal Consiglio supremo di Difesa.

LO SGUARDO AL MEDITERRANEO

In sessantasette pagine, il documento si concentra sull’instabilità internazionale e sullo sguardo della Penisola, che d’ora in poi sarà rivolto in particolare sulla regione euro-mediterranea, principale fonte di preoccupazione per il nostro Paese. Attenzione anche al fronte euro-atlantico, fulcro della cornice di sicurezza e difesa nazionale attraverso la partecipazione attiva a consolidati meccanismi di prevenzione, deterrenza e difesa collettiva come la Nato e l’Unione Europea.

STRATEGIA E STRUMENTO MILITARE

La nuova strategia di difesa delineata nel Libro Bianco ha un approccio diversificato e multi-disciplinare con diverse gradazioni di sforzo in funzione delle situazioni e con l’impiego di tutti gli strumenti a disposizione dello Stato, tra i quali – ma non solo – quello militare. Per farlo, il documento individua alcune direttrici di azione: capire le cause della moderna conflittualità e le esigenze che derivano dall’evoluzione degli scenari internazionali; prevenire l’insorgere ed il consolidamento di situazioni di rischio o di minaccia per il Paese; intervenire tempestivamente per la gestione delle situazioni di crisi e per l’eliminazione di eventuali minacce dirette.
Lo strumento militare dovrà essere sufficientemente ampio da consentire un corretto equilibrio fra le diverse componenti operative e flessibile.

IL PERSONALE

Interventi previsti anche sul personale. Per lo strumento di programmazione stilato da Via XX Settembre, l’attuale situazione vede una struttura del caratterizzata da almeno quattro criticità. Tra queste, un’età media elevata, sbilanciamenti nella ripartizione tra gradi e categorie, un’eccessiva “rigidità di sistema” con norme non idonee ad un “modello professionale” e l’assenza di una “riserva operativa” efficace. Qui critiche e futuro del personale militare nel capitolo ad hoc del Libro.

LA GOVERNANCE

Per ciò che concerne la governance, invece, l’obiettivo della riforma delineata dal Libro Bianco è di massimizzare i risultati ottenibili in un quadro di stabilizzazione delle risorse per la Difesa, nella prospettiva di potersi riallineare agli impegni assunti in sede internazionale quando la situazione economica e finanziaria lo renderà possibile.
Per raggiungere questo obiettivo sarà sviluppata una legge pluriennale per i maggiori investimenti della Difesa e sarà superata l’attuale tripartizione delle spese di bilancio della Difesa. Saranno creati tre nuovi bacini di riferimento: personale; operatività dello strumento militare (funzionamento, addestramento, adeguamento capacitivo urgente, sviluppi tecnologici); operazioni (missioni nazionali e internazionali, cooperazione militare internazionale).
In altre parole, sarà adottato un modello organizzativo più leggero, lineare e caratterizzato da un numero minore di livelli gerarchici, privo di duplicazioni organizzative e sovrastrutture burocratiche.

INDUSTRIA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Spazio anche a politiche per l’innovazione e la ricerca scientifica e tecnologica. Secondo il Libro Bianco, la Difesa dovrà mantenere adeguate competenze in questo campo individuando e definendo le proprie esigenze prospettiche; favorendo lo sviluppo e valorizzare a livello internazionale il comparto industriale; e stimolando e traendo vantaggio dallo sviluppo di tecnologie e sistemi duali (ovvero destinate sia ad un uso civile sia militare).
Come? Le prioritarie attività tecnologiche e industriali cui dare supporto saranno individuate attraverso uno specifico “piano”. Di sicuro, per ora, c’è la scelta di puntare su una più stretta cooperazione tra la Difesa e l’industria che coinvolga anche le Università e i distretti tecnologici.

FORZE ARMATE

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