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Parte dalle città la creazione della nuova metro transcontinentale che collegherà in alta velocità i territori euroasiatici, annunciata il 15 maggio scorso al Salone del Libro di Torino alla presenza del sindaco Piero Fassino. Si tratta di uno dei tanti progetti che comporranno la Nuova Via ferroviaria della Seta, che unirà i Paesi dall’Atlantico al Pacifico in un orizzonte temporale previsto al 2050 e che viene annunciato in un momento di forti tensioni tra il Vecchio Continente e Mosca a causa della crisi di Kiev.

A presentare l’iniziativa c’era, tra gli altri, Ernest Sultanov, coordinatore del soggetto promotore Mir Initiative, la piattaforma organizzativa cui aderiscono le figure chiave del processo, esperti interdisciplinari ed intellettuali internazionali. In una conversazione con Formiche.net, il manager spiega peculiarità e prospettive, anche per le aziende italiane, della nuova infrastruttura.

Sultanov, che cos’è la regione Metr e perché ha bisogno di nuove infrastrutture?

Nell’ampio quadro della Nuova Via ferroviaria della Seta i tasselli principali sono già posizionati: ad ovest le reti di trasporto trans-europee denominate TEN-T in fase di realizzazione avanzata (Corridoio Mediterraneo Torino-Lione e Corridoio Rhin Alpes San Gottardo), incluse le parti italiane, mentre ad est la pietra miliare è rappresentata dal memorandum d’intesa firmato l’8 maggio tra Cina e Russia per la realizzazione della tratta in alta velocità tra Mosca e Kazan nel Tatarstan russo – progetto pilota della futura linea Mosca – Pechino – con un investimento non inferiore a 6 miliardi di dollari.

E l’Europa?

Tra i due estremi, la parte centrale è rappresentata dalla regione Metr, Medio Oriente Europa, Turchia, Russia. Si tratta di un’area cruciale dove gli scambi culturali e commerciali del passato hanno rappresentato un elemento fondamentale del mondo moderno. Oggi l’area vive un periodo delicato, dal punto di vista sociale, politico ed economico: nell’ambito del processo di stabilizzazione della regione è stata sviluppata una strategia condivisa sovranazionale per la creazione delle infrastrutture e delle reti di mobilità. Un progetto ferroviario in alta velocità/alta capacità che connette tutti i Paesi dell’area Metr con le tratte già in essere e in fase di realizzazione in Europa e Asia.

Quali sono gli obiettivi di questa iniziativa?

È nostra intenzione creare un legame ancora più stretto tra i Paesi di una vasta area che è il cuore dell’Eurasia e che storicamente rappresenta una delle culle della civiltà, dove è nato uno dei progetti che oggi vogliamo rilanciare, quello della Via della Seta, interpretato ovviamente in chiave moderna.

Ci sono aziende italiane coinvolte nei lavori? E se sì, che ruolo avranno?

Ad esempio, nel progetto pilota della futura linea Mosca – Pechino per ora sono coinvolte solo aziende dei due Paesi, impegnate nella parte di project design che durerà fino alla fine del 2015. Ma in una fase successiva anche i partner europei, comprese le imprese italiane, potranno concorrere ad avere un ruolo nei lavori.

Può citare qualche impresa?

Tutte quelle che hanno un know how specifico. Penso a Ferrovie dello Stato, ma anche Ansaldo Breda ed Sts, cedute da Finmeccanica ma ancora con cervello e radici in Italia.

Come si può conciliare tutto ciò con il deterioramento dei rapporti tra Russia e Italia in seguito alla crisi ucraina?

I rapporti tra Russia e Italia tengono, nonostante tutto. E rappresentano una base per risolvere questa crisi a livello europeo.

Così Europa e Russia torneranno a parlarsi. Parla Sultanov (Mir Initiative)

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