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Viene impropriamente chiamata “legge navale”come quella di quarant’anni fa. In effetti la legge navale del 1975 era una vera e propria legge composta da 4 articoli che finanziava la realizzazione di un programma di costruzione e di ammodernamento di mezzi navali della Marina Militare per un importo di mille miliardi di lire.

Il Programma Navale del 2015 invece nasce dalla Legge di Stabilità 2014 che, ai commi 37, 38 e 39 del suo unico articolo, “al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale e nel quadro di una politica comune europea, consolidando strategicamente l’industria navalmeccanica ad alta tecnologia” prevede contributi ventennali per complessivi 5.427.908.654 euro.

IL PROGRAMMA NAVALE

Con il Programma Navale si prevede l’acquisto di navi per il rinnovamento della flotta della Marina Militare.

Nello specifico: 6 pattugliatori d’altura (costo complessivo: 2,620 miliardi di euro) – con l’opzione per altre 4 navi –, una unità d’altura di supporto logistico (costo: 325 milioni), una unità anfibia multiruolo (844 milioni) e 2 unità navali polifunzionali ad altissima velocità (40 milioni).

Il costo del Programma è di 5,4 miliardi di euro, comprensivi di oneri finanziari per circa 1,6 miliardi.

La successiva decisione, esplicitata nella Legge di Stabilità 2015, di non ricorrere al credito bancario, garantendo i pagamenti per stati di avanzamento, ha “liberato” questa somma la cui destinazione è stata oggetto del dibattito nelle Commissioni Parlamentari e potrà essere utilizzata per l’acquisto di altre navi.

I DUE ATTI DEL GOVERNO

L’iniziativa del governo si sviluppa attraverso due atti: l’Atto di Governo (AG) n. 116 che riguarda l’approvazione del Programma Pluriennale Navale per la tutela della capacità marittima della Difesa, e l’AG n. 128 che riguarda invece l’utilizzo dei contributi pluriennali relativi alla realizzazione dello stesso.

L’ITER DELL’ATTO N.116

Sulla base di quanto disposto dall’art. 536 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’Ordinamento Militare), a ottobre 2014 il Ministro della Difesa Pinotti trasmette, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ai Presidenti della Camera e del Senato l’Atto di Governo n° 116, ovvero lo “schema di decreto interministeriale (…) concernente l’approvazione del Programma Pluriennale Ammodernamento e Rinnovamento SMD 01/2014”.

Il 28 ottobre 2014 l’AG 116 viene assegnato alle Commissioni Difesa e Bilancio del Senato che nel successivo mese di novembre esprimono parere favorevole.

Il 29 ottobre l’AG 116 viene assegnato alle Commissioni Difesa e Bilancio della Camera. Entro i successivi 40 giorni la Commissione Bilancio esprime parere favorevole, mentre la Commissione Difesa esprime anch’essa parere favorevole ma con alcune condizioni (trasmissione elenco unità da dismettere, impegno delle imprese assegnatarie a fornire supporto logistico anche in house, trasmissione alla Commissione dei contenuti degli accordi negoziali tra Ministero della Difesa e imprese, contenimento entro il 25% del totale della spesa per i sistemi d’arma, capacità di integrazione con i mezzi dei Paesi alleati).

L’ITER DELL’ATTO N.128

L’11 dicembre 2014 il Ministro dello Sviluppo Economico Guidi trasmette ai Presidenti di Camera e Senato l’Atto di Governo n° 128, ovvero lo schema di decreto interministeriale “concernente le modalità di utilizzo dei contributi pluriennali relativi al Programma Navale per la tutela della capacità marittima della Difesa”.

Il 7 gennaio le Commissioni Difesa e Industria del Senato esprimono parere favorevole sullo schema di Decreto.

Il 15 gennaio la Commissione Bilancio della Camera esprime parere favorevole rilevando però la necessità di rideterminare i contributi pluriennali conformemente alla rimodulazione prevista dalla Legge di Stabilità 2015, e di prevedere che i risparmi derivanti dalla riduzione degli oneri finanziari costituiscano economie di spesa qualora non vengano utilizzati per un’ulteriore implementazione del Programma Navale.

Il 20 gennaio la Commissione Difesa della Camera esprime parere favorevole a condizione che venga rideterminato l’ammontare dei contributi alla luce della rimodulazione prevista dalla Legge di Stabilità 2015; che “le risorse stanziate per gli oneri di finanziamento non più necessarie per tale finalità siano destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica oppure, ove necessario e in ogni caso informandone le competenti Commissioni parlamentari, siano utilizzate per l’implementazione del Programma Pluriennale navale”; che il testo definitivo sia trasmesso alla Commissioni Parlamentari; che il Governo renda noti al Parlamento i soggetti affidatari e criteri di individuazione; che il Governo garantisca sulle ricadute occupazionali e di sviluppo delle imprese della cantieristica nazionale.

COSA SUCCEDE ADESSO?

Seguendo l’iter potrebbero essere tuttora aperte due possibilità:

1) l’accettazione da parte del Governo delle condizioni poste dalle Commissioni Parlamentari e quindi la firma del Decreto e la successiva registrazione della Corte dei Conti che dovrà autorizzare la stipula dei contratti e gli impegni formali di spesa, anche se “il Ministero della Difesa, qualora ricorrano ragioni di urgenza, nelle more della registrazione del relativo decreto di approvazione dei contratti (…) da parte della Corte dei Conti, può autorizzare, previo nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico, l’esecuzione anticipata, secondo le vigenti disposizioni per i contratti dell’ Amministrazione della Difesa” (comma 3 dell’art.3 dello Schema di decreto ministeriale concernente le modalità di utilizzo dei contributi pluriennali relativi al Programma Navale per la tutela della capacità marittima della Difesa).

2) la decisione del Governo di non conformarsi alle condizioni poste dalle Commissioni, inviando nuovamente alle Camere gli schemi di Decreto corredati da controdeduzioni (legge 31 dicembre 2012, n. 244 art.4 – Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia).

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