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Il Parlamento europeo, nel corso della seduta plenaria di questa settimana a Strasburgo, ha approvato con un’ampia maggioranza una risoluzione che auspica il riconoscimento di uno Stato Palestinese.

Gran fermento la sera prima del voto tra i deputati italiani di Forza Italia membri del gruppo PPE che hanno cercato fino alla fine di “ammorbidire“ il testo concordato dal presidente della Commissione Affari Esteri Elmar Brok (tedesco, membro del PPE) con gli altri gruppi politici, per evitare che si facesse esplicito riferimento alla costituzione di uno Stato Palestinese.

Ma il giorno dopo, il Parlamento europeo nella risoluzione approvata ha ribadito “il proprio fermo sostegno a favore della soluzione a due Stati basata sui confini del 1967, con Gerusalemme come capitale di entrambe gli Stati“.

Su 751 eurodeputati, 498 hanno votato a favore della risoluzione, solo 88 contro e 111 si sono astenuti. Analizzando i numeri emerge che l’indicazione di voto di 5 gruppi politici (PPE, S&D, ALDE, VERDI, GUE) era a favore del testo, contrari invece il gruppo ECR (dove solo 7 deputati hanno votato a favore), i Non Iscritti (anche in questo caso solo 9 a favore) e l’EFDD di cui sono parte i grillini che però compatti si sono distinti dai colleghi delle altre nazionalità votando a favore della risoluzione.

Ma vediamo ora come ha votato tutta la delegazione italiana. Su 73 deputati hanno votato a favore: PD, Lista Tsipras, Movimento 5 stelle (in dissenso con il Gruppo EFDD), Nuovo Centro Destra e UDC. Ha preferito astenersi invece la delegazione della Lega.

Variegato il voto della delegazione di Forza Italia (13 deputati): Alberto Cirio, Raffaele Fitto e Alessandra Mussolini hanno votato contro; Fulvio Martusciello – che peraltro è presidente della delegazione per le relazioni con Israele – si è astenuto; gli altri 7 hanno abbandonato l’aula in segno di protesta.

Comunque – come talvolta capita – tanto rumore per nulla, notano alcuni addetti ai lavori a Strasburgo: le risoluzioni del Parlamento europeo non hanno poteri vincolanti e nessun valore giuridico, ma esprimono solo una volontà della Istituzione.

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