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Anche Google vuole il suo pulsante “Buy”. Come Facebook e Twitter, che già stanno sperimentando le nuove funzionalità legate al commercio elettronico, Big G starebbe considerando, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, di inserire tra i risultati di ricerca un bottone “Buy” e altre feature legate allo shopping per rafforzare la sua presenza nell’e-commerce e competere sempre più direttamente con Amazon.

GOOGLE BUY, GUANTO DI SFIDA AD AMAZON

Il pulsante “Buy” di Google sarebbe un’evoluzione del servizio Shopping già esistente e dovrebbe contare su una più stretta collaborazione con i retailer: infatti, Google si sarebbe già incontrata con diversi negozianti per discutere di questa opzione. Oggi Google Shopping indirizza chi vuole fare acquisti ai siti dei negozianti tramite i link nei risultati di ricerca. Ma Google vuole trattenere sul suo sito le persone più a lungo. Non venderà o spedirà i prodotti direttamente, ma cercherà di snellire il processo di shopping per gli utenti di Internet di modo che continuino a usare Google per cercare i prodotti anziché andare su Amazon.

Il nuovo pulsante “Buy” di Google sarebbe simile alla funzionalità di Amazon “one-click ordering” con cui gli utenti digitano una sola volta i dati della carta di credito e l’indirizzo per la consegna e da allora i dati sono memorizzati per tutti i successivi acquisti, senza più necessità di inserirli. Google (che non ha fatto mistero di considerare Amazon sua diretta rivale) starebbe attuando una precisa strategia: impedire che Amazon le sottragga quote di mercato quando gli utenti fanno shopping. Infatti, spesso gli internauti che vogliono fare acquisti sul web cominciano il processo di ricerca dei prodotti o su Amazon o su Google indifferentemente, ma terminano tale processo su Amazon perché è qui che trovano i ranking più affidabili dei prodotti e la possibilità di acquistarli.

Il Wall Street Journal scrive anche che Google starebbe considerando il lancio di un programma di marketing che permetterebbe ai negozianti partner di promuovere la consegna in due giorni per i prodotti acquistati tramite Google Shopping. Si tratta di un’offerta che non eguaglia ancora quella di Amazon per i clienti Prime (consegna in un giorno) ma è simile ai programmi di altri servizi di shopping online come ShopperRunner, Shoes.com, Nba store, Neiman Marcus Group, Toys “R” Us.

LA RISPOSTA DEI NEGOZIANTI

Va comunque sottolineato che questi progetti di Google sono solo ipotesi di lavoro, che potrebbero anche non vedere mai la luce. Inoltre, la risposta dei negozianti con cui il colosso della ricerca si è incontrato sarebbe stata non unanime: molti hanno accolto con freddezza le proposte di Big G perché temono lo scatenarsi di una feroce concorrenza sui prezzi e uno scarso controllo sulla shopper experience. Se Google implementasse il suo pulsante “Buy”, raccoglierebbe molti più dati sugli utenti su come le sue pubblicità si trasformano in vendite e questo farebbe salire anche i prezzi delle ads su Google.

Qualche retailer però vedrebbe con favore la partecipazione alle iniziative di Google sullo shopping perché Amazon è considerata un concorrente ancora più temibile di Big G. A differenza di Amazon, infatti, Google non vende prodotti e sembra anche pronta a permettere ai negozianti di trattenere gli indirizzi e-mail dei clienti che usano il pulsante “Buy” mentre Amazon non mette a disposizione dei retailer i dati dei clienti.

Google per ora non conferma: una portavoce ha detto che l’azienda “esplora e testa continuamente molte idee per migliorare l’esperienza dei consumatori”, ma non c’è “niente di nuovo da annunciare ora” e non vengono rilasciati commenti su “voci e speculazioni”.

LA STRATEGIA DI GOOGLE

Le manovre di Google non stupiscono, visto che Eric Schmidt ha descritto Amazon come il maggior rivale di Google nella search perché molti utenti saltano il passaggio su Google e vanno dritti al sito del colosso dell’e-commerce quando devono fare ricerche connesse con lo shopping. Si tratta di una consistente fetta di ricerche che Google perde: nel terzo trimestre, il 39% di chi fa spese online negli Stati Uniti ha iniziato a fare ricerche per gli acquisti su Amazon e solo l’11% ha iniziato le ricerche su Google, secondo Forrester Research; il sorpasso di Amazon su Google è avvenuto nel 2012 (30% su Amazon contro 13% su Google).

Il trend è simile in Uk: circa il 61% degli acquirenti ha trovato idee per i regali cercando su Amazon questo Natale, mentre il 50% ha tratto ispirazione dalle ricerche su Google, secondo un sondaggio di Searchmetrics.

Le fonti interne di Google sentite dal Wsj rivelano che le search sui prodotti sono le più redditizie per Google: è comprensibile che Big G spinga per allargarsi su questo fronte. In più Google deve reagire ai trend in atto sul mercato: l’uso massiccio degli smartphone e dei servizi di mobile payment (tra cui il nuovo Apple Pay) porta gli utenti a preferire le app, come quella di Amazon, o i siti dei negozianti al posto dei tradizionali siti web di ricerca, nota Faisal Masud, executive vice president della divisione global e-commerce di Staples.

“Amazon si sta consolidando sempre più nelle vendite online in Nord America e questo è un grande problema per Google”, commenta Jeremy Levine, investitore di Bessemer Venture Partners. “Google deve creare un’alternativa credibile”.

Google ha cominciato già ad attrezzarsi: la funzionalità Instant Buy permette agli utenti del suo servizio di mobile payment Google Wallet di comprare prodotti da siti web e app mobili con appena due click. Da novembre, Google offre anche sugli smartphone (come fa sui Pc) dei pannelli di informazioni sui prodotti in vendita che escono dalle ricerche che includono foto, caratteristiche, prezzi e opinioni degli altri utenti. L’idea è di offrire su Google a chi fa spese online quel tipo di servizi che ci si aspetta su siti come Amazon.

Tutte le trovate di Google per sfidare Amazon nell'e-commerce

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