Skip to main content

Nonostante sia da quasi mezzo secolo sposato con una francese (non certo filotedesca tanto più che nata dove negli anni della seconda guerra mondiale, c’era “la linea di demarcazione tra territorio occupato e la Repubblica di Vichy”), sin dagli anni dell’università i miei migliori amici personali erano tedeschi. La Germania mi aveva affascinato al liceo con la sua filosofia e la sua musica. Quando in un’università internazionale ero con studenti di differenti Paesi, finii con fraternizzare, e studiare, con i colleghi tedeschi per il loro fortissimo senso del dovere e la loro parimenti profonda lealtà. Non avere imparato la lingua (se non per sommi capi) è ancora un cruccio, causato dall’avere vissuto per oltre tre lustri negli Stati Uniti.

Molti amici e colleghi italiani (nonché francesi) hanno difficoltà a comprendere l’atteggiamento della Repubblica Federale in generale e dei Governi tedeschi nei confronti di programmi e progetti (ad esempio, gli eurobonds) che faciliterebbero il processo d’integrazione europea. In effetti, i tedeschi (non solo i Governi ma la popolazione in generale) sono recalcitranti nei confronti di un’Europa più integrata e più coesa di cui Berlino (il Paese più vasto e più potente) avrebbe tutti i titoli per assumerne la guida.

Per comprendere il fenomeno occorre guardare al passato ed al futuro. Per il passato un utile contributo è Reluctant Meisters: How Germany’s Pasti s Shaping its European Fuure di Stephen Green. Green non è uno storico di professione ma un Lord britannico, che è stato Ministro del commercio con l’estero ed anche Presidente della Hong Kong and Shanghai Bank. – cosa di non poco conto – un sacerdote a tutti gli effetti. I tedeschi diffidano del resto d’Europa dal lontano 9-15 dopo Cristo quando leader tribale di nome Hermann sconfisse tre legioni romani nella foresta di Teutoburg per essere fatto a pezzi dopo alcuni anni (quando i romani tornarono con ancora maggiori forze). In tempi più recenti, si sono considerati (a torto od a ragione) vittime della guerra dei trent’anni 1618-18, delle scorribande napoleoniche ed infine del Trattato di Versailles che li umiliò al solo scopo di giungere ad un armistizio di vent’anni della lunga guerra mondiale che ha caratterizzato la prima metà del Ventesimo Secolo.

Il ‘miracolo tedesco’ – ricorda Lord Green – è stato il frutto degli aiuti americani (i quali anche delinearono le Costituzione ed il sistema politico della Repubblica Federale). Sono stati anche gli americani a contribuire, più degli altri europei, al crollo del muro di Berlino ed alla riunificazione. Agli americani va la loro gratitudine e lealtà.

Anzi – Lord Green non lo dice ma ne ho la chiara sensazione – da quando gli Usa hanno diminuito il loro interesse (a torto od a ragione) nel processo di integrazione europea caratterizzato, a loro avviso, da bisticci tra comari – pure la Germania Federale non vede perché deve assumere un onere pesantissimo nei confronti di millenari avversari che hanno scarso senso del dovere e spesso hanno concluso guerre con alleati differenti da quelli con cui le avevano iniziate.

A queste determinanti relative al passato, se ne aggiungono fortissime altre concernenti il futuro. La Germania “sente” più di altri Paesi europei l’invecchiamento della propria popolazione. Coen Teulings della University di Cambridge – un demografico olandese distinto e distante dalle beghe del Continente (e per questo motivo sulle rive del fiume Cam) – ha calcolato che per fare fronte alla “sfida demografica” (ad esempio, pensioni ed assistenza medica decenti) il risparmio complessivo delle famiglie tedesche deve porsi sul 350% del Pil.

Non che l’Italia sia piazzata meglio. Per i tedeschi (in generale) la differenza è che loro se ne curano, a ragione del “dovere” che sentono profondamente nei confronti delle generazioni future, mentre gli italiani (con i francesi, gli spagnoli, i portoghesi ed i greci) se ne preoccupano meno.

Perché – mi diceva recentemente un vecchio compagno di studi che ha fatto, in quel di Francoforte, il banchiere per tutta la vita professionale – dobbiamo metterci alla guida di tale brigata e porci l’onere sulle nostre spalle?

Come rispondere?

Torti e ragioni della recalcitrante Germania sull'Europa poco teutonica

Nonostante sia da quasi mezzo secolo sposato con una francese (non certo filotedesca tanto più che nata dove negli anni della seconda guerra mondiale, c’era "la linea di demarcazione tra territorio occupato e la Repubblica di Vichy"), sin dagli anni dell’università i miei migliori amici personali erano tedeschi. La Germania mi aveva affascinato al liceo con la sua filosofia e…

Regin, il malware che spia le telco di Russia e Arabia Saudita

Il codice maligno più sofisticato di sempre, capace di agire indisturbato e spiare nelle reti informatiche di aziende di precisi settori industriali, dalle telecomunicazioni all'energia. E' questo il malware Regin, scoperto dagli esperti di sicurezza di Symantec: il codice (di cui sono state portare alla luce larghe porzioni, ma non l'interezza) verrebbe usato per azioni di spionaggio nei confronti di aziende-target…

Che cosa è successo ai Popolari in Emilia Romagna

Riceviamo e volentieri pubblichiamo Il voto per il rinnovo del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna dimostra che di questa politica 'non se ne fa niente' nessuno. Un'affluenza così bassa e l'esplosione della Lega (secondo partito in regione) dimostrano che il sistema PD comincia a mostrare i primi segnali di crisi vera e che ora bisogna tornare a fare politica veramente. Quindi cominciare…

Camere di Commercio, che cosa pensano davvero gli italiani. Report Swg

Chiariti alcuni nodi fondamentali con il governo, le Camere di Commercio possono riprendere il loro cammino verso l’autoriforma suggerito più volte su Formiche.net. Conosciuti da più del 90% delle persone, gli enti camerali, secondo una ricerca realizzata dall'istituto di ricerca Swg, svolgono per l’opinione pubblica un ruolo importante per lo sviluppo del Paese, tanto da non dover essere annoverati tra…

Moncler, Prada e Tod's. Come se la spassano le società della moda in Borsa?

Dopo la pubblicazione dei conti (positivi) del terzo trimestre, anche le quotazioni di Borsa hanno tirato il fiato. Il lusso italiano è in crisi? Le voci sono controverse. C’è chi parla di bolla già scoppiata, visto che i titoli hanno ceduto da inizio anno, tutti, da Moncler, a Ferragamo, a Cucinelli, a Yoox, a Tod’s a Prada (quotata a Hong…

Perché il centrodestra non può essere (solo) Salvini

Come in tutto il mondo i sistemi politici funzionano se consentono di far interloquire e integrare le aree radicali e moderate delle due polarità politiche essenziali: quella conservatrice e quella democratica. I repubblicani hanno conquistato un risultato storico nelle elezioni di mid-term perché sono riusciti a combinare tea party e centristi come non era riuscito a John McCain e Mitt…

tillerson midterm interpol

Come in House of Cards. Ecco gli intrighi fra Casa Bianca e Pentagono

Infine anche Chuck Hagel lascia il Pentagono. E' il terzo segretario della Difesa americano a lasciare in questi sei anni di Amministrazione Obama. Prima di lui avevano fatto un passo indietro Robert Gates e Leon Panetta, entrambi con un trascorso da direttori della CIA ed entrambi autori di due autobiografie taglienti sul loro rapporto con il Presidente degli Stati Uniti. Critiche…

Paolo Messa ospite di SkyTG24

Questa sera, alle ore 21.30, il fondatore di Formiche, Paolo Messa, sarà ospite su SkyTG24 per commentare le dimissioni del Segretario della Difesa americano, Chuck Hagel.

Chi è Michèle Flournoy, il probabile nuovo numero uno del Pentagono che sostituirà Hagel

Manca l'annuncio ufficiale, ma sarà quasi certamente Michele Flournoy a sostituire al vertice del Pentagono il dimissionario Chuck Hagel. PRIMA DONNA Ex sottosegretario alla Difesa, già funzionaria del Pentagono ai tempi dell'amministrazione Clinton ora a capo del think tank molto vicino ad Obama, Center for a New American Security, che già due anni fa, dopo essere stata nella squadra di…

Samantha Cristoforetti, così la signora con le stellette è arrivata nello spazio

Sbarcata sulla Stazione spaziale internazionale alle prime ore del mattino del 24 novembre, Samantha Cristoforetti è la prima donna italiana ad andare nello spazio. Nata a Milano il 26 aprile 1977, è un capitano dell’Aeronautica Militare Italiana e per i prossimi sei mesi sarà impegnata nella missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). MISSIONE FUTURA La missione Futura, della durata di…

×

Iscriviti alla newsletter