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L’oro? Un bene rifugio a prezzi da saldo. Continua a stazionare in zona 1100 dollari il metallo giallo, dopo aver toccato picchi intorno ai 2mila. “A novembre – spiega Nevine Pollini, senior analyst commodity di Union Bancaire Privée – diversi fattori hanno tenuto sotto pressione la quotazione dell’oro: la stragrande maggioranza di ‘no’ al referendum svizzero “Save our Swiss Gold” (che avrebbe fatto aumentare le riserve aurifere della banca centrale fino al 20%, ndr); il crescente ottimismo riguardo a dati economici statunitensi migliori delle attese; la conseguente aspettativa di una posizione sempre più da falco da parte della Fed; il dollaro ai massimi quinquennali e il boom dei listini azionari a stelle e strisce”. Ma secondo l’analista il “maggior effetto è comunque legato al crollo delle quotazioni del petrolio, che ha scambiato sul livello minimo da quattro anni, riducendo così l’attrattività dell’oro come protezione da un potenziale aumento dell’inflazione”.

LE BUONE NOTIZIE

A spingere il metallo giallo sembrava poter essere l’incontro del Consiglio Direttivo della Bce del 4 dicembre, che però si è risolto in un fuoco di paglia: sfumato non appena l’Eurotower ha deciso di rimandare al 2015 l’atteso piano di acquisto di titoli di Stato su larga scala. E di recente, “l’unica buona notizia per il metallo giallo – continua Pollini – è venuta dall’India, che ha allentato le restrizioni sull’acquisto di oro cancellando il requisito 80-20 sulle importazioni, che imponeva di ri-esportare il 20% dell’oro importato sotto forma di articoli di gioielleria”.

ORO FISICO E ORO CARTACEO

“Il referendum svizzero, se avesse avuto esito diverso avrebbe fatto acquistare circa 1500 tonnellate nell’arco di cinque anni a fronte di una produzione annuale mondiale di 2000 tonnellate – spiega Micheal Palatiello, amministratore delegato di Wings Partners, società specializzata in commodity – ma c’è da fare una distinzione fondamentale tra oro fisico e oro cartaceo”. Secondo Palatiello il movimento ribassista coinvolge soprattutto la carta ed è determinato dalla speculazione. Mentre per quanto riguarda l’oro fisico la domanda “è alta: l’India ha acquistato 150 tonnellate a ottobre. La Cina ha acquistato tantissimo, con le importazioni da Hong Kong che hanno subito, sempre a ottobre, un rialzo corposo, ai massimi di sette mesi a oltre 77 tonnellate. E poi ci sono le banche centrali, che stanno ricostituendo le riserve aurifere: la Russia a settembre ha comprato un milione e 200mila once di oro, il più grande acquisto mensile del quindicennio”. E anche il Venezuela ha chiesto il rimpatrio delle scorte proprie in oro, lo ha fatto Berlino riacquistando 300 tonnellate, l’Olanda a novembre si è riportata a casa 122 tonnellate di oro che deteneva la Fed. Marine la Pen ha esortato la banca francese a ricostituire riserve in oro.

GLI ACQUISTi SCATTANO SOTTO I 1200 DOLLARI

Nulla di sorprendente, secondo l’esperto: ogni volta che il prezzo dell’oro si porta sotto i 1200 dollari che è il prezzo medio di produzione in miniera, la domanda aumenta. E allora perché il prezzo continua a scendere? “Per via dei derivati – spiega Palatiello – che tecnicamente danno la possibilità di vendere allo scoperto: sono strumenti correlati con l’oro ma molto blandamente. Al Comex, per esempio, dove sono quotati gli Etf con sottostante l’oro, per ogni oncia d’oro sono scritti 100 contratti. Ovvero si deposita in una banca una quantità di tonnellate su cui si iscrivono contratti in multipli. Paradossalmente se i sottoscrittori di Etf volessero ritirare il sottostante non potrebbero, in quanto inesistente”.

MANIPOLAZIONI PER RAGIONI MONETARIE

Dietro questa speculazione ribassista sull’oro esiste una giustificazione di carattere monetario. “Le banche centrali – dice ancora Palatiello – stanno approdando all’idea che stampando moneta si può combattere la deflazione. Intanto la moneta cartacea viene svalutata, ma questo non è percettibile finché non c’è termine di paragone, che è storicamente l’oro, o meglio il potere di acquisto di oro. Quindi le banche centrali hanno tutto l’interesse a non far salire troppo il prezzo del metallo giallo”.

ACCUMULARE ORO ADESSO

Così mentre il mondo finanziario punta al ribasso dell’oro, l’oro fisico invece è una risorsa sempre più scarsa che tutti concorrono ad accaparrarsi. Quando questa distonia tra prezzo speculativo e oro fisico verrà notata l’oro ha grosse potenzialità di crescita. Nel frattempo gli investitori possono accumulare oro a scopo di bene rifugio. “Ma attenzione a scegliere o il lingotto fisico – conclude Palatiello – o, ancora meglio, visto che il lingotto ha costi di gestione, Etf o certificati che siano diritto al ritiro effettivo dell’oro”.

Oro: vendere o comprare?

L’oro? Un bene rifugio a prezzi da saldo. Continua a stazionare in zona 1100 dollari il metallo giallo, dopo aver toccato picchi intorno ai 2mila. “A novembre – spiega Nevine Pollini, senior analyst commodity di Union Bancaire Privée – diversi fattori hanno tenuto sotto pressione la quotazione dell’oro: la stragrande maggioranza di ‘no’ al referendum svizzero “Save our Swiss Gold”…

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