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Grandi manovre sulla banda larga. Aziende del settore, banchieri d’affari e istituzioni sono in azione.

IL QUADRO D’ASSIEME

Metroweb fa gola a Telecom, che è a un passo dal definire i contenuti di un’offerta non vincolante, e stimola l’appetito anche di Vodafone, che potrebbe approfondire i rapporti già esistenti con la società milanese della fibra. Il risultato della contesa sarà determinante per lo sviluppo della banda larga nel nostro Paese su cui si sta concentrando anche l’attenzione di Palazzo Chigi che ieri ha messo in consultazione pubblica il “Piano strategico nazionale per lo sviluppo della banda larga”, già inviato a Bruxelless.

TUTTI PAZZI PER LA FIBRA

I contenuti dell’offerta presentata da Telecom Italia per Metroweb, controllata dai fondi F2i (leggi qui chi sono i principali investitori del fondo oltre a Cdp e Intesa Sanpaolo) e Fsi Investimenti (holding per il 77% del Fondo strategico italiano di Cdp, e per il 23% di Kuwait Investment Authority), potrebbero essere svelati nel consiglio d’amministrazione in programma per oggi.

Telecom ha inviato una manifestazione di interesse per la quota detenuta da F2i in Metroweb (il 53,4%) dando esecuzione al mandato ricevuto dall’amministratore delegato Patuano a settembre. Ma come ha dichiarato il presidente di Metroweb, Franco Bassanini, la partita è ancora aperta e non è escluso che si arrivi presto a una gara, alla quale, anche il numero uno di Vodafone, l’ex manager di Rcs Vittorio Colao, ha fatto sapere di essere interessato a partecipare. Fino a che punto si spingeranno i due contendenti? L’interesse di Vodafone per Telecom potrebbe essere solo un’azione di disturbo – si legge oggi sul Sole 24 Ore – mentre secondo alcuni esperti di telecomunicazioni il gruppo inglese punterebbe invece ad un matrimonio con Fastweb.

GLI OSTACOLI

Debellata la concorrenza, nel suo cammino verso Metroweb, Telecom si troverebbe comunque ad affrontare i rischi antitrust già sollevati da alcuni politici di diversi partiti che hanno chiamato in causa sia la Consob che l’Antitrust.

IL PIANO DI RENZI

Mentre i grandi operatori di telecomunicazioni studiano come posizionarsi sul mercato italiano, il governo Renzi segue con attenzione, seppure indirettamente, il dossier Metroweb, in vista della realizzazione del piano strategico per la banda larga che punta a raggiungere nei prossimi 6 anni gli obiettivi infrastrutturali definiti con l’Agenda Digitale Europea.

GLI OBIETTIVI

Il piano punta a coprire entro il 2020 l’85% della popolazione con connettività ad almeno 100 mbps e il restante 15% a 30 mbps. Attualmente solo il 20% dei cittadini ha accesso ai 30 mbps, un dato che ci colloca 40 punti percentuali sotto la media europea.

GLI INVESTIMENTI

Per realizzarlo verranno messi sul piatto – dice il governo – 6 miliardi di euro in risorse pubbliche, con una quota consistente proveniente dai fondi strutturali europei, a cui andranno a sommarsi quelli del settore privato, stimati per circa 2 miliardi.

TECNOLOGIE AL SERVIZIO DELLA BANDA LARGA

Al fine di raggiungere gli obiettivi di velocità e penetrazione della banda larga l’Agenda digitale europea ha lasciato libere le nazioni di impostare un piano per conseguire gli obiettivi in modo aderente alla struttura del mercato e alla configurazione del territorio.

La realizzazione di impianti in fibra sufficientemente vicini al punto di fruizione del servizio, ovvero le soluzioni Fiber to the building (fino all’edificio) o Fiber to the home (fino all’unità abitativa), è riconosciuta come la soluzione in grado di assicurare ad ogni utente l’accesso ai servizi di rete a 100 Mbps. Ma “richiede costi ingenti sostenibili solo nelle aree a maggior potenziale di business dove sono concentrati i maggiori investimenti privati”, si legge nel piano del governo.

LA PARTECIPAZIONE DEI PRIVATI

Per definire  le modalità e l’intensità della partecipazione privata – è scritto nel piano strategico del governo – si dovrà attendere l’esito della consultazione pubblica. L’impegno stimato degli operatori privati concentrato nelle prime 482 città italiane è per un investimento complessivo di poco inferiore a 2 miliardi di euro.

SOLUZIONI INTERMEDIE

Gli investimenti necessari per il dispiegamento di nuove infrastrutture a fibra ottica hanno portato così il governo ad ipotizzare, nelle aree a bassa densità di domanda, uno sviluppo dell’architettura di rete che preveda l’impiego intelligente di una varietà di tecnologie di accesso.

Nell’attuazione del piano del governo riveste così un ruolo chiave, secondo gli scenari tecnologici esistenti, l’applicazione di tutta la gamma di tecnologie per la banda ultralarga, dal Fttb/h, attraverso Fttc (fibra fino all’armadietti), fino alle soluzioni radiomobili, Fwa (tecnologia di accesso fisso) e satellitari, per individuare l’opzione più efficace ed efficiente per raggiungere l’obiettivo dell’Agenda Digitale Europea 2, ovvero il 100% di copertura a 30 Mbps entro il 2020.

“Lo sviluppo della domanda, unitamente alle agevolazioni alla realizzazione delle opere civili e impiantistiche ed alla configurazione di un quadro regolamentare definito/certo e conciliante – si legge sul piano strategico – determinerà i tempi di ammortamento delle soluzioni intermedie (Fttc) e doserà la spinta verso il dispiegamento diretto o verso l’upgrade successivo delle soluzioni più profonde”.

Ecco il piano di Renzi per la Banda Larghissima

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