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E’ questione di giorni (forse di ore) e il presidente dello Ior, Ernst von Freyberg, lascerà il suo incarico. Dopo appena un anno e mezzo dall’insediamento, avvenuto quando era in auge il Camerlengo Tarcisio Bertone, nella fase di transizione fra Ratzinger e Bergoglio.

Le dimissioni dell’avvocato tedesco potrebbe essere rese pubbliche sabato (come prevede il vaticanista del Boston Globe, John Allen) o al più tardi la prossima settimana, non appena sarà presentato il bilancio dell’Istituto per le opere di religione relativo al 2013, come rileva Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera. L’autorevole (e informata) Frankfurter Allgemeine Zeitung, però, dà il tutto ormai per fatto. No comment dal Vaticano.

IL RUOLO DELLA SEGRETERIA PER L’ECONOMIA

La rivoluzione allo Ior (l’ennesima) è solo in parte legata alla revisione del funzionamento delle strutture economiche e finanziarie vaticane, operazione in corso da un anno e non ancora completata. Certo, come nota Paolo Rodari su Repubblica, in gioco c’è “il nuovo assetto che riguarda sia lo Ior sia l’Apsa, sia la Prefettura degli affari economici e il governatorato”. In particolare, pare destinata ad assumere sempre più voce in capitolo la neonata Segreteria per l’Economia, guidata dal cardinale australiano George Pell. Il progetto sul quale quest’ultimo lavora da tempo delineerebbe una spedizione tra le attività di mero servizio da quelle di banca d’investimento, con più poteri all’Apsa (destinata a recuperare il suo ruolo di banca centrale). Lo Ior, in pratica, diverrebbe una sorta di sportello con l’impegno a gestire investimenti a breve termine. Per questi motivi si vorrebbe anche un presidente non più pro-tempore, residente a Roma e operativo cinque giorni su sette.

L’INTESA MAI NATA CON FRANCESCO

Ma l’uscita di scena di Von Freyberg dipenderebbe da (molto) altro. Innanzitutto, un’intesa mai nata con Francesco, che mai l’ha ricevuto personalmente in questo anno e mezzo di pontificato. Non solo, ma stando a quanto scrive oggi La Stampa, nelle scorse settimane mons. Battista Ricca, da un anno prelato ad interim dello Ior, ha inviato al presidente dello Ior una lettera contenente alcune obiezioni, “criticandolo per non aver sempre e puntualmente fornito tutte le informazioni richieste alla commissione cardinalizia, ad esempio sulla consulenza affidata a Promontory e sugli avanzamenti nei processi di adeguamento contro il riciclaggio”. Molti, Oltretevere, hanno storto il naso davanti alle numerose consulenze affidate negli ultimi mesi a enti esterni (un po’ troppi, a giudizio di qualche osservatore di affari curiali). Su Von Freyberg pesa poi l’eccessiva esposizione mediatica dei primi mesi di mandato, con le interviste-fiume concesse a testate italiane e straniere, che hanno creato più d’un malumore nei sacri palazzi. Anche perché in una di queste, il presidente in carica, lodava l’operato del direttore generale Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli, poche settimane dopo costretti a lasciare il torrione di Niccolò V.

CAMBIAMENTO RIMANDATO?

Di diversa opinione è Italia Oggi, che in documentato retroscena sulle manovre interne ed esterne allo Ior, parla di un cambio alla guida dell’Istituto non così imminente: “Oltretevere si parla di un avvicendamento in tempi medi, diciamo tra la fine di quest’anno e la metà del prossimo”, si legge. E, a differenza degli altri, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi osserva come “Papa Francesco abbia molto apprezzato le iniziative messe in campo dal presidente Ior per la trasparenza”. Unica diversità di vedute, tra i due, sarebbe l’idea di una “banca per la banca” che non avrebbe trovato entusiasta il Pontefice.

I POSSIBILI SUCCESSORI DI VON FREYBERG

Quanto ai possibili successori, già circolano i primi nomi: se Italia Oggi pone in prima fila Massimo Sarmi, ex ad di Poste Italiane, e Franco Della Sega (consulente speciale ad interim dell’Apsa), il Corriere della Sera fa il nome del finanziere francese Jean-Baptiste de Franssu, sponsorizzato anche dall’ex presidente della commissione referente sulle strutture economico-amministrative della Santa Sede, il maltese Joseph Zahra.

Perché Papa Francesco sta per decapitare il vertice dello Ior

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