Skip to main content

In Italia quasi non se ne parla ma, come annunciato ieri da Formiche.net, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha nominato un inviato speciale per la Libia. Si tratta dello spagnolo Bernardino Leon, esperto europeo delle questioni del mediterraneo e già scelto da Lady Ashton quale rappresentante della Commissione Europea. Ieri mattina, prima della ufficializzazione della sua nomina (avvenuta attraverso un tweet dell’ambasciatore UK in Libia), era apparsa una sua intervista dedicata proprio al Paese nord africano. Sulla testata tedesca Deutsche Welle, Leon aveva spiegato il suo punto di vista che adesso, evidentemente non rappresenta solo quella europea ma quella più ampia dell’ONU. Il problema principale della Libia, secondo lo spagnolo, sta nella fragilità delle sue istituzioni, praticamente inesistenti già con Gheddafi, e quindi nel ruolo delle milizie e più in generale nel rapporto – sin qui contrastante – fra governo e parlamento.

IMMIGRAZIONE E TERRORISMO

“I libici – ha detto Leon al quotidiano tedesco – non sembrano essere in grado di risolvere questa crisi da soli e avranno bisogno del sostegno della comunità internazionale. Ci sono diversi problemi che sono molto gravi. Uno è la mancanza di controllo delle frontiere. La Libia è un paese enorme e anche se la macchina statale lavorasse a pieno ritmo, sarebbe comunque una sfida riuscire controllare 4.000 chilometri di frontiera in zone desertiche remote. Questo è il motivo per cui stiamo avendo problemi di migrazione”.

“Un secondo problema – ha spiegato – è il terrorismo. La mancanza di controllo ha permesso a membri di al Qaeda e di altre organizzazioni affiliate ad al Qaeda di entrare nel Paese. Oggi abbiamo qualche centinaio, se non qualche migliaio, membri di al Qaeda in Libia e questo è qualcosa che dobbiamo risolvere. Non vi sono solo gli scontri tra le milizie Misurata e Zintan intorno all’aeroporto di Tripoli, c’è anche un conflitto a est tra un ex generale del regime di Gheddafi, il generale Khalifa Hafter, e gruppi jihadisti. Tutto questo deve essere affrontato se vogliamo superare la crisi attuale”.

LA SOLUZIONE POLITICA

Bernardino Leon quando, in mattinata, è intervistato non sa ancora che sarebbe stato nominato qualche ora Inviato dell’ONU ma ecco cosa dice a proposito del coinvolgimento della comunità internazionale, a partire dall’Unione Europea: “siamo – ha detto – in contatto permanente con le diverse parti. La necessità immediata è di mediare un cessate il fuoco e su questo c’è un forte impegno della UE con le Nazioni Unite. UNSMIL (la missione speciale delle Nazioni Unite in Libia) ha una responsabilità primaria in Libia. Può contare su una squadra eccellente che sta lavorando molto duramente”.

“Stiamo – prosegue Leon – coordinando il gruppo di inviati europei provenienti da Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Francia e Malta insieme con gli inviati dagli Stati Uniti, Turchia, e istituzioni come la Lega araba e l’Unione africana per cercare di convincere tutte le parti a concordare un cessate il fuoco. Speriamo di non essere lontani dal raggiungimento di questo obiettivo. Immediatamente, dovremo lavorare su un accordo politico tra le milizie in modo da liberare Tripoli e l’aeroporto. Ora, si è insediato il nuovo parlamento. E’ molto importante che sia inclusivo: un luogo in cui i rappresentanti politici possono cooperare e non combattere. Un governo di unità nazionale è l’unica soluzione per il paese”.

Libia, ecco il pensiero dell'inviato Onu Bernardino Leon

In Italia quasi non se ne parla ma, come annunciato ieri da Formiche.net, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha nominato un inviato speciale per la Libia. Si tratta dello spagnolo Bernardino Leon, esperto europeo delle questioni del mediterraneo e già scelto da Lady Ashton quale rappresentante della Commissione Europea. Ieri mattina, prima della ufficializzazione della sua nomina (avvenuta…

L'Irak e l'arte della mediazione dimenticata dall'Italia. Parla Mario Mauro

Una guerra tra Stati che può coinvolgere tutto il Medioriente e l’area dei Paesi del Golfo. E’ questo il rischio secondo Mario Mauro, ex ministro della Difesa e presidente dei Popolari per l’Italia, che invita ad allargare lo sguardo per capire ciò che sta succedendo in Irak. Senatore, qual è lo scenario da dover tenere presente per capire l’emergenza dei…

Caro Renzi, la rondine del nuovo Senato non fa primavera

Questo articolo è stato pubblicato su L'Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Bresciaoggi Non è una riforma che cambia il mondo, anche se manda in archivio il vecchio bicameralismo perfetto del potere legislativo. Non è una riforma che entra in vigore subito perché, trattandosi di modifica costituzionale, dovrà andare avanti e indietro, e a lungo, fra Camera e Senato.…

Draghi stia al suo posto!

Ormai non bisogna più meravigliarsi se il titolare di una istituzione europea come la Banca Centrale travalichi oltremodo dalle sue funzioni-mansioni e spazi in campi non previsti assolutamente dal suo mandato. Questo può avvenire per due precise motivazioni: il vuoto pneumatico creato dalle classi politiche nazionali dei paesi UE nei confronti della sempreverde leadership tedesca e che pertanto lascia il…

Perché il caso dei due Marò fa pochi progressi

Pubblichiamo un articolo di AffarInternazionali Ennesimo rinvio dei tribunali indiani sulla questione dei nostri fucilieri di marina, trattenuti in India ormai da circa due anni e mezzo. Questo è quanto avvenuto il 31 luglio. Il 4 agosto la Corte Suprema indiana ha poi autorizzato il rinnovo della cauzione a garanzia della libertà provvisoria dei due Marò. La Corte speciale che…

Alcune riflessioni sulla riforma del Senato di Renzi e Boschi

In queste settimane l'attenzione di tutti i media e commentatori era rivolta, a mio giudizio in modo eccessivo, alla riforma del Senato voluta da Matteo Renzi e dalla Ministra Maria Elena Boschi, non meno che da Silvio Berlusconi. Ho deciso di scrivere poche righe, riflettendo sulle ultime dichiarazioni di voto avvenuta in Senato in data 8 agosto 2014. IL METODO CONTA,…

Che cosa (non) penso del Senato di Mago Renzi

Sono solidale con gli otto senatori del mio partito, il Ncd, che si sono rifiutati di votare la legge Boschi. Mi hanno dato l'alibi per non andarmene sbattendo la porta: un gesto inutile perché non se ne sarebbe accorto nessuno. Poi, restando nel Ncd posso mandare alle agenzie delle dichiarazioni firmandomi come componente dell'assemblea nazionale. Loro ormai le cestinano regolarmente,…

Le pubbliche relazioni color rosa

Qualche tempo fa su questo blog diffusi alcuni dati sull'identikit del lobbista o addetto alle pubbliche relazioni italiani. Tra i dati, uno era particolarmente intrigante, forse perché nettamente in controtendenza con l'opinione comune: 6 volte su 10 l'addetto alle pubbliche relazioni in Italia è donna.  Quella della predominanza femminile nel settore delle pubbliche relazioni non è una tendenza nazionale. Al…

Sturzo e De Gasperi, la nostra storia migliore

Riceviamo e volentieri pubblichiamo L'8 agosto del 1959 moriva Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano. La sua opera rappresentò, in quel tempo, un vera rivoluzione politica. I cattolici si organizzavano e si proiettavano nell'impegno politico dopo il primo conflitto mondiale. Don Sturzo portava nel circuito della politica una esperienza maturata nelle autonomie locali e il fervore per la giustizia,…

Alitalia-Etihad, storia di un matrimonio

A tre settimane dall'arrivo di James Hogan a Roma per la presentazione della rotta Roma-Abu Dhabi, il numero uno di Etihad è di nuovo nella nostra capitale per un'altra occasione, molto più importante: la firma dell'accordo di investimento di 1758 milioni di euro finalizzato al potenziamento della nostra compagnia di bandiera. PARLA JAMES HOGAN "Se siamo qui è perché ci…

×

Iscriviti alla newsletter