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A Milano va di scena il futuro. A Piazza Affari, il 3 aprile, 18 società delle 41 quotate su Aim (42 con la quotazione di Agronomia che approda sul listino il 17) hanno sfilato davanti agli investitori raccontando storia e progetti. E svelando che il made in Italy è vivo e vegeto e non è più solo moda, cibo, design. Anzi, forse non lo è più. Ma è tecnologia, innovazione, interconnessioni. All’insegna della sostenibilità.

Il primo Aim Investr Day in Borsa Italiana
A organizzare la giornata, il primo Aim Investor Day, è stata la società di consulenza IrTop che ha accompagnato sul listino alternativo di Borsa molte di queste aziende, curandone anche la comunicazione finanziaria. “La quotazione sul mercato Aim Italia – commenta Anna Lambiase, amministratore delegato di IrTop – si sta affermando come un valido percorso di finanza alternativa per la raccolta di capitali finalizzata alla crescita delle pmi. Le principali ragioni che spingono le società alla quotazione sono legate allo sviluppo sui mercati internazionali, al rafforzamento della posizione competitiva e dello standing aziendale in un’ottica di maggiore visibilità, allo sviluppo di partnership strategiche e ad investimenti in innovazione”. Quello che manca è però una massa critica di scambi, che fa dell’Aim un listino poco liquido. Ed è proprio su questo che si deve lavorare.

Per aumentare la liquidità ci vuole trasparenza
Inspiegabile questa rarità di scambi se si guardano i numeri. Le 41 società quotate su Aim hanno
un fatturato complessivo di un miliardo di euro e una capitalizzazione totale di 1,6 miliardi. Le Ipo nel 2013 sono state 15 e 5 in questo primo scorcio di 2014. Il fatturato medio è di 30 milioni,il flottante del 25% e la market cap media di 39 milioni. Inoltre il fatturato ha segnato nel 2013 una crescita media del 52% e un ebitda margin del 15%. “La trasparenza è la chiave di successo per attrarre gli investitori – continua Lambiase – Solo un dialogo continuo può favorire la liquidità del mercato e l’interesse degli investitori”. In ogni caso, già nel capitale compaiono 58 Investitori Istituzionali, di cui il 33% esteri, con 94 partecipazioni detenute per un investimento complessivo di 163 milioni di euro (11% della capitalizzazione del segmento) e un investimento medio pari a 2,8 milioni. Il settore prevalente in termini di market cap è il green, nel focus del 34% delle piccole di Aim. “Gli investitori esteri – continua Lambiase – rappresentano un terzo delle partecipazioni istituzionali in un mercato in forte espansione per numero di Ipo. E questo crescente interesse è un buon segno. La liquidità nel mercato intanto sta migliorando: nel primo bimestre del 2014 è cresceiuta la percentuale di giorni con scambi sul totale dei giorni di negoziazione attestandosi al 71% (65% nel 2013), è aumentata la turnover velocity, al
74% (36% nel 2013), diminuita la volatilità che ora è al 47% (64% nel 2013) ed è cresciuto il controvalore medio giornaliero nei primi mesi del 2014. La presenza di oltre 150 investitori tra family office, private banker e fondi di investimento e Sgr durante l’Aim Investor Day dimostra ancora una volta come la cultura della trasparenza e della comunicazione possa incrementare sia il livello di interesse degli investitori verso storie innovative e di successo, sia la domanda di titoli sui mercati azionari”.
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Borsa, benvenuti al primo Aim Investor Day

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