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Intervento pubblicato sulla rivista del Premio internazionale di giornalismo Biagio Agnes

C’è in giro il convincimento che il web uccida tutti gli altri media. Non solo si dovrebbe sostituire ai giornali di carta (permolti rabdomanti delle novità per forza, Gutenberg sarebbe preistoria), ma si dovrebbe cancellare o ridimensionare anche la televisione che sarebbe messa nell’angolo come strumento superato di comunicazione.
La recente campagna elettorale per l’elezione del Parlamento europeo ha invece dimostrato che la televisione è viva più che mai.

LA RETROMARCIA DI GRILLO

Ha dovuto riconoscerlo persino Beppe Grillo che aveva connotato il suo impegno politico proprio basandolo sul suo convincimento, a tratti messianico, dell’assoluta supremazia
del web su qualsiasi altro mezzo di comunicazione di massa, ivi compresa in particolare la televisione. Beppe Grillo ha fatto questa retromarcia, non con dichiarazioni occasionali, ma mettendoci la sua faccia, per di più davanti a tutta l’opinione pubblica italiana.

Infatti, contravvenendo all’assoluto divieto per tutti i suoi eletti di comparire in tv, Grillo non
solo ha utilizzato la tv ma ha anche partecipato al format più classico, consolidato e vetero: “Porta a porta”.

L’ERRORE DI GRILLO

Grillo e gli altri più o meno esperti di comunicazione di massa hanno commesso il solito errore di considerare l’ultimo medium come lo strumento che avrebbe eliminato
i media precedenti. Lo si disse della radio nei confronti dei giornali. Lo si ripeté con la televisione vista come il killer della radio.
Lo si reitera oggi con il web nei confronti della tv. In realtà, i nuovi mezzi aggiungono sempre nuove opzioni che non cancellano le precedenti ma, semmai, le costringono a riposizionarsi.

MIGLIORAMENTO O PEGGIORAMENTO

Il web è una nuova opzione, una nuova opportunità. Ma il web, bisogna domandarsi a questo punto, rappresenta un arricchimento della comunicazione complessiva o un suo peggioramento?

Il web è una nuova possibilità tecnica. Si rileva perciò migliorativa o peggiorativa rispetto ai media precedenti solo in base al modo con il quale esso è usato. Lo strumento, a ogni modo, accresce la libertà d’informazione complessiva.

GIORNALI DI CARTA VS GIORNALI ONLINE

Fino a prima che il web vedesse la luce, per fare un giornale ci voleva una tipografia, una rete di distribuzione. Strumenti costosi, in ogni caso. Che impedivano a coloro che avevano voglia di comunicare con gli altri l’esercizio di questo desiderio. Il web infatti esige quasi nessuna spesa. Un sito può essere fatto anche in un sottoscala. Appena lo si è lanciato in rete, esso è disponibile per tutti, in tutto il mondo. Sia che esso abbia dietro di sé una redazione numerosa sia che si avvalga di un solo estensore. Oggi, Gioacchino Belli non scriverebbe le sue poesie invettive contro il potere su dei fogli di carta, affissi su una statua e leggibili da qualche decina di persone, ma avrebbe un sito leggibile da tutti.

UNA TERREMOTANTE REALTA’

Da questo punto di vista, il web è una nuova e terremotante realtà.
Ovviamente, l’esponenziale espansione delle fonti d’informazione che il web consente, si presta anche ad abusi informativi perché non sempre chi redige queste informazioni ha una sufficiente preparazione e soprattutto deontologia professionale per cui, alle volte, potrebbe essere indotto a usare questo strumento per disinformare o addirittura diffamare,
con degli effetti devastanti per l’onorabilità dei diffamati perché, grazie ai motori di
ricerca, queste affermazioni vengono spesso acriticamente distribuite in modo staccato dalla fonte originaria per cui, rilette sul web, le informazioni taroccate del sito, invento, denominato “Caracalla news” finiscono per essere percepite come aventi la stessa autorevolezza di un grande giornale nel quale le informazioni sono verificate e dove le eventuali diffamazioni sono efficacemente perseguite dai vilipesi.

NON C’E’ QUALITA’ SENZA RESPONSABILITA’

Ecco perché, affinché l’informazione sul web acquisti tutta la sua autorevolezza è necessario (anche se i “webbisti” sonoquasi tutti contrari) introdurre una disciplina sulla individuazione del responsabile del sito o della fonte (responsabilità anche solo anagrafica, senz’altri orpelli) per poter sapere chi si assume la responsabilità, non solo giornalistica ma anche
penale e civile, di che cosa viene pubblicato.
La responsabilità (oltre che essere a tutela degli eventuali diffamati, e anche questo è un valore che deve essere difeso) sarebbe anche il prerequisito dell’innalzamento della qualità informativa sul web. Infatti non c’è qualità senza responsabilità.

MONETA BUONA VS MONETA CATTIVA

In assenza di questo strumento c’è solo la jungla che mortifica i molti che operano con
serietà sul web. Anche nella comunicazione (oltre che nel campo finanziario) vale la legge di
Gresham che dice che “la moneta cattiva scaccia quella buona”.

Quindi ci si deve battere perché, attraverso il conflitto degli interessi, la moneta buona si imponga.

Il web migliora o peggiora la comunicazione?

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